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Cdm approva Dl Ristori ter, stanziati altri 1,95 miliardi di risorse

21 novembre 2020 - 08:22

Nella notte, il Consiglio dei ministri approva il Dl Ristori ter, del valore di 1,95 miliardi, per incrementare risorse per il Dl Ristori bis e fondo per i Comuni.

Scritto da Redazione


Promessa rispettata.
Nella notte fra il 20 e il 21 novembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto "decreto Ristori ter", recante altre misure finanziarie urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il testo, su proposta del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, interviene con un ulteriore stanziamento di risorse, pari a 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso.

Tra l’altro, il testo prevede: l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto “Ristori bis” (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta; l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette “zone rosse”, sono destinatarie del contributo a fondo perduto; l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare; l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.
 
Manca ancora il testo completo del provvedimento, ma non dovrebbero esserci nuove risorse per il mondo del gioco, già oggetto dei precedenti Ristori - sia per le sale dedicate che per le attività di gestione delle Awp - mentre si attende la moratoria sugli affitti commerciali, che avrebbe ricadute importanti anche sugli operatori del settore.
 
Quanto agli effetti dei primi decreti, l'associazione Sapar proprio ieri ha fatto notare la loro insufficienza, con ristori per poco meno di 1.500 attività del settore del gioco, per 7,4 milioni di euro di contributi a fondo perduto, come ricordato dall’ex sottosegretario con delega ai giochi, Alessio Villarosa in risposta all'interrogazione del Dem Fragomeli.
 
Una goccia nell'oceano, visto che "le attività di gestione apparecchi con vincita in denaro sono circa 1.500, le sale Vlt circa 5.000, le sale scommesse e i corner circa 10.000, ricevitorie Lotto, Superenalotto etc. 60.000, dati riferiti a tutta Italia". Per un totale di 76.500 aziende attualmente ferme "senza alcun motivo scientificamente o statisticamente provato per il Covid", ricorda Sapar.
 
Cifre consistenti, di cui il Governo dovrà trovare il modo di tenere conto. Anche per continuare a garantire (e garantirsi) l'importante contributo all'Erario assicurato al settore ormai da molti anni.
 
 

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