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Dl Ristori, tabaccai: 'Con restrizioni ai giochi entrate a picco'

11 novembre 2020 - 09:24

Audizione della Fit in commissione al Senato: 'Dai giochi alla riscossione dei tributi, siamo un'estensione dello Stato, sostegno economico anche per noi'.

Scritto da Redazione
Dl Ristori, tabaccai: 'Con restrizioni ai giochi entrate a picco'

"Non vorremmo che l’aver lasciato i tabaccai aperti generi in qualcuno la convinzione che i fatturati siano quelli ante crisi sanitaria. Ed in effetti, pur riconoscendo l’enorme sforzo economico che è stato fatto con le misure finora previste non possiamo non sottolineare l’assenza sia di misure specifiche in favore di chi sta servendo il Paese, sia di misure di ristoro per quelle attività che pur rimanendo aperte hanno visto azzerarsi i loro incassi essendo inseriti in strutture funzionali a servizi di fatto sospesi".

Con queste pariole, in un documento consegnato alle Commissioni V e VI, Bilancio e Finanze del Senato, i rappresentanti della Federazione italiana tabaccai hanno portato al tavolo di Palazzo Madama la richiesta di un sostegno economico "in favore - spiegano - di una categoria che dalle istituzioni è da sempre riconosciuta come un’estensione dello Stato, in virtù dell’attività di esattore di tributi su base volontaria per la vendita dei tabacchi, dei giochi o per la riscossione di tributi locali e servizi per la collettività, ma che dallo Stato non riceve alcun aiuto specifico, neanche per tutelare quegli incassi che affluiscono direttamente all’Erario e per i quali solo lo Stato può disporre uno slittamento dei termini".

L'istanza Fit è quella di un sostegno, nell'ambito del Dl Ristori, a favore di tutte le imprese che siano in grado di dimostrare la perdita di redditività che ha comportato e sta comportando la crisi in atto. La categoria dei rivenditori di generi di monopolio, è stato ricordato alle due commissioni parlamentari, è composta complessivamente da circa 54.000 microimprese per un totale di oltre 150.000 addetti. "Gestiamo attività - dicono i tabaccai - che sono riconosciute anche dalla collettività come presidi dello Stato, soprattutto nei piccoli Comuni. Presidi che per rimanere aperti e garantire i servizi alla collettività sostengono dei costi troppo elevati che non trovano copertura negli introiti esigui di questo periodo, anche in considerazione delle restrizioni alle attività dei giochi".
 
"In questo periodo di gravissima difficoltà per il nostro Paese, i tabaccai sono stati chiamati a offrire il proprio contributo alla collettività vendendo i generi di monopolio e continuando ad erogare ai cittadini servizi di pubblica utilità. Lo hanno fatto pur nella consapevolezza di mettere a repentaglio la propria salute e quella delle proprie famiglie. Il bilancio negativo della nostra categoria in termini di vite umane potrà farsi solo a emergenza finita perché al momento annotiamo giorno dopo giorno i tabaccai che ci hanno lasciato, specie nel Nord Italia. Siamo consapevoli di essere tutti in prima linea, così come siamo consapevoli che l’emergenza ha una portata senza precedenti".
 
Sul tavolo della discussione anche alcune specifiche sulle tabaccherie ubicate in tribunali, aeroporti e stazioni ferroviarie in virtù dell’azzeramento dell’abituale utenza, causa restrizioni e limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria da Covid; quelle caratterizzate da elevati volumi di pedonabilità, specialmente se ubicate in zone ad alta concentrazione di uffici che hanno subito una contrazione dei ricavi in virtù dell’incentivazione dello smart-working e delle limitazioni alla libera circolazione delle persone; ma anche insoluti o tardivi versamenti anche di pochi giorni che proprio per la loro natura tributaria comportano pesanti sanzioni amministrative fino alla revoca della concessione.
 
Contributi specifici per la categoria e strumenti a misura per alcune attività in particolare, le richieste formulate con delle proposte emendative al vaglio dei parlamentari coinvolti.

 

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