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Regione Lazio: 'Riaprono i circoli, sì a manutenzione in attività chiuse'

28 maggio 2020 - 10:03

Dal 3 giugno nel Lazio potranno riaprire i circoli ricreativi. Per le attività ancora sospese - gioco compreso - si consente l’accesso per la manutenzione e la sanificazione.

Scritto da Redazione

Mentre nei prossimi giorni si attende una nuova ondata di aperture per le attività ancora chiuse per l'emergenza Covid-19, gioco in testa, dalla Regione Lazio arriva l'ordinanza firmata dal governatore Nicola Zingaretti che, sulla scia di quanto fatto da alcuni suoi omologhi, comprende il via libera ai circoli ricreativi.

Ma anche una misura che potrebbe interessare i locali di gioco: la possibilità di accedere, a partire dal 3 giugno, "alle strutture e agli spazi aziendali esclusivamente al personale impegnato in attività di allestimento, manutenzione, ristrutturazione, montaggio, pulizia e sanificazione, nonché a operatori economici ai quali sono commissionate tali attività finalizzate alla predisposizione delle misure di prevenzione e contenimento del contagio propedeutiche a successive disposizioni di apertura".

Per quanto riguarda i circoli, la decisione di Zingaretti si pone nel solco già tracciato dalle linee guida emanate dalla Conferenza delle Regioni la scorsa settimana, secondo cui è comunque "vietato l’utilizzo di strumenti di gioco per i quali non è possibile una disinfezione ad ogni turno (es. carte da gioco)”, ma pure di videogiochi arcade o flipper, e persino dei calcetti
 
Quanto alla seconda misura, potrebbe essere l'ennesimo segnale di speranza per il comparto del gioco, chiamato a farsi trovare pronto alla prossima serie di aperture che potrebbe essere definita fin dalla prossima settimana.
Anche se l'ultimo Dpcm ha sospeso le attività di sale gioco, bingo e scommesse fino al 14 giugno, voci di corridoio dicono che la prossima Conferenza delle Regioni, dietro sollecitazione di alcuni governatori, potrebbe giungere a una definizione del protocollo in materia di gioco, così da integrare le Linee guida già approvate e quindi inviarlo alla presidenza del Consiglio dei ministri.
 

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