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Toscana, il Consiglio regionale discute la legge sul gioco

09 ottobre 2013 - 09:19

Liguria, Lazio, Emilia Romagna, e a breve, probabilmente, la Lombardia. La lista delle regioni italiane dotate di una legge specifica in materia di gioco e ludopatia si allunga e già da oggi potrebbe aggiungere anche la Toscana, dove è in corso la seduta del Consiglio regionale che esaminerà il testo frutto dell'unificazione delle quattro proposte presentate nel tempo da Udc, Fdi, Più Toscana e Pd.

Scritto da Fm

INCENTIVI PER CHI RIMUOVE LE SLOT - Il provvedimento, già approvato dalla IV Commissione Sanità e politiche sociali lo scorso 3 ottobre, contempla una serie di norme che includono il divieto di apertura delle sale da gioco in un raggio di 500 metri dai 'luoghi sensibili', la maggiorazione dell'0,1 dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) per gli esercizi pubblici e commerciali e i circoli privati in cui vi sia offerta di apparecchi per il gioco lecito, e la promozione di contributi per la loro rimozione (a cui si associa anche il rilascio di un logo 'No slot').

CORSI DI FORMAZIONE PER ESERCENTI - Chiede inoltre il divieto di pubblicizzare il gioco, obbliga i gestori delle sale ad esporre materiale informativo all'esterno e all'interno dei locali, ed introdurre idonee soluzioni tecniche volte a bloccare automaticamente l'accesso di minori ai giochi. Il personale delle sale e gli esercenti sono inoltre tenuti a frequentare corsi di formazione e aggiornamento organizzati dalle Usl in raccordo con i comuni del rispettivo ambito territoriale.

PREVENZIONE E SANZIONI - In tema di prevenzione e cura, la proposta chiede il sostegno finanziario ai progetti del terzo settore volti al reinserimento sociale di persone affette da gioco patologico e l'istituzione dell’Osservatorio regionale sul fenomeno della dipendenza da gioco.
Le funzioni di vigilanza sull'osservanza dei divieti sono esercitate dai comuni; in caso di non ottemperanza scattano sanzioni amministrative comprese fra i 1.000 e i 5.000 euro e si può arrivare anche alla chiusura delle sale da gioco, "ovvero la chiusura degli apparecchi per il gioco lecito mediante sigilli".

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