skin
Menu

'Giocare per gioco': Lupi "Può essere responsabile se lo si educa"

22 agosto 2012 - 09:31

Rimini- “Giocare per gioco, anno secondo - Azioni concrete e sviluppi futuri”: questo è il titolo della ricerca i cui principali risultati sono stati presentati in un convegno svoltosi nell’ambito  del Meeting di Rimini 2012. L’indagine è stata promossa da Confindustria Federazione Sistema Gioco Italia e resa possibile grazie al supporto di Sisal, Lottomatica, ACADI (Associazione Concessionari Apparecchi da Intrattenimento) e Giochi&Società. L'ad Sisal Emilio Petrone: 'Un sostegno dovuto per la nostra mission di gioco responsabile'  

Scritto da Sm

Al convegno, moderato da Sergio Luciano, hanno partecipato l’on. Maurizio Lupi (Vice Presidente della Camera dei Deputati), Giovanni Emilio Maggi (Vice Presidente Federazione Sistema Gioco Italia – Confindustria), Giancarlo Rovati (professore ordinario di Sociologia generale nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Marco Pedroni (dottore di ricerca in Sociologia e Metodologia della ricerca sociale presso l’Università Cattolica di Milano).
 
La ricerca, condotta dalla Fondazione per la Sussidiarietà con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e del suo Centro per lo studio della moda e della produzione culturale (ModaCult), è giunta al secondo dei suoi tre anni di indagine e ha l’obiettivo di monitorare la percezione, le tendenze evolutive e la considerazione sociale del gioco pubblico, in particolare da parte del mondo giovanile.
Per conseguire tali obiettivi, i ricercatori hanno impiegato un “mix”di tecniche qualitative quali i focus group, i blog come piattaforma di discussione online e l'osservazione etnografica (quest’ultima prevista per la terza fase), con una scansione in tre fasi a cadenza annuale. Le prime due fasi sono state sviluppate con il coinvolgimento di giovani di età compresa tra i 18 e i 27 anni e di un panel di professionisti esterni all'industria del gioco e accomunati da ruolo di elevata responsabilità all'interno di enti pubblici e privati, aziende e mondo non profit.
 
Nel suo indirizzo di saluto, il Vice Presidente della Camera, l’on. Maurizio Lupi, ha dichiarato: “La tutela del bene comune può essere coniugata con il fare impresa? Secondo me si'! Il gioco può essere responsabile se lo si educa. L'impresa può essere protagonista e - con le sue azioni - contribuire a mettere in moto la responsabilità del singolo. In questo modo il gioco può entrare a tutti gli effetti nella dimensione del sociale senza nascondere nulla e con reale senso di responsabilità sociale”.
 
“La fase di indagine del primo anno ha consentito di individuare linee guida comportamentali che sono poi diventate patrimonio dell’intero settore nell’ambito della comunicazione, contribuendo alla definizione dei toni di voce più adatti a veicolare il gioco come elemento sociale e di vero divertimento” - ha aggiunto Giovanni Emilio Maggi, Vice Presidente Federazione Sistema Gioco Italia - Confindustria - “Il contributo ottenuto dalle interviste della seconda fase di indagine ci aiuterà ad individuare ulteriori azioni che permetteranno di orientare ancora di più lo sviluppo del comparto nella direzione del gioco responsabile. Tra le prime iniziative che sono scaturite da queste riflessioni c’è il Codice di autodisciplina della pubblicità, adottato dalle aziende aderenti alla Federazione Sistema Gioco Italia, che prevede una regolamentazione ancora più capillare in ambito di comunicazione commerciale. Su queste basi abbiamo anche avviato un costruttivo confronto con lo IAP (Istituto per l’Autoregolamentazione Pubblicitaria) che, condividendo la nostra impostazione, potrà essere un soggetto terzo e indipendente per la valutazione delle campagne pubblicitarie“.
 
I primi due anni di lavoro hanno rilevato, attraverso focus group e analisi dei blog, la percezione dei giovani e dei professionisti, i significati positivi e critici attribuiti al gioco, le motivazioni del gioco, quale è o dovrebbe essere il ruolo dello Stato e quale quello degli operatori.


Ne è emerso un quadro eterogeneo, in cui, a fronte di una sempre maggiore sensibilità sociale rispetto al tema del gioco, risulta fondamentale la responsabilità per la promozione del gioco sicuro, la tutela dei minori e la trasparenza. In modo molto più marcato dei giovani, i professionisti enfatizzano l’importanza di interventi sugli adulti attraverso una doppia azione di formazione e prevenzione sulle famiglie e insegnanti/formatori al fine di contrastare comportamenti di gioco eccessivo e problematico.

Il professor Giancarlo Rovati, ordinario di Sociologia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha rinnovato il proprio punto di vista sulla ricerca: “Lo studio di questi primi due anni ci dà indicazioni sociologiche sul percorso che il segmento del gioco dovrà intraprendere nei prossimi anni: è importante che le aziende del comparto intraprendano sempre più una crescita di tipo responsabile e orientata al cliente, al giocatore ed alla società in cui opera piuttosto che focalizzarsi sulla centralità del prodotto nelle proprie politiche di marketing”.

“L’attività del secondo anno ha incentrato la propria attenzione sulla adozione di tecniche di ricerca avanzate con l’obiettivo di cogliere i principali commenti dei giovani e degli esperti del settore.” - ha aggiunto Marco Pedroni, sociologo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Centro di Ricerca ModaCult - “Sarà importante verificare durante la terza fase dello studio, che avverrà attraverso un’indagine demoscopica, se queste informazioni diventano patrimonio dell’intera popolazione o rimangono appannaggio dell’elite culturale dell’intera comunità”.

Articoli correlati