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Aronica (AdM): 'Sui giochi e sui numeri serve fare chiarezza'

17 maggio 2016 - 10:47

Il vice direttore generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Alessandro Aronica chiede di fare chiarezza sui dati del gioco.

Scritto da Ac

Roma - "In questi giorni sentiamo ripetere spesso che nel gioco si è andati troppo oltre, che si è esagerato parlando del fatturato dei giochi che è di quasi 90 miliardi. Sulla valutazione di merito, se è tanto o poco un certo valore, ognuno ha la sua visione. Il punto centrale è che per fare certe valutazioni bisognerebbe prima contestualizzare e approfondire la conoscenza di dati, perché ancora oggi si propongono numeri in maniera erronea o confusa”. Lo sottolinea il vice direttore generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Alessandro Aronica, in occasione della presentazione del libro promosso da Novomatic Italia, 'Gioco pubblico e raccordi normativi'. “Penso ai 90 miliardi che vengono confusi con la spesa dei giocatori, mentre invece rappresentano la raccolta lorda, con la spesa reale che è un quinto rispetto a questa quantità. Qui si potrà dire se è tanto o poco, ma si facciano le opportune valutazioni sui dati corretti, non si quelli mail interpretati”.

 

 

Il vice direttore generale dell'Agenzia torna inoltre sul tema delle distanze applicate su molti territori per imporre una limitazione dell'offerta di gioco legale. “Si tratta di restrizioni il cui effetto è assai rilevante rispetto alla distribuzione del gioco che la ridurrebbe di oltre il 70 percento. È quindi evidente che una soluzione di questo tipo si tradurrebbe una impostazione proibizionista - anche se diversamente enunciata - e bisogna quindi fare anche qui delle valutazioni. Tenendo soprattutto conto di quello che esisteva prima del gioco legale, che era un mercato illecito, e che potrebbe riaffiorare trovando spazio nelle lacune lasciate dal l'offerta lecita".

È ancora, sui numeri: "Il gioco negli ultimi quattro anni ha registrato una spesa costante. Mentre negli anni precedenti era cresciuto di anno in anno. Questo vuol dire che quello che è avvenuto è un processo di emersione e uno spostamento della spesa dal circuito illegale a quello legale.

Questi sono aspetti da valutare e tornando al discorso del proibizionismo: è quella delle distanze la migliore soluzione? Io credo di no, ma spetta ora alla Conferenza unificata trovare la soluzione più idonea".
Aronica interviene anche sul tema del gioco patologico e, anche qui, sui numeri: "C'è una chiara mancanza di dati sulla patologia. O, meglio, ce ne sono forse troppi, perché esistono tante ricerche o indagini di carattere locale o frammentarie mentre non esiste una dato certo e globale. Questo non aiuta ad affrontare con serietà la materia e per tale ragione la nostra Agenzia ha dato incarico all'Istituto superiore di sanità di svolgere una ricerca sulla diffusione epidemiologica del gioco patologico che conterrà anche degli strumenti utili alla formazione degli operatori che intervengono sulle attività di cura e sarà molto altro. Si tratta di una ricerca indipendente che l'Agenzia si è limitata a finanziare e sulla quale contiamo molto per affrontare nel modo migliore le questioni di estremo interesse di cui si sta parlando".

 

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