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Camera, Commissione infanzia: 'Serve fondo nazionale dipendenze'

24 febbraio 2022 - 12:35

La commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza pubblica documento conclusivo sull'indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche tra i giovani: accento sulla prevenzione, anche nel gioco.

Scritto da Redazione
Camera, Commissione infanzia: 'Serve fondo nazionale dipendenze'

“Per quanto concerne la prevenzione e il contrasto della dipendenza patologica del gioco minorile, occorre rafforzare controlli e sanzioni per limitare l’accesso dei minori ai giochi. Sul fronte del gioco online mancano strumenti di verifica adeguati a identificare il reale utente, e quindi la minore età, che usufruisce dei servizi delle piattaforme. È necessario un inasprimento del processo di verifica e identificazione tramite strumenti avanzati (riconoscimento facciale, verifica video, impronta, etc.) tanto più che giocare e contrastare avvengono entrambi online. Risultano inoltre necessarie iniziative di educazione mirate al target dei più giovani; infatti, sono proprio i più giovani che tendono ad essere focalizzati sugli aspetti del gioco collegati alle vincite e alla possibilità di guadagni in tempi brevi. È fondamentale che si sviluppino anche qui delle campagne di sensibilizzazione mirate, partendo dalle scuole, in cui si aumenti la consapevolezza dei rischi connessi al gioco tra i più giovani”.

 

È quanto emerge dalla lettura del documento conclusivo redatto dalla commissione parlamentare per l'Infanzia e l'adolescenza a seguito dell’indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani, presentato nella seduta del 23 febbraio.
 
Il documento è il frutto di una vasta serie di audizioni per approfondire i temi oggetto dell’indagine conoscitiva, con rappresentanti dei servizi pubblici, delle comunità terapeutiche e della comunità scientifica, dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e del Garante della privacy, di magistrati e di esperti in materie giuridiche, dei ministri per le Politiche giovanili, l’Istruzione, l’Interno, le Pari opportunità e la famiglia, senza dimenticare i contributi pervenuti da alcune Regioni.
 
Come è emerso dall’ampia attività conoscitiva svolta dalla Commissione, le dipendenze patologiche rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso anche tra i giovani, e per combatterle sono state individuate alcune linee di intervento e indicazioni per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze sia comportamentali che da sostanza. “Una efficace politica di contrasto alle tossicodipendenze e al consumo di alcol fra i più giovani non può che basarsi in primo luogo sulla prevenzione. Nella prevenzione entrano in gioco diversi attori: la famiglia, la scuola, la comunità educante, il gruppo dei pari e le istituzioni. Funzione della prevenzione, nel breve e nel medio periodo, deve essere l’aiuto del giovane ad abbandonare quei comportamenti disfunzionali che ne pregiudicano un sano sviluppo psicofisico, mentre nel medio-lungo periodo si deve guardare alla cura delle situazioni di disagio”, sottolinea il documento.
 
Inoltre, “occorre intervenire per contrastare questa diffusa sovrastimolazione 'tecnologica': molti genitori appaiono impreparati a gestire, in qualità di educatori, le sollecitazioni e i pericoli connessi con la repentina e costante innovazione tecnologica, a volte distratti, altre volte indulgenti e permissivi consentendo ai bambini di trascorrere interi pomeriggi davanti allo schermo senza alcun specifico controllo, con conseguenze devastanti anche sulla loro salute fisica. È evidente che in questo contesto un ruolo chiave può essere svolto anche dalla scuola, in quanto istituzione deputata alla fondamentale e nobile funzione di accompagnare la crescita umana anche attraverso la formazione nozionistica come altresì quella non cognitiva”.
 
Poi, “appare improcrastinabile prevedere in forma stabile nell’organico scolastico, una figura professionale specialista nell’ambito delle relazioni umane e del benessere psico-fisico, che possa rivolgere la propria attività in favore degli studenti, ma anche delle famiglie, degli insegnanti e del personale scolastico. La necessaria funzione di tutela e promozione del benessere nel contesto formativo, oltre che di intervento in caso di espressione del disagio o della devianza, vede nello psicologo l’idonea figura professionale che, sulla base delle specifiche competenze in suo possesso, è in grado di sostenere e promuovere lo sviluppo sano della persona in età evolutiva. Appare in altre parole necessario prevedere in modo strutturato la figura dello psicologo scolastico, l’unica in grado di possedere le competenze specialistiche necessarie a fornire consulenza e modelli di intervento ai diversi organi e soggetti che afferiscono ai sistemi scolastici (consiglio d’istituto, dirigente scolastico, docenti, alunni, genitori) su un’ampia diversificazione di problematiche quali, a titolo di esempio: il bullismo, le dipendenze, i disturbi alimentari, l’abbandono scolastico, la diagnosi precoce del disagio, la motivazione e gli stili di apprendimento, le dinamiche e i problemi nel gruppo-classe, la mediazione del conflitto, la comunicazione fra le diverse componenti scolastiche e familiari, l’orientamento scolastico-professionale, l’integrazione di alunni disabili o di altre culture”.
 
Nel corso degli ultimi trent’anni, recita ancora il documento, “il panorama delle dipendenze patologiche è, infatti, profondamente mutato, sia per la capillarità del fenomeno che per le specifiche caratteristiche assunte dallo stesso. Oltre alla diffusione di sostanze sintetiche sempre nuove e differenti alla diffusione della polidipendenza, ovvero della contemporaneità di più dipendenze patologiche nella stessa persona, e all’innalzamento dei casi di comorbilità, intendendo con ciò la contemporanea presenza di almeno una forma di dipendenza patologica insieme a una patologia psichiatrica, riscontrati in fase di diagnosi e di cura, si registra anche un abbassamento dell’età dei consumatori. Ancora, dalla entrata in vigore del Testo unico si è modificata anche la società, a seguito dell’utilizzo sempre più massivo dei computer, di internet, delle nuove tecnologie e dei social che hanno portato, unitamente al progresso, alla creazione non solo di nuove forme di vendita di prodotti, il cui utilizzo distorto è in grado di produrre effetti psicostimolanti con differenti livelli di rischio e di danno, ma anche di una vera e propria rete di spaccio potenzialmente internazionale. La poliedricità del fenomeno delle dipendenze patologiche da sostanze e comportamentali, nonché delle polidipendenze, rende non più procrastinabile la riforma del testo unico, con particolare riferimento al sistema dei servizi di prevenzione, cura e riabilitazione. Occorre intervenire sul testo unico sia sul piano della governance, sia del processo integrato di presa in carico globale della persona sia infine delle risorse. Per quanto riguarda la governance del sistema, occorre garantire la priorità delle scelte di indirizzo politico effettuate dal Comitato nazionale di coordinamento per l’azione antidroga e istituire l’Osservatorio nazionale permanente sulle dipendenze patologiche, in luogo della Consulta degli esperti e degli operatori sociali sulle tossicodipendenze, ritenuta meno efficace alla luce dell’azione svolta; l’Osservatorio deve avere funzioni di raccolta dei dati e composto da un’adeguata rappresentanza degli attori chiamati a interagire nei processi di prevenzione, cura, riabilitazione e inserimento sociale e lavorativo; inoltre, potrà essere il contesto in cui accogliere ed elaborare le diverse istanze regionali attraverso l’attiva partecipazione dei rappresentanti territoriali”.
 
Coerentemente con la necessità di dover affrontare, in termini di prevenzione, cura e reinserimento socio-lavorativo, in seno al Dipartimento per le politiche antidroga, oltre alle dipendenze da sostanze illegali, anche quelle da sostanze legali, nonché quelle comportamentali, “si ritiene fondamentale procedere innanzitutto alla modifica della denominazione del Dipartimento in questione, ridenominandolo Dipartimento nazionale per le politiche di contrasto delle dipendenze patologiche, così da ricondurre a un’unica struttura le competenze riferite anche all’alcol, al fumo, al gioco d’azzardo, alle dipendenze da inter- net, social media eccetera.
Al fine di poter effettivamente rilanciare un’azione di reale contrasto delle dipendenze patologiche, è necessario reintrodurre un fondo nazionale specificamente dedicato a tali dipendenze (il Fondo nazionale per il contrasto delle dipendenze patologiche), superando la scelta di fare confluire le relative risorse indistintamente nel Fondo nazionale per le politiche sociali. In ultimo, si segnala l’esigenza una razionalizzazione del sistema tariffario, che oggi rappresenta un punto debole dei servizi nei diversi territori regionali, disomogeneo e spesso insufficiente a rispondere alla necessità di garantire realmente un servizio di qualità, globale e integrato, alla luce delle nuove sfide e delle complessità sempre maggiori che i servizi devono necessariamente affrontare, a garanzia della qualità dell’intervento e dell’offerta articolata dello stesso e nel rispetto della persona da porre, sempre, al centro del loro operato".
Da ultimo "la crescita esponenziale, nella nostra società, delle dipendenze da sostanze, legali e illegali, oltre che delle dipendenze comportamentali, in quanto patologie che minano, direttamente e indirettamente, la qualità della vita e la salute dei cittadini rende opportuna l’istituzione di una Giornata nazionale sulle dipendenze patologiche, in occasione della quale si inaugurerà una settimana di iniziative, incontri ed eventi nel territorio nazionale volti a informare e a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle dipendenze patologiche”.
 

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