Nuovo Dpcm e altro lockdown dei giochi: ma l'industria stavolta confida nei ricorsi
In vigore il Dpcm che prolunga il lockdown del gioco pubblico che il Tar del Lazio ha appena legittimato, ma fino a un certo punto. E ora il nuovo stop potrebbe anche saltare.
Dura lex, sed lex. La legge è dura, ma è la legge. Già, ma fino a che punto? E' la domanda che si pongono in molti, in questo periodo così difficile, a causa dei vari turbamenti provocati dalla pandemia. Ma soprattutto, ciò che si chiedono in molti, oggi, è: quanto possono durare le misure di contenimento del virus che impongono la chiusura di molte attività economiche e, in particolare, di tutte quelle di gioco? A chiederselo, in particolare, sono gli addetti ai lavori del comparto del gaming, i più colpiti dalle restrizioni governative che hanno portato a un duplice e prolungato lockdown di tutte le attività retail. Una serrata generale che – come noto – è stata peraltro appena estesa fino al prossimo 15 gennaio attraverso l'ultimo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri in vigore da oggi. Nonostante lo stesso premier, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri, abbia ricordato che gli ultimi sacrifici richiesti agli italiani siano serviti per evitare il lockdown generale, la consolazione non vale certo per gli operatori del gioco, per i quali non ci sono sconti né eccezioni. Pur avendo dimostrato elevati standard di sicurezza durante la fase di riapertura, anche ben più alti rispetto ad altre attività che oggi rimangono comunque aperte (dai centri commerciali a quelli estetici), ma tant'è.
In entrambi i casi, tuttavia, il Tar ha comunque fissato alcuni “paletti” che potrebbero rivelarsi potenzialmente favorevoli in difesa delle tesi portate avanti dall'industria.
In particolare, secondo il legale Gianfranco Fiorentini, tra i difensori dei ricorrenti intervenuti al Tribunale capitolino, il nuovo Dpcm di oggi potrebbe essere impugnato al Tar con maggiore convinzione e fondamento, proprio sulla base della pronuncia di ieri. Con la quale “il tribunale amministrativo laziale evidenzia che il Dpcm di novembre vale solo per un tempo limitato di un mese – spiega il legale - mentre da oggi il tempo dello stop ai lavori non sarà più tanto limitato perché dal 24 ottobre 2020 si passerà al 15 gennaio 2021, senza offerta di gioco nemmeno negli esercizi generalisti. Con il principio di precauzione, che vale per il Tar a evitare il contagio, che non sarà a quel punto più effettivo perché i bar saranno riaperti anche in orari più ampi. Secondo il Tar del Lazio, in effetti, il Dpcm del 3 novembre scorso si legittima per la fase di recrudescenza della pandemia in atto che invece ora non sta crescendo ma diminuendo”. Tutti argomenti che potrebbero dunque rivelarsi vincenti per la prossima impugnativa promossa dagli operatori del gioco.