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Decreto Ristori, Mef: 'Contributi rilevanti per le sale gioco'

27 ottobre 2020 - 10:47

  Il Mef assicura che nel decreto sui 'ristori' ci saranno contributi a fondo perduto rilevanti anche per le sale gioco, fra le attività più penalizzate dall'ultimo Dpcm.

Scritto da Redazione

Dopo le promesse e gli "annunci" è tempo di vedere i fatti, così il mondo del gioco attende il decreto che dovrebbe garantire "ristori" a tutte le attività economiche penalizzate dal Dpcm per il contenimento del Covid emanato domenica scorsa.

Il provvedimento, che dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale nella giornata di oggi, 27 ottobre, dovrebbe garantire ristori a fondo perduto complessivi per 1,5-2 miliardi, ed essere seguito da rinnovo della Cig (1,6 miliardi), credito d'imposta per gli affitti, rinvio della rata Imu di dicembre, un ulteriore mese di Reddito di emergenza e una nuova indennità una tantum per stagionali e lavoratori del turismo, dello sport e dello spettacolo.
Un pacchetto dal valore totale di 5 miliardi di euro.
Che non lascerà solo nessuno, per riprendere un'espressione usata più volte dal Governo in questi ultimi, drammatici mesi.
A confermarlo, oltre al ministro dell'EconomiaRoberto Gualtieri e al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, arrivano anche le parole del vice ministro dell'Economia Laura Castelli: "Il fondo perduto a cui stiamo lavorando nel 'decreto ristori' andrà dal 100 al 200 percento del calo del fatturato. In sostanza da 3 a 6 volte la percentuale garantita con il decreto Rilancio.
Un supporto immediato a tutte quelle attività che, per le disposizioni del Dpcm, dovranno chiudere o limitare gli orari di apertura.
Stiamo chiedendo loro un grande sacrificio per garantire il benessere di tutti. E' giusto che lo Stato si schieri dalla loro parte".

I denari promessi arriveranno al massimo entro la fine del 2020 e le attività che sono state obbligate a chiudere del tutto - come, appunto, le sale gioco, scommesse, bingo e i casinò - avranno un contributo a fondo perduto più rilevante di quelle che invece dovranno interrompere la propria attività alle ore 18, ha assicurato il vice ministro all’Economia, Antonio Misiani.
 
Rassicurazioni che sembrano rispondere alle tante istanze levatesi dai quattro canti del settore per chiedere un sostegno concreto alla filiera del gioco, a cominciare dallo spostamento dei termini di pagamento del Preu  - già previsto per compensare le perdite derivanti dal lockdown di primavera dal decreto Cura Italia e in sede di conversione in legge del decreto Liquidità dello scorso giugno, che ha esteso il rinvio delle scadenze di versamento  riconosciuto ai concessionari di rete, in rate costanti tra il 22 settembre e il 18 dicembre 2020, anche ai terzi raccoglitori - e dall'introduzione di interventi di sostegno
 
Misure che si andrebbero ad aggiungere a quelle previste dai provvedimenti governativi emanati nel corso dell’emergenza: i decreti “Cura Italia”, “Liquidità” e “Rilancio” intervenuti da marzo a maggio 2020, lo ricordiamo, hanno previsto la cassa integrazione in deroga, per tutte le aziende, della durata di 9 settimane, con facoltà di poter usufruire di altre 5 settimane fino al 31 agosto e ulteriori 4 settimane tra settembre e ottobre 2020; il rinvio delle scadenze di versamento di ritenute su lavoro dipendente e contributi fino al 16 settembre; la soppressione del saldo Irap 2019 e del primo acconto 2020; il credito di imposta del 60 percento sui canoni di locazione pagati nei decorsi mesi di marzo aprile e maggio, per le aziende con ricavi 2019 fino a 5 milioni di euro.
Oltre all’ecobonus del 110 percento per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021 per interventi di adeguamento sismico di immobili, di riqualificazione energetica e altri.

Si ricorda inoltre che già l’ultima legge di Bilancio 2020 aveva previsto un credito di imposta del 6 percento su tutti gli investimenti in beni strumentali nuovi effettuati nel 2020, in sostituzione della precedente agevolazione del superammortamento, e questo riguarderebbe anche gli acquisti di apparecchi e schede di gioco a seguito delle ulteriori modifiche regolamentari del settore imposte dalla stessa legge.
Da un punto di vista finanziario si richiamano invece: il diritto alle moratorie sul pagamento di rate di finanziamenti mutui e leasing a 12 mesi, sanciti dal primo decreto Cura Italia;
il diritto all’accesso al credito bancario con garanzia pubblica secondo modalità e termini indicati dal decreto Liquidità, con la possibilità, per le aziende più piccole di richiedere finanziamenti interamente garantiti fino a 30mila euro, con durata fino a 10 anni e preammortamento di 2, e per quelle più strutturate di accedere a importi più elevati, con garanzia pubblica variabile dal 70 al 90 percento in funzione delle dimensioni delle aziende, della durata fino a 6 anni con 2 anni di preammortamento; i contributi a fondo perduto previsto dall’ultimo decreto Rilancio per le imprese con ricavi 2019 fino a 5 milioni di euro con percentuali dal 10 al 20 percento della differenza dei ricavi conseguiti nell’aprile 2020 (pari a zero per gli operatori di raccolta del gioco “terrestre”) rispetto ad aprile 2019.
 
Liquidità che in alcuni casi non è arrivata, anche a causa delle difficoltà  poste da alcuni istituti di credito nella concessione dei finanziamenti alle imprese del settore, sempre sul presupposto del fantomatico “codice etico” che impedirebbe loro di collaborare con gli operatori dell’”azzardo” (a nulla interessando che sia gioco legale e nell’interesse erariale) nonostante le sollecitazioni dell’Abi e dello stesso Governo.

Speriamo che questa invece sia la volta buona.
 

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