Sarà il consiglio dei ministri, fissato per la giornata di oggi 17 maggio, a stabilire e ufficializzare le nuove misure in un decreto legge. Intanto, le proposte uscite dalla cabina di regia fissano una data per la riapertura del gioco: il 1° luglio. Una data certa, ma altrettanto certamente essa delude le attese degli operatori di gioco in lockdown da fine ottobre 2020, e che speravano nel 2 giugno, tanto più che la riapertura estiva arriva in un periodo tradizionalmente poco "redditizio" per le sale, e al termine degli Europei di calcio 2021, privando dunque le agenzie di scommesse di un evento sul quale raccogliere puntate "fisiche".
Le altre proposte, e che si immagina saranno accolte nel Dl, sono relative innanzitutto al coprifuoco: da martedì 18 maggio slitta alle 23, dal 7 giugno a mezzanotte e dal 21 giugno sarà abolito. Via libera invece alle piscine al chiuso il 1° luglio, ai centri commerciali il prossimo fine settimana, alla consumazione al bancone del bar il 1° giugno, ai ristoranti al chiuso anche a cena dal 1° giugno, agli impianti da sci il 22 maggio, ai corsi di formazione il 1° luglio, ai congressi il 15 giugno con green pass e ai parchi tematici dal 15 giugno, anzichè il previsto 1° luglio.
I PRIMI COMMENTI - Negativi i primi commenti alle nuove misure. Secondo Massimiliano Pucci, presidente di As.tro, questa è "l’ennesima prova che esiste un pregiudizio sull’industria del gioco legale: ultimo a riaprire nonostante i nostri protocolli di sicurezza siano tra i più efficaci. Le aziende del gioco non hanno ricevuto ristori se non in minima parte e tenerle chiuse per ulteriori 45 giorni, nonostante l’Italia stia aprendo ogni tipologia di attività, non ha alcuna giustificazione se non di natura ideologica. Per esempio, far riaprire le agenzie di scommesse a campionati europei quasi terminati è come aprire le spiagge a novembre. E stiamo parlando di attività gestite per conto dello Stato". Pucci spera che "prevalga almeno il buon senso nelle Regioni che dovessero diventare zone bianche prima del 1° luglio e prima che l’industria del gioco illegale, sempre più presente sui nostri territori, porti a compimento l’opera di conquista degli spazi lasciati vuoti".
Ma la decisione vede contrari anche diversi esponenti politici, come ideputati di Forza Italia Mauro D’Attis, Maurizio D’Ettore e Andrea Ruggieri che in una nota congiunta la ritengono "senza criterio", oltre a rischiare "di buttare definitivamente per strada un comparto, legale, che occupa circa 130.000 addetti. La scelta suona oltretutto fortemente discriminatoria, anche perché di fatto si mantengono chiuse le sale gioco legali e si consentono le lotterie. Il nostro impegno per anticipare la riapertura di queste attività non verrà meno alla luce anche degli importanti passi in avanti fatti durante le audizioni in Commissione vigilanza banche dalle quali si sono già avuti segnali di apertura per evitare, anche lì, la ingiusta discriminazione nei confronti delle aziende del settore del Gioco Legale del quale, ricordiamo, il concessionario è lo Stato”.