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Conagga, Iori: “Decreto sanità, finalmente ludopatia nei Lea, ma resta ostacolo finanziamento”

22 settembre 2012 - 09:59

Il disegno di conversione in legge del decreto Sanità è all’esame della commissione Affari sociali della Camera e il dibattito è acceso anche al di fuori del Parlamento sulle tante e importanti disposizioni contenute, a cominciare da quelle sul gioco. Turco (Pd): Bene aggiornamento dei Lea con inserimento della ludopatia

Scritto da Anna Maria Rengo

A tale proposito, il presidente del Conagga Matteo Iori, osserva: “Dopo diverse dichiarazioni dello stesso Ministro della Sanità, il Consiglio dei Ministri ha emanato un decreto sul gioco d’azzardo che contempla l’introduzione della patologia da gioco all’interno dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza)".

"Da anni chi si occupa di questa forma di patologia chiedeva che ciò avvenisse e ora, forse anche a causa dell’incombente sentenza del 1 agosto 2012 del Tar del Lazio, lo Stato italiano ha finalmente riconosciuto questa patologia. L’articolo 5 al comma 1 dispone l’aggiornamento dei LEA e il comma 2 specifica che questi dovranno prevedere anche le patologie da gioco d’azzardo. Purtroppo all’interno dello stesso articolo è specificato che questo dovrà/potrà avvenire solo “nel rispetto degli equilibri programmati di finanza pubblica”, il che è traducibile con l’assenza di risorse economiche dedicate (previste invece dalla precedente bozza del decreto grazie alla tassa sulle bibite gassate). La mancanza di risorse assegnate potrebbe essere un ostacolo molto grosso in quanto significherebbe chiedere ai servizi pubblici (molto probabilmente ai Sert) di farsi carico di tanti nuovi utenti con gli organici di sempre. L’inserimento nei Lea dovrebbe permettere ai giocatori patologici di avere cure garantite dal sistema sanitario nazionale e anche di poter essere inseriti in strutture terapeutiche residenziali, ma senza una copertura economica specifica sarà molto complesso garantire una cura adeguata e si rischia di innescare una sorta di ‘guerra fra poveri’ costringendo i servizi pubblici a dividere fra i tossicodipendenti, gli alcolisti e i giocatori patologici, coloro che potranno essere presi in carico e coloro che, per carenza di organico o di risorse, non potranno essere aiutati”.

Qual è il suo giudizio su questa disposizione e gli auspici ora che si sta nella fase di conversione in legge?

“Il decreto Balduzzi è stato limato notevolmente su alcuni commi presenti nella prima bozza di legge, e questo ne ha ridotto la rilevanza. Spariscono alcuni vincoli sulle pubblicità, ma resta almeno un’importante attenzione per le pubblicità rivolte ai minori e per una più corretta informazione sul gioco d’azzardo, sparisce la possibilità di chiudere temporaneamente un luogo di gioco d’azzardo in caso di manifeste patologie, ma vengono introdotti almeno 5.000 controlli annui per la tutela dei minorenni, e sul tema delle distanze da luoghi sensibili il tutto è demandato ai Monopoli di Stato per un progressivo spostamento che dovrà tenere conto di tanti fattori che lo limiteranno notevolmente. Il fatto che il Decreto sia stato notevolmente ridimensionato dimostra quante pressioni vengano esercitate su questo tema e quanto si rischi che il passaggio della conversione di legge possa ulteriormente ridurre la parti più salienti. La speranza è che la discussione in Parlamento possa invece riprendere con forza alcuni dei passaggi ‘persi lungo la via’ e promuovere un ragionamento più complessivo sul gioco d’azzardo che tocchi i temi delle risorse economiche dedicate, del maggiore potere ai Sindaci, della pubblicità, della ricerca e della moratoria rispetto all’introduzione di ulteriori proposte di azzardo”.

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