Senato: gioco in osservazione, Commissione Antimafia a Malta
In Senato dibattito sul gioco nella presentazione del libro Lose for life. Come salvare un Paese in overdose da gioco d'azzardo.
Focus sul gioco, anche quello via web, in Senato in occasione della presentazione del libro "Lose for life. Come salvare un Paese in overdose da gioco d'azzardo" di Claudio Forleo e Giulia Migneco, edito dall'Altreconomia.
L'INTERVENTO DI MINIECO - La curatrice per conto di Avviso Pubblico del libro, Giulia Migneco, sottolinea: "Il libro fa parte di un progetto di raccolta fondi da destinare a un giovane studente che lavori con noi su questa tematica. Attraverso la conoscenza si può contrastare il gioco patologico".
LA PRESENTAZIONE DI FORLEO - L'altro curatore del libro, Claudio Forleo, aggiunge: "In tema di gioco abbiamo voluto esaminare il fenomeno e il problema sotto tutti i punti di vista: dello stato, delle imprese. Quale dato: negli ultimi venti anni la raccolta è aumentata del 700 percento".
LA PAROLA AD AVVISO PUBBLICO - Secondo Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, "il tema del gioco è molto complicato: c'è l'aspetto sociale, sanitario, ma anche economico. La complessità va compresa e approfondita e deve suggerire politiche che aiutino a correggere la rotta. Bisogna creare le condizioni per ridurre l'offerta di gioco e valorizzare l'ambito di intervento delle Regioni su ore e distanze. Il potere regolamentare e di autonomia è un elemento che consente di intervenire sul settore. Bisogna intervenire sia sul gioco patologico che sulla legalità. Dobbiamo riconvertire entrate e spesa, non in maniera violenta per non tornare al modello proibizionistico, ma serve un processo di accompagnamento. Non possiamo pensare che intorno al gioco ci un pezzo importante di finanza pubblica".
La tutela della salute e della sicurezza pubblica ed il contrasto alla illegalità sono da oggi un obiettivo generale del Paese, che segna un’inversione di tendenza. Ripartiamo da un accordo che fornisce un quadro nazionale unico, che rispetta le autonomie locali, che contribuisce a ridurre l’offerta, che tutela i cittadini, facendo propria quella sensibilità sociale nata nel mondo dell’associazionismo e della società civile. Per troppi anni, infatti, mossi dalla giusta esigenza di combattere l’illegale, alla fine si era davvero esagerato con la diffusione del gioco legale. Per questo, abbiamo fatto nostra la richiesta di riduzione dell’offerta, inserendo nella manovra correttiva di aprile il taglio del 35 percento le slot machine, che passeranno da oltre 400mila a 265mila, entro aprile 2018. A ciò si aggiunge il dimezzamento, in tre anni, dei punti gioco, dagli attuali 98mila a circa 50mila.
Dove e come opererà nel territorio questa ridotta offerta di gioco pubblico? E, qui, dopo aver cercato una strada di regolamentazione condivisa delle distanze - senza successo, date le troppe divergenze - ho deciso di accogliere la proposta del mondo dell’associazionismo di lasciare alla piena responsabilità delle Regioni e dei Comuni la scelta di decidere dove debbano operare i punti gioco rimanenti, dopo il dimezzamento previsto. L’accordo prevede, inoltre, l’introduzione della tessera sanitaria per giocare e l’accesso selettivo ai punti di gioco per la tutela dei minori, la riduzione da 500 a 100 euro la immissione nelle Vlt; il richiamo alle previsioni contenute nel documento redatto dall’Osservatorio per il contrasto del gioco patologico del Ministero della Salute, l’innalzamento dei sistemi di controllo, il costante monitoraggio dell’applicazione della riforma, anche attraverso una banca dati sull’andamento del volume di gioco e sulla sua distribuzione nel territorio, alla quale possono accedere i Comuni.
Sicuramente non è tutto, e non è ancora abbastanza. Ma mi preme riportare l’attenzione su un punto. Una linea proibizionista non fa sparire del tutto il gioco, al massimo lo... nasconde. Non è questo lo scopo del lavoro che è stato chiesto dal Parlamento al Governo. Combattere la ludopatia, contrastare il gioco illegale, limitare e controllare quello legale, qualificarlo e regolamentarlo, è il mandato che abbiamo avuto.
Una strategia di questa portata necessità di una forte collaborazione tra lo Stato centrale e quello locale, le associazioni e la società. A questi attori, proprio la firma dell’accordo in Conferenza unificata, attribuisce nuove responsabilità. Alla politica centrale, perché, nella battaglia contro gli effetti negativi dell'eccesso di gioco, che il governo ha fatto propria, non si limita a controllarlo o, al più ... spostarlo altrove, ma va al cuore del problema: ridurre in modo così significativo la possibilità di giocare, e, perciò, tagliare l'offerta di gioco pubblico. Alle Regioni e agli Enti locali, alle quali spetterà la sfida della piena responsabilità nella dislocazione territoriale equilibrata dei punti vendita, dopo il dimezzamento previsto dalla riforma. Al mercato, perché la riforma imporrà nuovi modelli economici di aggregazione e concentrazione dell’offerta. Alla società civile e al mondo dell’associazionismo, chiamato a proseguire nel suo lavoro di stimolo e di pungolo affinché Governo, Regioni ed enti locali possano perseguire l’obiettivo di difesa del bene comune".