Romano: 'Tessera del giocatore e distanziometro non servono, educazione sì'
Per Silvana Romano, assessore al welfare di Gorizia, il Gap non si 'cura' con distanziometro e tessera del giocatore ma con l'educazione dei cittadini.
Negli ultimi anni, pressoché quotidianamente, le cronache abbondano di ordinanze e regolamenti che si propongono di contrastare il gioco patologico innanzitutto con limiti orari al funzionamento degli apparecchi o il divieto di installarli nelle vicinanze di 'luoghi sensibili', come chiese, scuole ed ospedali. Tutto giusto, ovviamente, perché tutto può servire a scoraggiare i comportamenti compulsivi, che nulla hanno a che vedere con la pratica di un gioco responsabile e scelto solo come occasionale divertimento. Ma nel panorama delle amministrazioni comunali ci sono delle voci 'controcorrente', come quella di Silvana Romano, assessore al welfare di Gorizia, che suggerisce un'altra strategia.
"Io stessa - racconta l'assessore a Gioconews.it - quando lavoravo avevo una rivendita di generi di monopolio, quindi anche di Lotto e lotterie, e credo che per scoraggiare questo tipo di dipendenza non servano né distanziometri né tessere del giocatore. Serve solo l'educazione, con campagne di sensibilizzazione nelle scuole ad esempio, e serve l'intervento dello Stato, per normare una volta per tutte la materia. Una volta non era così, c'era il Lotto, la lotteria del 6 gennaio, ora invece c'è un'offerta eccessiva, che andrebbe ridotta. Quindi bisognerebbe smettere di pubblicizzare il gioco in tv".