Alemanno: 'Gioco, le regole non si cambiano a partita iniziata'
Gianni Alemanno, già sindaco di Roma e ministro alle Politiche agricole, evidenzia la necessità di tutelare gli operatori del gioco legale.
Sul gioco pubblico ci vuole coerenza. E bisogna rispettare gli accordi presi. In particolare, con i concessionari statali, quindi perfettmente legali, che hanno pagato salatamente i loro diritti, salvo poi dovere fare i conti con una pioggia di modifiche a livello fiscale e normativo, che mettono in difficoltà il business e la sua programmazione, facendo invece un “favore” all'illegalità. Ne è convinto Gianni Alemanno, sindaco di Roma dal 2008 al 2013 e ministro alle Politiche agricole dal 2001 al 2006, sotto il secondo e il terzo governo Berlusconi. Un trascorso “eccellente”, per il politico oggi segretario del neonato Movimento Nazionale per la Sovranità, di cui è fondatore assieme con Francesco Storace (che ne è presidente) e che gli ha consentito di seguire da vicino il nascere del gioco pubblico e le tante problematiche del settore ippico. Ma partiamo, nell'incontrarlo alla presentazione ternana del suo libro “Verità capitale”, dalle stretta attualità.
Ai sensi della legge di Stabilità 2016, il governo avrebbe dovuto raggiungere un'intesa, in sede di Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti locali, su come ridurre del 30 percento il parco slot in Italia e, in generale, sul riordino dell'offerta di gioco, così anche da porre fine all'attuale caos normativo a livello territoriale e da consentire l'emanazione dei bandi per nuove concessioni per scommesse e bingo. Lei auspica che si arrivi a tale riordino, visto che il 30 aprile 2016, termine (non perentorio) per giungervi è passato da un bel pezzo e che nel frattempo la misura, ampliata al 34 percento, è stata inserita nella Manovra Bis?
“Norme valide sull'intero territorio nazionale sono necessarie, altrimenti si rischia il caos, anche se vanno salvaguardate alcune prerogative dei sindaci. È importante sottolineare che non si possono cambiare le carte in tavola a gioco iniziato, cambiando la tassazione e soprattutto le norme valide per i concessionari regolarmente autorizzati dallo Stato. Bisogna rispettare i patti presi, anche perchè se non lo si fa si mette in crisi un'industria e si consegna il gioco nelle mani dell'illegalità”.