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Verso il Sostegni bis, perdita esercizio nuovo criterio allo studio

15 aprile 2021 - 10:56

Si avvicina l'emanazione del decreto Sostegni bis, il Governo studia contributi basati sull'effettiva perdita di esercizio.

Scritto da Redazione

Mentre nelle commissioni Bilancio e Finanze del Senato prosegue l'esame del primo decreto Sostegni e si attende la procedura di segnalazione degli emendamenti da parte dei gruppi, il Governo si appresta a chiedere al Parlamento l'autorizzazione a un nuovo scostamento di bilancio, decisione che potrebbe essere presa proprio oggi 15 aprile nel consiglio dei ministri convocato per il primo pomeriggio.

E intanto, in forza di questo ulteriore scostamento (40 miliardi di euro, di cui circa 20-22 da mettere a disposizione delle imprese), l'Esecutivo mette a punto i dettagli del decreto Sostegni bis, che potrebbe essere varato da Palazzo Chigi entro fine mese.

Quello che più interessa, almeno in questa prima fase, è che si sta lavorando a nuovi criteri per l'accesso ai contributi: non più i "vecchi" codici Ateco, come prevedevano i decreti Ristori facenti capo al Governo Conte 2, e non più il calo di fatturato tra il 2020 e il 2019 (che comunque non deve essere superiore a 10 milioni di euro), ma l'effettiva perdita di esercizio, dunque il cosiddetto Mol (margine operativo lordo). Si tratterebbe di una decisione tutto sommato favorevole per numerose imprese di gioco, che hanno sì alti fatturati, ma pure alti costi.

È lo stesso Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico ad anticipare i criteri allo studio per il nuovo contributo.
“Per alcune categorie, che hanno subito l’arresto dell’attività la valutazione corretta dovrebbe basarsi sulla diminuzione del margine operativo lordo, che è la sintesi tra fatturato e costi”, ha spiegato Giorgetti.

Per aggirare il fatto che i bilanci 2020 non sono ancora stati approvati, si ipotizza un acconto del contributo, basato ancora sul calo del fatturato, e il saldo/conguaglio a giugno o luglio, basato sull’effettiva perdita di esercizio.

“Si potrebbe integrare con gli indici già delineati dall’ultimo decreto sostegni e permetterebbe di individuare modalità eque di determinazione degli indennizzi capaci di beneficiare coloro che sono rimasti esclusi dallo spettro di operatività dell’ultimo decreto, senza doversi avventurare nelle maglie dei codici Ateco il cui utilizzo è stato in passato foriero di ingiustizie sostanziali e manifeste disparità di trattamento”.

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