Tar Toscana: 'Gioco promuove condotte pericolose per la pace sociale'

"Anche ove il gioco sia lecito, l’inserimento di tale attività in un contesto già esposto a numerose turbative dell’ordine pubblico, rischia di tradursi in un ulteriore fattore che può ulteriormente deteriorare la situazione, apprezzamento in relazione al quale l’Amministrazione è titolare di una discrezionalità assai ampia che è sindacabile solo sotto il profilo dell’evidente illogicità o del palese travisamento dei fatti".

Questa è una delle motivazioni con cui il Tar Toscana ha respinto il ricorso presentato dal titolare di una sala Vlt contro la Questura di Firenze per il mancato rilascio dell’autorizzazione per l’esercizio della raccolta del gioco.

"Pur non sussistendo un esplicito ed evidente rapporto di causa effetto tra l’apertura di un’ulteriore sala giochi in zona e la turbativa dell’ordine pubblico e della sicurezza urbana, costituisce comunque circostanza non contestabile – come correttamente evidenziato dalla Questura – che il settore dei giochi e della scommesse è esposto a numerosi rischi tra i quali quello di condotte pericolose per la pace sociale", sottolineano i giudici.

Respinto anche il motivo di ricorso che paventava una messa in pericolo del principio di libertà economica. Come già evidenziato dal Consiglio di Stato - confermando la sentenza del T.A.R. Friuli-Venezia Giulia, n. 1027/2005 – “se è vero che l'iniziativa economica privata è libera, in base a quanto enunciato in linea di principio dall'art. 41 della Costituzione, è altrettanto vero che "essa non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza", conclude il collegio.