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Bando online: omicidio delle Pmi italiane, pregiudizio delle entrate e regalo al gioco illegale

27 novembre 2023 - 13:12

La possibile pubblicazione del bando di gara per le concessioni online, come dalle prime indicazioni, potrebbe rappresentare un 'ko' per il gioco terrestre e per le piccole imprese.

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È stata presentata nelle scorse settimane, salvo poi essere rinviata, la discussione in Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul riordino dei giochi online.

Tale rinvio – a detta di chi scrive - appare assolutamente opportuno e, anzi, necessario in quanto, dalla lettura delle bozze circolate, emergevano, tra gli altri, i seguenti punti centrali: costo della concessione di 7 milioni di euro (rispetto ai 300mila attuali) oltre ad un canone concessorio del 3 percento annuo sul margine lordo della raccolta (giocate – vincite – imposte); un limite di 5 concessioni, per gruppo societario, con un unico brand commerciale per singola concessione.


Tralasciando al momento le ulteriori disposizioni in tema di Pvr (Punti vendita ricariche) e altri adempimenti dei concessionari, è evidente come la conferma di siffatti oneri per le nuove gare, determinerebbe l’espulsione certa dal mercato della stragrande maggioranza dei concessionari italiani attualmente operanti (in tutto sono 85 le concessioni), per l’impossibilità di sostenere costi così elevati, con le drammatiche dirette conseguenze di perdita di posti di lavoro e di presidio della legalità sul territorio.

Solo pochi colossi nazionali ed esteri potrebbero partecipare ai nuovi bandi (anche per più concessioni) sbaragliando in questo modo la concorrenza delle Pmi Italiane con entrate erariali che risulterebbero di molto inferiori alle previsioni formulate dal Ministero.

Con la conseguenza ancora più grave che andrebbero inevitabilmente a rafforzarsi i canali distributivi di gioco illegale del .com (vere e proprie casseforti della criminalità) dove non esiste alcuna forma di controllo, tracciabilità, prelievo erariale e tutela dei giocatori (come tristemente evidenziato anche dalle ultime vicende di cronaca di alcuni sportivi professionisti).

E ancora, in assenza di riordino territoriale del settore della raccolta di giochi pubblici, si favorirebbe l’ulteriore e probabilmente definitivo “Ko” alla filiera di gioco terrestre (apparecchi in pubblici esercizi e sale dedicate) che rappresentano ancora oggi oltre il 60 percento delle entrate erariali con oltre 150.000 di addetti e migliaia di aziende distribuite sul territorio.

Difficile comprendere le ragioni di questa accelerata sui bandi online (operanti in regime di proroga al pari delle concessioni terrestri) che, ove realizzati nei termini proposti, come detto, arrecheranno danni ingentissimi allo Stato, alle imprese e ai giocatori (specie per quelli più fragili).

E sono state fino ad oggi inascoltate le proposte condivise da tutto il mondo delle associazioni di categoria delle Pmi italiane sulla necessità di procedere, prima dei nuovi bandi, al generale riordino del comparto (terrestre ed online) fissando le nuove regole di ingaggio per tutto il territorio nazionale nel rispetto delle linee guida fissate dalla delega fiscale: tutela delle entrate erariali, contrasto al gioco patologico e alla illegalità, oltre alla sopravvivenza delle imprese italiane e dell’occupazione. Questo bando, così disegnato, porterà inevitabilmente all’esatto contrario: meno entrate, più illegalità e quindi minor tutela dei consumatori e l’espulsione delle piccole e medie aziende italiane con i propri dipendenti.

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