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Consiglio dei ministri: sì alla Nadef 2022

29 settembre 2022 - 09:36

Il Consiglio dei ministri approva la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) 2022, nel testo possibili riferimenti a gioco e riordino.

Scritto da Redazione
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Ancora una volta – ma la certezza si avrà solo dopo la trasmissione del testo al Parlamento - potrebbe esserci un riferimento a gioco e riordino nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) 2022, approvata dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e del ministro dell’Economia e delle finanze Daniele Franco, nella seduta di ieri, mercoledì 28 settembre.

 

La Nadef delinea lo scenario a legislazione vigente senza definire gli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2023-2025. 

L’economia italiana ha registrato sei trimestri di crescita superiore alle aspettative; le prospettive adesso risultano meno favorevoli in ragione del marcato rallentamento dell’economia globale e di quella europea, principalmente legato all’aumento dei prezzi dell’energia, all’inflazione e alla situazione geopolitica.

Per l’anno in corso, si prevede che il livello tendenziale del prodotto interno lordo (PIL) aumenti del 3,3 percento, dal 3,1 percento contenuto nello scenario programmatico del Def in aprile, grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del Pil nella seconda metà dell’anno.

Inoltre, per effetto del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest’anno, si prevede che l’indebitamento netto (deficit) tendenziale scenda dal 7,2 percento del 2021 al 5,1 percento del 2022, un livello inferiore all’obiettivo programmatico definito nel Def, pari al 5,6 percento. Anche il rapporto debito/Pil è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4 percento dal 150,3 percento del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3 percento nel 2025.

Nel 2023, a causa dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6 percento rispetto al 2,4 percento programmatico del Def di aprile; l’indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente viene previsto al 3,4 percento, inferiore all’obiettivo programmatico del 3,9 percento del Def. Queste previsioni sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale e non tengono conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure.

 

 

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