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Ludopatia e caso Bpm, Lannutti (Idv) interroga il governo

04 ottobre 2012 - 08:25

Il senatore dell’Italia dei Valori Elio Lannutti torna alla carica in materia di gioco e lo fa con ben due diverse interrogazioni. Nella prima, rivolta al ministro dell’Economia, chiede di sapere “quali risultino essere le somme stanziate e le risorse disponibili, nonché eventualmente risorse ulteriori, destinate alla prevenzione del fenomeno del cosiddetto gioco d’azzardo patologico e, specificatamente, per quel che concerne la prevenzione per i minori. Delega Fiscale: Fluvi Sul gioco si attende decisione del Governo su Dl Sanità

Scritto da Amr

Lannutti chiede inoltre "quali risultino essere i programmi e le linee di azione conseguenti e necessari a contrastare il fenomeno della cosiddetta ludopatia; quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di evitare che la criminalità organizzata continui a trarre il massimo profitto dal settore dei giochi e delle scommesse". Infine il senatore dell’Idv chiede al ministro "se non ritenga opportuno ridisegnare l’intera disciplina del settore del gioco al fine di incrementare l’efficienza e l’efficacia dell’azione di contrasto all’illegalità e alla diffusione del gioco irregolare, l’evasione e l’elusione fiscale nel settore del gioco, con particolare riferimento al settore del gioco pubblico, anche attraverso l’intensificazione delle attività di controllo sul territorio, ed assicurare altresì la tutela del giocatore".

Nella seconda interrogazione, rivolta al governo, Lannutti chiede di effettuare maggiori controlli sulla "compagine azionaria di Atlantis" e valutare se "si possa configurare l’ipotesi di un conflitto di interessi nell’incarico di Andrea Bonomi, presidente di Invenstindustrial e azionista di riferimento di BPM, considerato che lo stesso è anche socio della catena di controllo della Cogetech e della Snai". Il senatore fa riferimento al contenzioso giudiziario che ha portato Bplus a citare in giudizio presso l’Alta Corte di Londra Andrea Bonomi, in seguito all’apertura di un’inchiesta sui finanziamenti concessi ad alcune società concessionarie grazie all’intervento dell’ex presidente della BPM, Massimo Ponzellini. La BPM si sarebbe poi costituita parte civile nell’inchiesta.

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