Ordinanze Torino e Novara, operatori: 'Prosegue dialogo con i Comuni'
Nell'attesa delle sentenze definitive sulle ordinanze sul gioco di Torino e Novara, gli operatori proseguono incontri con le amministrazioni e ricorsi.
Dopo le pronunce con cui il Consiglio di Stato ha sospeso le ordinanze sul gioco vigenti, a Torino e a Novara gli operatori si trovano a fare i conti con una situazione di 'limbo' su cui pesa anche l'attesa per l'accordo sul riordino in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni ed enti locali. Ma intanto proseguono i ricorsi e gli incontri con le amministrazioni locali, come raccontano a Gioconews.it i rappresentanti di As.Tro, Sapar e Federtabaccai.
NEGRO (AS.TRO) 'RISCHIO ILLEGALITA' - "Aspettiamo. Per 180 giorni, fino al merito, dovrebbero tornare in vigore gli orari precedenti. Intanto, visto che ogni comune è una repubblica a sé cerchiamo di continuare a risolvere i problemi, presentando ricorsi ma soprattutto coltivando il dialogo con la politica locale per far capire quali sono le vere problematiche, di cosa si parla quando si parla di gioco, fra legalità, illegalita, occupazione, tutela del consumatore, tasse". Questo il punto di vista di Mario Negro, presidente onorario di As.tro.
SPERANZE A NOVARA - Intanto, la speranza di un accordo potrebbe concretizzarsi a Novara, dove il Comune è al lavoro per la redazione di una nuova ordinanza, che dovrebbe esere pronta entro la metà di febbraio, dopo aver mostrato una certa disponibilità al dialogo con gli operatori del gioco. "La scorsa estate abbiamo avuto un incontro molto produttivo con la nuova Giunta, che ci aveva detto che avrebbe modificato gli orari in vigore - decisi dall'amministazione precedente. Avevamo già steso un documento programmatico accettato da tutte le parti in causa, compresi Confesercenti e Federtbaccai, quindi speriamo che si proceda in quella direzione", conclude Valenzano.
L'INCOGNITA BERGAMO - Tornando ai 'casi' di Torino e Novara Pastorino anticipa che il sindacato dei totoricevitori e dei tabaccai si "sta muovendo per parlare con le amministrazioni locali e chiedere di valutare la situazione. Va bene fare i ricorsi, ma costano molto sia a noi sia ai cittadini, e nel caso avessimo ragione e ci vedessimo riconosciuto il pagamento del danno erariale (come richiesto nei confronti dei limiti orari vigenti a Bergamo, Ndr) pagherebbero comunque i cittadini. Quindi, visto che prima o poi lo Stato e le Regioni troveranno una soluzione sarebbe bene aspettare, anche per fare altri regolamenti comunali o leggi regionali. Forse si tratta di una forma di pressione degli enti locali sul Governo in vista del riordino nazionale. Noi intanto andiamo avanti su più fronti: nel confronto con il ministero dell'Economia e delle finanze, nel dialogo con i sindaci, specie su quelli che finora non hanno regolato la materia gioco, e aspettando la decisione della Corte dei conti sul nostro ricorso a Bergamo, dove il sindaco Giorgio Gori non ha fatto il minimo passo indietro, di fronte a danni tangibili sul settore dei tabaccai, con un crollo del fatturato del 30 percento. Mi dispiace che ancora una volta si debba trovare una soluzione in tribunale quando basterebbe solo un po' più di dialogo".