Relazione su infiltrazioni criminali nel gioco: chiesta riduzione offerta
I commenti dei deputati Pd e M5S alla relazione della Commissione Antimafia sulle infiltrazioni della criminalità nel gioco.
"In questa relazione della Commissione l'interesse è orientato non tanto sugli aspetti legati alle conseguenze sociali e sanitarie, che sicuramente sono importanti, ma soprattutto a come trovare misure sempre più efficienti e aggiornate per prevenire e contrastare l'infiltrazione criminale, soprattutto di matrice mafiosa". Lo sottolinea la deputata Vincenza Bruno Bossio (Pd) in merito alla discussione alla Camera sulla relazione della Commissione Antimafia sulle infiltrazioni della criminalità nel gioco.
"Noi sappiamo bene – aggiunge - che ormai non riguarda più i tradizionali settori imprenditoriali ma quelli del più recente sviluppo: il gioco, le scommesse fino al fenomeno del match fixing. Nei racket della droga e delle scommesse le mafie stanno superando le divisioni territoriali – è questa la novità – e hanno iniziato a dare vita a vere e proprie holding del malaffare. È un allarme lanciato nella sua relazione del secondo semestre 2015 dalla Direzione investigativa antimafia quando afferma che droghe e scommesse sono due settori che sembrano essersi definitivamente affrancati da quella logica di frammentazione verticale degli interessi in cui ciascuna mafia domina in maniera esclusiva un proprio business criminale. Proprio l'operazione Gambling della Dda di Reggio Calabria eseguita nel luglio 2015 è stata definita dal procuratore nazionale antimafia come il paradigma dei rapporti della ’ndrangheta e il mondo della imprenditoria per le modalità con cui le cosche calabresi si sono avvalse in questa circostanza di alcune società estere di diritto maltese, di innumerevoli siti Internet di scommesse on line e di una rete commerciale strutturata gerarchicamente.
Come si è evoluto il gioco d'azzardo in Italia ? Dal 1992 si incomincia a considerare il gioco d'azzardo un'importante leva fiscale ma solo nel 2003 c’è il vero obiettivo di cambiamento del decisore pubblico: diventa un vero e proprio settore economico anche attraverso la trasformazione dei Monopoli di Stato nell'Agenzia delle dogane e dei monopoli. La legislazione è ancora però frammentaria fino al decreto Balduzzi 2012 e alla delega al Governo della legge n. 23 del 2014 e, prima dell'effettiva delega, interviene la legge di stabilità per il 2015 e poi quella per il 2016 dove il legislatore, oltre a prevedere una revisione sul prelievo fiscale, introduce sanzioni in caso di installazione negli esercizi pubblici delle apparecchiature che permettono di giocare sulle piattaforme online. Qual è il fatturato del gioco d'azzardo in Italia ? Gli italiani giocavano 24.000 miliardi di lire nel 1998 pari a 15,8 miliardi di euro nel 2012; 84,5 miliardi nel 2014: un decimo della spesa complessiva delle famiglie. Di questi 84,5 miliardi 47 sono destinati in slot e videolottery. Quindi la spesa media di un italiano è 1.260 euro l'anno pari al 70 per cento della propria spesa alimentare. Secondo l’Economist l'Italia, nota una volta come patria di forti risparmiatori, sembra essere diventata il Paese di chi perde al gioco. È il sesto Paese al mondo quanto a perdite medie per abitante. I sostenitori però del gioco d'azzardo legale sostengono che invece lo Stato ricavi risorse ingenti (circa 8 miliardi di euro netti all'anno) e che il settore dà lavoro a 120.000 persone. Ma la questione non è così semplice e numerica. Non solo considerando i costi sanitari ed economici della ludopatia: consideriamo che solo qualche settimana è entrata nei nuovi Lea l'assistenza socio-sanitaria alle persone con dipendenze patologiche e pensiamo a quanto è accaduto l'altro giorno quando un padre ha dimenticato il bambino in macchina per andare a giocare alle slot machine. Con un giocatore patologico ogni 75 persone l'azzardo può essere considerato una vera e propria piaga sociale ma soprattutto perché rivolta alle persone più povere. Il gioco non va impedito ma neanche agevolato e pubblicizzato. L'ultima parola spetta alla Conferenza Stato-regioni ma ci auguriamo che oggi con questa Relazione inizi quel percorso, come annunciato dal Governo Renzi, che prevede l'elimitazione di oltre 114.000 macchinette per il gioco d'azzardo da bar, ristoranti e luoghi pubblici. Per combattere gli affari delle mafie sull'azzardo e gioco patologico bisogna ridurre slot e sale scommesse e consolidare il potere di regolamentazione dei comuni. Come dice giustamente la nostra presidente, se vuoi fare la lotta alla mafia non aumenti l'offerta del gioco. Più si gioca, più ci si ammala, più si gioca ancora.
Certo, in questa relazione sono contenute delle ottime proposte; noi abbiamo condiviso in toto quello che è stato fatto all'interno del Comitato e abbiamo collaborato, appunto, inserendo anche delle proposte, come MoVimento 5 Stelle, alcune sono state accolte, altre, purtroppo, no. Però, rendiamoci conto che siamo di fronte ad una situazione, ad oggi, dove abbiamo delle scadenze e degli appuntamenti importanti, penso al recepimento della direttiva antiriciclaggio entro giugno 2017, la quarta, penso, appunto, alla Conferenza unificata Stato-regioni che, in realtà, non ha ancora prodotto un'intesa e, poi, c’è il fardello, chiamiamolo così, di questa delega ancora non attuata, che è stata fatta scadere, della legge n. 23 del 2014 che, appunto, all'articolo 14, poneva le basi per avviare dei decreti legislativi in grado di andare a contrastare maggiormente il fenomeno e a regolarlo. Questa delega non è stata ancora esercitata; noi abbiamo numerose proposte di legge, una è quella del mio collega Endrizzi, che giace in Senato e che ancora non è stata presa in considerazione.
Però, a fronte di questa situazione e delle scadenze che abbiamo, certo, ci sono dei buoni propositi, ma, poi, dal punto di vista di ciò che è stato fatto fino ad oggi, vediamo che in questa legislatura non si è andati nella direzione che noi auspicavamo. Mi viene in mente il famoso decreto in tema di giustizia sulla tenuità del fatto, sulle depenalizzazioni, che ha investito, purtroppo, anche il settore dei giochi leciti e illeciti.
Quindi, di questa relazione condividiamo, come dicevo prima, l'impianto e abbiamo, appunto, collaborato, anche con numerose proposte. Penso, ad esempio, all'ampliamento della gamma dei reati ostativi per la partecipazione alle gare o il rilascio, il mantenimento delle concessioni, al fatto di aver inserito tutta questa serie di reati, tra cui, appunto, anche tutti quelli contro la pubblica amministrazione, l'articolo 416-ter, numerosi reati fiscali e così via; sono tutte proposte sulle quali, appunto, c’è stata un'intesa fortissima, e così su tante altre, però, dal punto di vista sia del metodo sia di quello che è stato fatto fino ad oggi in questa legislatura vediamo che le situazioni sono state, insomma, quasi un po’ contrarie a quello che poi si scrive e si vorrebbe fare all'interno di questa relazione condivisibilissima. Quindi, un altro momento di attenzione, secondo noi, ci dovrebbe essere nel momento in cui si parla di questione territoriale, quindi, di leggi regionali e regolamenti comunali che vanno a inserirsi in questo quadro, laddove manca una disciplina nazionale.
Allora è davvero preferibile che, al di là di quello che poi dovrebbe fare la Conferenza unificata Stato regioni, ci sia un quadro normativo nazionale minimo, regolare, uguale per tutti e che poi le regioni e i comuni vadano, ovviamente, magari, a scrivere norme o regolamenti ancora più restrittivi, ma non in mancanza di una legislazione nazionale che fa acqua da tante parti, piuttosto per – come dicevo – andare a rafforzarla. Oggi, questo quadro, dal punto di vista nazionale, è davvero tanto carente e speriamo che i buoni propositi di questa Relazione vengano tradotti in leggi approvate, magari, anche da questo Parlamento. Tuttavia, secondo noi, ci sono alcune proposte di cui parleremo anche domani in dichiarazione di voto che non sono state completamente prese in considerazione ed è molto importante che dal punto di vista dei giochi si faccia un ragionamento non teso solo a contrastare le organizzazioni criminali di stampo mafioso, ma che vada a guardare il tema nella sua organicità. Perché, come dicevo, questa è una piaga che investe tantissimi settori e, quindi, non possiamo ragionare a compartimenti stagni, dobbiamo, piuttosto, ripensare la disciplina nella sua organicità, meglio di quanto è stato fatto fino ad ora dai vari decreti Balduzzi o dalle varie leggi di stabilità, con emendamenti un po’ qua e là e con una legge delega che, ancora, non è stata tradotta in decreti legislativi. È per questo che domani, probabilmente, decideremo di astenerci su questa Relazione, pur condividendo tantissimo il lavoro dentro il Comitato diretto dal collega senatore Vaccari in maniera egregia e condividendo le proposte, anche se non tutte, che sono state finora qui fatte".