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Delega fiscale, la discussione alla Camera sulle nuove regole del gioco pubblico

11 luglio 2023 - 10:08

L'intervento di Tabacci (Pd-Idp) nella discussione generale alla Camera sulla Delega fiscale con il gioco d'azzardo al centro della riforma tanto attesa.

Scritto da Daniele Duso
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Avviata ieri, 10 luglio, come da programma, alla Camera la discussione dell'Assemblea sui testi del disegno di legge: Delega al Governo per la riforma fiscale (C. 1038-A) e dell'abbinata proposta di legge: Marattin e Enrico Costa (C. 75).

Si parla, ovviamente, anche di gioco, con il disegno di legge che comprende, come è ben noto, anche la riforma del gioco pubblico a lungo attesa da più parti per riorganizzare il settore.

Dopo l'intervento del viceministro Maurizio Leo, che fa una sorta di introduzione al Ddl, spiegando all'assemblea che "l’obiettivo di questa riforma è proprio quello di dare un assetto organico e sistematico a questa materia", parlando di un intervento che "si muove su diverse direttrici", il primo intervento che cita il gioco non tocca minimamente la questione del riordino.

Il discorso di Bruno Tabacci (Pd-Idp), infatti, tira in ballo il gioco solo a sostegno della tesi che la Riforma fiscale si basi su "un’idea distorta della realtà sociale". Secondo Tabacci "siamo dunque divenuti una società signorile di massa" e il gioco d’azzardo legale, che "raggiunge i 107 miliardi di euro l’anno e corrisponde quasi al totale della spesa sanitaria, 117 pubblica più 40 privata", ne sarebbe una cartina di tornasole. Ovviamente in questo senso va sempre considerata l'immensa mole di danari e di miliardi che tornano indietro ai giocatori in termine di vincite che rendono il paragone totalmente sperequato. I 107 miliardi non vanno dispersi, una parte tornano allo stato come prelievo fiscale e l'80-90% se non a quote ancora più alte in alcuni giochi, tornano direttamente ai giocatori sottoforma di vincita. 

"Ovviamente non considero il gioco d’azzardo illegale, che è un’altra delle dimensioni che vanno calcolate, perché esiste, c’è. Almeno a sentire quelli che praticano o che organizzano il gioco d’azzardo legale c’è una lamentela nel senso che questo gioco sarebbe ampiamente ridimensionato rispetto al gioco d’azzardo illegale. Il gioco d’azzardo poi viene enfatizzato anche dalla Rai con programmi di successo che in questi anni hanno tenuto banco, come L’eredità e Affari tuoi, a partire dal 2003 a ridosso del TG1. Chi è che non vede la distanza siderale che c’è tra il messaggio dei pacchi e quello di “Lascia o raddoppia?” piuttosto che di Rischiatutto?". Ma i giochi citati dal parlamentare non fanno parte della dimensione del gioco legale di cui si discorre e che gestice il Mef tramite Adm. 

Continua Tabacci spiegando che "ho avuto la fortuna di avere un professore che si era presentato a “Lascia o raddoppia?”, e che sapeva a memoria la Divina Commedia, eppure è caduto in un infortunio sull’Inferno, ma dava a noi studenti la sensazione che bisognasse sapere qualcosa. Non si poteva andare a “Lascia o raddoppia?” se non si conosceva una materia. Ora che distanza siderale c’è tra “Lascia o raddoppia?” e i pacchi? Alla base dei pacchi ci deve essere una sfacciata fortuna. Se tu hai la fortuna, hai risolto il problema. Primi in Europa e terzi nel mondo per numero di utenti unici di telefonia mobile e possessori di smartphone, il quale poi determina più social che approfondimento e cultura, da cui emerge anche una certa violenza dei social rispetto alla stessa cultura popolare del bar del paese, per tornare indietro ad abitudini che avevano un loro valore e una loro serietà. Siamo dunque divenuti una società signorile di massa non solo perché i nostri livelli di benessere sono ben al di sopra della sussistenza".

Di tono nettamente diverso l'intervento di Andrea Quartini (M5S) che già nei giorni scorsi, nei suoi interventi in commissione, non aveva risparmiato critiche a una riforma che "va indietro negli anni, una specie di restyling di una norma vecchia di cinquant’anni."

E sottolinea l'intenzione del governo, con questa riforma (e non solo) di fare cassa, "ancora, mantenendo il ruolo di biscazziere allo Stato nello stesso gioco d’azzardo, promuovendolo ogni volta che c’è da far cassa, senza far niente per scoraggiarlo. Anzi, si mantiene l’invarianza di gettito, per garantire entrate allo Stato e ai concessionari. In passato e attualmente, anche con il 'decreto Alluvioni', addirittura lo si è incoraggiato con lo scopo di finanziare le ricostruzioni. È scandaloso far cassa per ricostruire attraverso il gioco d’azzardo o attraverso l’aumento del biglietto per entrare ai musei, penalizzando le fasce più povere e la scuola. È una misura che a noi non convince. Chiariamoci: coloro che azzardano perdono sempre".

Dopo il lungo intervento di Quartini (che cita ben 52 volte il gioco), non essendoci altri interventi richiesti, il presidente dichiara chiusa la discussione sulle linee generali. 

L'esame del provvedimento in Assemblea alla Camera continua oggi, 11 luglio, con la votazione nominale degli articoli della Pdl, mediante procedimento elettronico.

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