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Dl sostegni: 9,5 miliardi a gennaio e febbraio e giochi a rischio esclusione

08 marzo 2021 - 09:21

Nelle prime bozze del decreto un fondo perduto per coprire fra il 10 e il 20% delle perdite dei primi due mesi 2021, a un anno esatto dal lockdown.

Scritto da Redazione GiocoNews.it

Quasi cinque miliardi al mese. A tanto ammonta il costo del nuovo sistema di “ristori” - oggi rinominati in “sostegni” - ipotizzato al ministero dell’Economia per compensare le perdite subite dalle attività economiche alle prese con le restrizioni anti-Covid. Un sistema, quello previsto nel nuovo decreto - atteso in consiglio dei ministri fra mercoledì e giovedì di questa settimana - che dovrebbe occuparsi, provando a compensarne le perdite, solo dei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno.
Questa, almeno, è l’indicazione che arriva dalle prime bozze del provvedimento circolate nel fine della settimana precedente. Si tratta quindi di testi non definitivi, mentre deve ancora concludersi sia l'iter tecnico che quello politico del provvedimento. Con il problema principale alla base della trattazione della materia rappresentato senza dubbio dai costi del sostegno all’economia, visto che nella prima stesura si ipotizza un meccanismo basato sulle differenze di fatturato fra i primi due mesi di quest’anno e lo stesso periodo del 2019. Ovvero, una montagna di soldi, che scaturirebbe dal conto sulle partite Iva che in questo bimestre hanno registrato una perdita di almeno il 33 percento e alle quali arriverebbe un contributo a fondo perduto, sotto forma di bonifico o di credito d’imposta a scelta dell’interessato. Con l’aiuto che sarebbe decrescente all’aumentare del fatturato (annuo, calcolato sul 2019: 20 percento fino a 400mila euro, 15 percento fino a un milione, 10 percento fra uno e cinque milioni); in ogni caso, però il sostegno sarebbe compreso fra un minimo di mille euro (2mila per le società) e 150mila euro. Tutto questo, secondo quanto illustrato dai tecnici del Mef nella relazione tecnica, costerebbe 9,475 miliardi, cioè oltre 4,7 miliardi al mese.

SUPERATI I CODICI ATECO - Una cifra decisamente significativa che deriva soprattutto dal superamento del sistema dei codici Ateco che aveva limitato la platea degli indennizzi di fine 2020. Dando vita, però, a una serie di mancati introiti per molte aziende, per una presunta discriminazione lamentata da diverse categorie: in primis, quella degli operatori del gioco pubblico, che solo in minima parte ha ottenuto dei (minimi) ristori mentre la maggior parte delle imprese che compongono la nutrita filiera è rimasta completamente a bocca asciutta. Da qui la grande attesa (e la potenziale fiducia) per il dl sostegno, che promette(va) di sanare questo tipo di esclusioni. A quanto pare però, stando alle prime stesura, il nuovo decreto sembrerebbe tradire molte aspettative. In primi perché, sulla base di questa nuova impostazione, non risulterebbe alcun meccanismo perequativo sul 2020, per venire incontro a chi è stato escluso dagli aiuti perché non rientrava nelle liste delle attività individuate con i codici Ateco o è stato penalizzato da un sistema di calcolo sempre ancorato alle perdite del solo aprile rispetto allo stesso mese del 2019, conservato fino alla fine dell’anno per accelerare la macchina degli accrediti. Un problema, quindi, non soltanto economico ma anche politico. Sì, perché l’esigenza del “meccanismo perequativo” era stata ribadita dalle risoluzioni approvate in Parlamento da una maggioranza in parte non piccola sovrapponibile a quella attuale.

L’AUMENTO DEL CONTAGIO E DELLE RESTRIZIONI - Ma c’è di più. La pandemia, come pure le restrizioni per contrastarla, è tutt'altro che superata. Anzi, al contrario, i numeri di questi giorni palesano un rischio concreto di ulteriore peggioramento della situazione che potrebbe portare all'adozione di misure ancora più restrittive. Presto, quindi, ci sarebbe da affrontare l’esigenza di nuovi aiuti, dai costi multimiliardari, che imporrebbero un nuovo scostamento di bilandio. Con il tema che potrebbe interessare il nuovo programma di finanza pubblica che il governo sta iniziando a costruire in vista del Def da presentare entro il 10 aprile. Anche perché i 32 miliardi di deficit approvati a gennaio sono destinati a esaurirsi in fretta per coprire le tante emergenze del decreto, che destina circa 6 miliardi al lavoro, 2 agli enti territoriali (1,25 miliardi agli enti locali e 600 milioni alle Regioni autonome), 2,1 miliardi all’acquisto dei vaccini e dedica altre risorse a reddito di cittadinanza, congedi parentali e così via. Senza dimenticare che in lista ci sono i 6,7 miliardi per coprire la parte di Transizione 4.0 uscita dal Recovery: che al momento, però, non compare nelle bozze del provvedimento. Ebbene, in questa situazione di estrema complessità c'è anche la questione del gioco pubblico di cui doversi occupare, tenendo conto della situazione di estrema difficoltà in cui si trovano le imprese del settore, a un anno esatto dal primo lockdown. Senza un intervento che possa dare un minimo ossigeno alle casse di queste imprese, il rischio è che la maggior parte di essere non riuscirebbero più nemmeno a ripartire, quando sarà possibile. Per un rischio occupazionale enorme, tenendo conto della rilevanza della filiera.

Ecco un riepilogo delle misure introdotte con il Dl Sostegni.

AIUTI - Ristori per 9,5 miliardi a gennaio-febbraio con contributi a fondo perduto. Previsti contributi da mille a 150mila euro per tutte le attività andate in rosso causa del Covid. L’ammontare è calcolato in base alla differenza tra il fatturato di gennaio e febbraio 2021 con quello di gennaio e febbraio 2019. Il costo dell'operazione per il sostegno all'economia, secondo quanto emerge dalle relazioni della bozza del dl, sarà di quasi 9,5 miliardi dei 32 miliardi previsti dallo scostamento di bilancio.

ADEMPIMENTI - Stop ai pagamenti di cartelle e atti fiscali, sospesi fino al 30 aprile. Le scadenze per i versamenti legati alle cartelle fiscali e gli avvisi esecutivi sono sospese fino al 30 aprile. Dal 1° marzo riparte però la macchina della riscossione con la notifica dei nuovi atti. I pagamenti “congelati” andranno saldati in un’unica soluzione entro il sessantesimo giorno dalla fine della sospensione. La bozza del decreto Sostegni prevede che, sempre fino al 30 aprile,vengono sospesi i pignoramenti di stipendi e pensioni.

PACE FISCALE - A luglio e settembre le rate scadute, rottamazione e saldo e stralcio. Il nuovo decreto legge sui ristori, ribattezzato decreto legge Sostegni prevede un ampio salvagente per le rate di rottamazione e saldo e stralcio del 1° marzo fermate in extremis dal comunicato legge di sabato scorso: per le rate in scadenza nel 2020 ci sarà tempo fino al 31 luglio, mentre per quelle di quest’anno (con termini al 28 febbraio, 31 marzo, 31 maggio e 31 luglio) si potrà aspettare fino al 30 settembre.

FISCO - Stralcio delle vecchie cartelle esattoriali con il nodo della soglia. La bozza del provvedimento conferma l’intenzione di muovere le forbici sulle cartelle affidate fra il 2000 e il 2015 sotto una certa soglia. Le ipotesi spaziano da 3mila a 50mila euro, fino all’opzione più ampia che non prevederebbe alcuna soglia. Il problema sono però ovviamente i costi: la via mediana, quella che cancellerebbe i vecchi crediti fino a 5mila euro, costerebbe secondo i calcoli del ministero dell’Economia poco meno di due miliardi spalmati su due anni.

AVVISI BONARI - Definizione agevolata senza le sanzioni per partite Iva con perdite del 33 percento. Tutte le partite Iva che hanno subito una riduzione almeno del 33 percento del volume d'affari dell'anno 2020 rispetto a quello dell’anno precedente per gli effetti delle misure anti-pandemia, possono accedere alla definizione in via agevolata (pagamento di imposta e interessi, senza sanzioni e somme aggiuntive) delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni relative ai periodi di imposta 2017 e 2018 comunicate con avvisi bonari.

LAVORO -Con 5-6 miliardi ancora Cig gratis, nuova proroga fino a giugno.
Con 5-6 miliardi si finanzia la proroga fino a fine giugno della cassa Covid gratuita per le imprese, poi il proseguimento fino a fine anno sarà garantito alle aziende dei settori non in grado di ripartire, soprattutto nel terziario (turismo, commercio). Una semplificazione procedurale accorcerà i tempi di pagamento: il modello Sr41 sarà sostituito dall’integrazione dei dati Cig nel flusso "Uniemens" e invece dei 2-3 mesi attuali serviranno fino a 40 giorni.

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