skin
Menu

Covid-19, gioco in attesa di Governo e Parlamento

22 aprile 2020 - 08:59

Il decreto Cura Italia - con le norme sul gioco - approda in Aula, alla Camera, il settore attende gli altri provvedimenti e la fase 2. Respinto emendamento sull'ippica.

Scritto da Anna Maria Rengo

Mentre l'Italia aspetta di conoscere i dettagli della cosiddetta fase 2, il settore del gioco, classificato a rischio integrato medio-alto, continua a vivere un momento di grandissima difficoltà e a interrogarsi sul suo futuro, anche in vista delle scelte politico-sanitarie che il premier Giuseppe Conte dovrebbe annunciare, perlomeno a grandi linee, già questa settimana e in vista dell'arrivo del 4 maggio. Tante sono le ipotesi al vaglio, ma gli scenari futuri prossimi sono stati illustrati nel corso del duplice intervento di Conte, ieri, nei due rami del Parlamento.

Conte ha affermato: "Stiamo elaborando un programma di progressive riaperture che sia omogeneo su base nazionale e che ci consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e anche commerciali tenendo sotto controllo la curva del contagio. Serve una revisione del modello organizzativo del lavoro, delle modalità del trasporto pubblico e privato e di tutte le attività connesse. Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge la difficoltà di osservare regole limitative della libertà di movimento. Il ritorno alla normalità, con la gradualità necessaria, è una aspirazione comprensibile di tutti. Queste esigenze mi vengono sollecitate anche da molti di voi parlamentari, che sollecitano soluzioni rapide e sostenibili".

IL SOSTEGNO AL GIOCO - In questo contesto di attesa e interrogativi, punti fermi per il settore del gioco sono comunque rappresentati dai decreti legge che si apprestano a ottenere il via libera di trasformazione in legge nei due rami del Parlamento. Primo in ordine di tempo, il cosiddetto Cura Italia. L'Aula della Camera lo esamina oggi, mercoledì 22 aprile, ed è certo che il Governo intenda porre, come avvenuto in Senato, la questione di fiducia. Tutti gli emendamenti che erano stati presentati in commissione Bilancio e che erano risultati ammissibili sono stati respinti: tra questi figura quello del M5S che chiedeva misure di sostegno all'ippica.

Nell'intervenire ai lavori della commissione, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha espresso "il rammarico per il tentativo non riuscito di apportare presso questo ramo del Parlamento talune possibili modifiche migliorative al testo del provvedimento". Tuttavia, è "ferma volontà del Governo di mantenere aperto il costante dialogo con le opposizioni in occasione dell’esame dei provvedimenti d’urgenza già adottati, quali ad esempio il cosiddetto 'decreto liquidità' il cui iter è attualmente in corso presso la Camera, ovvero di prossima adozione, quali il preannunziato decreto-legge che dovrebbe essere varato entro il mese di aprile".
Potrebbero dunque essere quelli i provvedimenti attraverso i quali intervenire a sostegno dell'ippica, ma anche nello stabilire nuove misure per il settore del gioco, anche in considerazione che potrebbe essere, se non l'ultimo, tra quelli la cui ripartenza sarà più tardiva.

Nel testo del Cura Italia che approda in Aula, e che è identico a quello su cui il Senato ha dato la fiducia al Governo, restato immutate le disposizioni sui giochi, vale a dire alcune proroghe dei pagamenti.
Ricordiamo il testo integrale: "1. I termini per il versamento del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a) e lettera b), del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 e del canone concessorio in scadenza entro il 30 aprile 2020 sono prorogati al 29 maggio 2020. Le somme dovute possono essere versate con rate mensili di pari importo, con debenza degli interessi legali calcolati giorno per giorno. La prima rata è versata entro il 29 maggio e le successive entro l’ultimo giorno di ciascun mese successivo; l’ultima rata è versata entro il 18 dicembre 2020. 2. A seguito della sospensione dell’attività delle sale bingo prevista dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e successive modificazioni ed integrazioni, non è dovuto il canone di cui all’articolo 1, comma 636, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, a decorrere dal mese di marzo 2020 e per tutto il periodo di sospensione dell’attività. 3. I termini previsti dall’articolo 1, comma 727 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 e dagli articoli 24, 25 e 27 del decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157, sono prorogati di 6 mesi. 4. Alla copertura degli oneri previsti dalla presente disposizione si provvede ai sensi dell’articolo 126".

Come ricorda in Aula Massimo Ungaro, di Italia Viva, grazie al Cura Italia "Vengono sospese tutte le attività degli enti impositori, i versamenti dei carichi affidati alla riscossione e i versamenti del settore del gioco pubblico".

E LE POSSIBILI PROROGHE DELLE CHIUSURE - Di altro tenore, il Ddl Covid-19, anch'esso all'esame della Camera e di cui la commissione Affari sociali ha ultimato l'esame in sede referente. 

Il testo del Dl prevede che possano "essere adottate, secondo princìpi di adeguatezza e proporzionalità al rischio efettivamente presente su specifiche parti del territorio nazionale ovvero sulla totalità di esso", diverse misure, tra cui la "chiusura di cinema, teatri, sale da concerto sale da ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, centri culturali, centri sociali e centri ricreativi o altri analoghi luoghi di aggregazione".

Queste misure "potranno avere una durata predeterminata, non superiore a trenta giorni, e tuttavia ovviamente reiterabili e modificabili fino al 31 luglio 2020, termine di durata dello stato di emergenza dell’epidemia da Covid-19, già deliberato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 31 gennaio 2020, che viene dunque definito con norma avente forza di legge".

IL DECRETO IMPRESE - Ultimo provvedimento da ricordare è il cosiddetto decreto liquidità, anche detto decreto imprese. Pure questo decreto è ora all'esame, in prima lettura, alla Camera e che prevede alcune misure che chiamano direttamente in causa l'Agenzia delle dogane e dei monopoli (e il ruolo che svolgono anche in materia di gioco) mentre altre sono di interesse per il settore, pur non essendo lo stesso espressamente citato.

 

Il provvedimento conferma innanzitutto la sospensione dei versamenti tributari e contributivi per i mesi di aprile e di maggio 2020. "I versamenti sospesi ai sensi dei commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 sono effettuati, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione entro il 30 giugno 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal medesimo mese di giugno 2020. Non si fa luogo al rimborso di quanto già versato".
Per i soggetti aventi diritto restano ferme, "per il mese di aprile 2020, le disposizioni dell'articolo 8, comma 1, del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, e dell’articolo 61, commi 1 e 2, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, per i mesi di aprile 2020 e maggio 2020, le disposizioni dell’articolo 61, comma 5, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18. La ripresa della riscossione dei versamenti sospesi resta disciplinata dall’articolo 61, commi 4 e 5, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18". Come si ricorderà, tali norme quindi riguardano anche il comparto del gioco in quanto valide per i "soggetti che gestiscono teatri, sale da concerto, sale cinematografiche, ivi compresi i servizi di biglietteria e le attività di supporto alle rappresentazioni artistiche, nonché discoteche, sale da ballo, night-club, sale gioco e biliardi; soggetti che gestiscono ricevitorie del lotto, lotterie, scommesse, ivi compresa la gestione di macchine e apparecchi correlati; soggetti che organizzano corsi, fiere ed eventi, ivi compresi quelli di carattere artistico, culturale, ludico, sportivo e religioso".

Al centro del decreto le misure sul Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese. "L’importo massimo garantito per singola impresa è elevato, nel rispetto della disciplina dell’Unione europea, a 5 milioni di euro. Sono ammesse alla garanzia le imprese con numero di dipendenti non superiore a 499; la percentuale di copertura della garanzia diretta è incrementata, anche mediante il concorso delle sezioni speciali del Fondo di garanzia, al 90 percento dell’ammontare di ciascuna operazione finanziaria, previa autorizzazione della Commissione Europea ai sensi dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’unione europea (Tfue), per le operazioni finanziarie con durata fino a 72 mesi".
 
L'articolo 31 stabilisce, sostituendo il relativo articolo del Cura Italia, il potenziamento dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, attraverso l'incremento di 8 milioni di euro delle risorse variabili del Fondo risorse decentrate, "a valere sui finanziamenti dell’Agenzia stessa".

 

Articoli correlati