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Ippodromi a commissione Senato: 'Urgente riforma ippica'

05 aprile 2022 - 14:24

I portavoce delle associazioni degli ippodromi italiani ribadiscono alla Commissione agricoltura del Senato che se la gestione resta al Mipaaf il settore avrà vita breve.

Scritto da Daniele Duso
Ippodromi a commissione Senato: 'Urgente riforma ippica'

"Necessaria una riforma dell'ippica prima della fine di questa legislatura". Perfetta sintonia tra Attilio D'Alesio, presidente del Coordinamento ippodromi, Elio Pautasso, presidente di Federippodromi, Concetto Mazzarella e Pierluigi D'Angelo, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'Unione italiana ippodromi, nell'audizione di oggi, 5 aprile, all'Ufficio di presidenza della commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato.

L'incontro, in videoconferenza, fa parte dell'iter previsto per l'esame del Disegno di legge per l'Istituzione dell'Agenzia autonoma per l'ippica e disposizioni per la riforma del settore. Un Ddl presentato lo scorso anno dai senatori Patrizio La Pietra e Luca De Carlo (entrambi di FdI) con l'intento di ridare all'ippica italiana una propria autonomia gestionale, tecnica ed economica, come era ai tempi dell'Unire. Unione nazionale incremento razze equine.

D’Alesio, il primo a intervenire, illustra ai senatori collegati che "fino al 2013 l'ippica italiana era gestita dall'Unire, organismo creato nel 1936 insieme al Coni". Cancellato l'Unire la gestione è passata al ministero dell'Agricoltura, spiega D'Alesio, "creando moltissimi problemi dal punto di vista gestionale. In questi giorni con il decreto Ristori ter è stata istituita la direzione all’ippica, passo molto importante, ma c’è da fare molto di più", continua D'Alesio, "l’idea di costituire un’agenzia simile all’Unire è una decisione molto opportuna e urgente". E tocca poi il tema del sostentamento economico della nuova Agenzia spiegando che "l’ippica fino al 1998 viveva delle scommesse. Fino al 1998 in Italia c’erano solo le scommesse sui cavalli, e poi il Totocalcio. Da allora tutto è stato passato ad Adm ed oggi il settore dell'ippica continua a vivere solo grazie alla Legge Zaia".

Spiega D'Alesio che "è auspicabile un’agenzia sul modello del vecchio statuto Unire, o sul modello del Coni. Un ente che abbia il sua propria struttura dirigenziale, lasciando magari la vigilanza di compentenza al Mipaaf. Pensare che il Mipaaf possa gestire questo settore è impensabile, il personale del Mipaaf è dedicato a molti altri settori produttivi, l’ippica diventerebbe l’ultimo dei problemi e sarebbe destinata a morire. Ricorda ancora D'Alesio che in Italia esistono attualmente 36 ippodromi distribuiti in 35 città, e che "di questi, 22 o 23 ippodromi sono di proprietà dei Comuni, quindi il coinvolgimento dell’Anci (l'Associazione nazionale dei comuni italiani) è fondamentale per il rilancio del settore". E invita a "riflettere su cosa è l’ippica, ossia uno sport che un tempo era anche alle Olimpiadi", e quali siano le professioni che ne fanno parte. Come sport va rilanciato, anche perché ci sono migliaia di operatori impegnati a tutti i livelli. E questo Ddl mi sembra vada in questa direzione".

"L’ippica non può pensare di vivere solo con i proventi delle scommesse ippiche", aggiunge infine il presidente del Coordinamento ippodromi, "basterebbe stabilire una piccolissima percentuale su tutte le scommesse che si giocano in italia e destinarla all’ippica. Sarebbe la soluzione, a mio modo di vedere, migliore".

Elio Pautasso aggiunge che "come Federippodromi nel 2014/2015 presentammo una serie di riforme, che all’interno della legge delega fiscale del Governo conteneva proprio una riforma simile a questa, ma poi scadde la delega fiscale e la proposta non ebbe proseguimento". Ora questo Ddl riporta fiducia al settore. "Il primo articolo importante", spiega Pautasso, "è quello sulla riforma delle scommesse. Esiste già una legge, la legge 205 del 2017 (finanziaria per l’anno 2018) che contiene una riforma delle scommesse che però, purtroppo, è stata attuata solo in piccolissima parte. Ora qui ritroviamo la stessa riforma". 

Importanti anche gli organi che costituiscono l’Agenzia, "una cosa che ci piace molto", spiega Pautasso, "è che viene posta molta attenzione ai controlli antidoping, aspetto fondamentale. Già ora avvengono, ma devono essere ancora più precisi".

Ma "la parte più importante", secondo il presidente di Federippodromi, "è l’art. 7, che riguarda la copertura finanziaria. La legge, che sarebbe la legge 2 del 2009, l’attuale legge che regge il settore, va tenuta in essere, ma anche le altre forme di finanziamento sono condivisibili, con una parte che viene presa da tutto il settore scommesse (ippiche e del gioco in generale). Nel 1998 quando fu allargata la rete di scommesse tutto l’inizio di questo iter fu basato sulle agenzie ippiche, mai nessun ristoro è stato riconosciuto all’ippica per l’utilizzo della sua rete di agenzie".

"Un Ddl come questo", chiude Pautasso, "ha sicuramente dei tempi che non sono brevissimi, per questo anche le iniziative che sono in itinere in questo momento vanno tenute in considerazione. Nell’approvazione del decreto Ristori ter è stata inserita la direzione generale dell’ippica, passo molto importante. Il Mef sta lavorando alla legge delega per il riordino del gioco lecito in Italia, all’interno di questa legge possono essere inseriti dei provvedimenti sulle scommesse, o altro, destinado una parte del gettito erariale alla filiera ippica.

"Una cosa che per noi è molto importante sarebbe una legge sugli ippodromi, Una legge che provveda dei finanziamenti per il rinnovo delle strutture la riteniamo molto utile, simile alla legge sugli stadi".

Anche Concetto Mazzarella ribadisce che "questo Ddl contiene in sé la richiesta di realizzare un organismo che si occupi esclusivamente dell’ippica. Tutte le problematiche e la crisi del settore dipendono parecchio dalla gestione affidata al Mipaaf.  Uno dei problemi seri è il reperimento delle risorse, che il Ddl individua in modo chiaro e per noi anche molto soddisfacente.

"Un auspicio. Bisogna impegnarsi parecchio perché manca un anno e qualche mese alla fine della legislatura, questo progetto deve passare alle commissione e poi passare alle aule, confidiamo che la commissione tenga nel giusto conto che il settore ha bisogno di questa riforma entro questa legislatura".

Al senatore Cristiano Zuliani (Lega), che nell'unica domanda formulata chiede "qual è la ricetta per riportare il pubblico negli ippodromi", i rappresentanti degli ippodromi rispondono mostrando nuovamente un pieno accordo. 

Pierluigi D’Angelo, vice presidente Uni e presidente dell'ippodromo di Agnano, spiega che "il pubblico sugli ippodromi è difficile portarlo. In America hanno risolto il problema creando centri commerciali, casinò, spa e terme all’interno degli ippodromi, frutto di proventi privati e non pubblici. Questa potrebbe essere una soluzione anche per l'Italia". E aggiunge che "i cavalli che si producono in Italia sono tra i migliori del mondo", eppure "negli ultimi 10 anni abbiamo visto un decremento di risorse del 150 percento, occorre capire se poi le risorse che vengono garantite arriveranno con continuità".

Per Elio Pautasso "dobbiamo prima migliorare le strutture. L'ippodromo più recente (quello di Sicuracusa) è degli anni ‘90, gli altri sono quasi tutti centenari", spiega. "Il pubblico lo si riporta negli ippodromi facendo delle attività ulteriori, perché le corse dei cavalli non sono più sufficienti. Dobbiamo prevedere attività allargate alle famiglie, ai giovani, con attività ricreative, enogastronomiche, che già facciamo, ma che in strutture migliore sarebbero sicuramente diverse".

Anche per Attilio D’Alesio "il pubblico è vitale per gli ippodromi, così come per gli stadi. Un pomeriggio in un ippodromo è un bellissimo periodo di svago che si può vivere", ma questa opportunità "non è mai stata presa davvero in considerazione, né dall’Unire né dal Mipaaf. Tra tutti i parametri presi in considerazione per valutare un ippodromo non c’è il pubblico, eppure si dovrebbe premiare gli ippodromi che portano più pubblico.

"Bisogna stare attenti a non mescolare corse di cavalli con le scommesse", sottolinea infine il presidente del coordinamento ippodromi, "le corse dei cavalli sono 4 o 5 ore vissute all’aperto, ad assistere a una bella competizione sportiva, con attività di divertimento. Se si confonde l’ippodromo con le scommesse per il decreto dignità non si può più fare promozione".

Chiude l'intervento di Concetto Mazzarella, che spiega come la presenza del pubblico dipenda dall’accoglienza, "e poi da cosa si offre di più oltre allo spettacolo ippico, ma che se è svolto in strutture che non danno comfort, non attirano pubblico. L’ippodromo di Siracusa già fa alcune attività collaterali", spiega Mazzarella, "questo fa sì che fasce di pubblico diverso siano quotidianamente a contatto con i cavalli, anche quando non ci sono corse, e magari tornino".

"Il settore dell’ippica", chiude Mazzarella, "produce sempre delle perdite: il taglio che hanno subito le società di corse è stato del 150 percento, come si può fare a investire per migliorare l’accoglienza del pubblico? Per questo è urgente avere una riforma del settore. Soprattutto al trotto i cavalli italiani dominano la scena mondiale, è un peccato che questo settore, che ha potenzialità incredibili, non abbia la possibilità di potersi sviluppare all’interno di strutture storiche".

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