skin
Menu

Elezioni Ue, Alberoni: 'Gioco, il buon senso vinca sul proibizionismo'

22 maggio 2019 - 08:14

Il sociologo Francesco Alberoni affronta la nuova avventura delle elezioni europee e dà un giudizio in chiaroscuro delle disposizioni del Governo sul divieto di pubblicità del gioco.

Scritto da Amr

Una nuova avventura a pochi mesi dal compiere novanta anni. Il sociologo Francesco Alberoni è tra i tanti candidati “eccellenti” in corsa per le elezioni europee del 26 maggio, nelle file di Fratelli d'Italia.

Una sfida che motiva così: “Sono sceso in campo contro il tipo di apparato politico che si è costituito in questo momento in Italia. Dopo le elezioni politiche del 4 marzo, i due partiti di maggioranza relativa hanno redatto un programma comune, sulla base del quale governano. Si tratta di formazioni assai diverse tra di loro: la Lega ha una tradizione di tipo svizzero, il Movimento 5 Stelle nasce dall'utopia di Gianroberto Casaleggio del voto antiparlamentare, dove uno è uguale a uno, ha una modalità di tipo più anarchico ma anche autoritario. La gente pensava che stessero insieme per necessità, ma la mia impressione è che i capi di Lega e M5S abbiamo stretto un accordo di continuità politica. Vogliono governare per cinque anni, riformare le istituzioni dello Stato, tenendo presente che il partito di Gruppo è antiparlamentare e che tra le alleanze strette da Matteo Salvini c'è l'ultradestra francese di Marie Le Pen, ossia un partito abbastanza torbido. Il Movimento 5 Stelle ha inoltre in serbo un referendum propositivo senza quorum, secondo il quale basterebbero 200mila firme per proporre una consultazione referendaria e altrettanti voti per approvarla... un po' come con le consultazioni online fatte nel caso dell'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno. Questo è un regime non democratico, con gente che cambia idea senza dare alcuna giustificazione e che ha esautorato il Parlamento delle sue prerogative. Per questo motivo io, come Francesco Alberoni, ho protestato, e l'ho fatto accettando l'invito che mi è stato fatto da Fratelli d'Italia. Avrei detto di sì a Silvio Berlusconi, a Matteo Renzi, e invece l'ha fatto FdI, chiedendomi di assumere la direzione culturale del partito di cui conosco sia Giorgia Meloni che Guido Crosetto. Il mio è un gesto per dire che non mi fido di come sta andando l'accordo tra M5S e Lega”.

 

A suo modo di vedere, c'è bisogno di un'Europa forte o di un'Italia forte in Europa?

“Io ho un progetto per l'Unione Europea: deve essere uno Stato federale con funzioni ben limitate ma che deve essere forte con le grandi potenze internazionali. Il futuro è fatto di Stati Uniti, Russia, India e Cina. Come fa l'Italia a trattare con la Cina? Da sola, potrebbe solo ubbidire, e, a tale proposito, chissà quali sono gli accordi che il Governo ha preso in materia commerciale con il presidente Xi Jinping quando è venuto in visita in Italia. Del resto, al governo abbiamo un gruppetto di persone che tende a non informare il resto del popolo e che fa solo battute, limitandosi a dire che gli accordi stretti con la Cina sono buoni”.

 

Come valuta, come sociologo oltre che come politico, le disposizioni volute in materia di gioco legale dal governo gialloverde, su tutte il divieto totale di pubblicità ma anche l'incremento della tassazione? Sono misure utili a combattere il gioco patologico e a tutelare i minori?

“Non mi piace il fatto che Las Vegas e Montecarlo si siano trasferite in Italia, riempendo le città di squali. Forse ha fatto bene, il Governo, a vietare la pubblicità del gioco. Certo, chi vuole giocare si lamenterà ma non si possono accontentare tutti. C'è però da aggiungere che il proibizionismo è una cosa fanatica. Molto meglio il controllo, il buon senso, oppure aumentare il prezzo di quello che si vorrebbe proibire. Pensiamo alle conseguenze che ha avuto il proibizionismo negli Stati Uniti!”.

 

Secondo molti, il gioco online è il “vero” pericolo, in quanto meno controllato e controllabile. Come possono le famiglie e le agenzie educative, su tutte la scuola, fronteggiare questo rischio?

Il pericolo maggiore non è tanto il gioco quanto la droga. Quanto un Paese inizia a drogarsi significa che ha perso il futuro e che il sistema è debole”.

 

Articoli correlati