Sono ancora in sospeso due norme relative al mondo del gioco emanate dal governo Conte II, che fu in carica dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021.
È quanto emerge dall'ultimo dossier del Servizio per il controllo parlamentare presentato alla Camera dei deputati, che fornisce il monitoraggio dei provvedimenti attuativi (Dpr, Dpcm, Dm, provvedimenti dei direttori delle Agenzie, ecc.) previsti da leggi ed atti aventi forza di legge approvati a partire dalla XVII Legislatura che risultano ancora da adottare alla data del 15 maggio 2023.
Tra le misure ancora da attuare vi è quella relativa alle "Modalità attuative del blocco dei pagamenti a favore di soggetti che offrono attraverso reti telematiche o di telecomunicazione, giochi, scommesse o concorsi pronostici con vincite in denaro, privi di concessione o altro titolo autorizzatorio". Si tratta di un Provvedimento del direttore dell'Agenzia dogane e monopoli previsto dalla legge 157 del 2019, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.
Il secondo atto ancora in sospeso è la "Disciplina dei criteri e delle garanzie necessarie per tutti i soggetti coinvolti nella gestione della rete telematica e nei sistemi dei dati raccolti, registrati e trasmessi dagli apparecchi del gioco d’azzardo. Dati raccolti per controllo, prevenzione e repressione del gioco illegale", prevista dalla legge 190 del 2019, che è la legge di Bilancio per l'anno 2020.
Spiega il dossier che "il processo legislativo in Italia è da tempo caratterizzato dalla presenza di un’elevata percentuale di fonti primarie – leggi o atti aventi forza di legge - contenenti molte norme che demandano la disciplina di numerosi e rilevanti aspetti della materia su cui intervengono a successivi atti secondari, senza i quali l’intervento normativo che si è inteso produrre non può esplicare pienamente i propri effetti. Ciò fino alla conseguenza limite di tradursi in misure la cui concreta rilevanza per i cittadini e le imprese è, di fatto, differita, se non vanificata, essendo subordinata all’effettiva attuazione attraverso l’adozione di norme secondarie, tipicamente decreti ministeriali, ma non solo. L’elevato numero di rinvii legislativi a provvedimenti di attuazione caratterizza, come premesso, non solo le leggi formali, ma anche gli atti aventi forza di legge e, in particolare, i decreti-legge. Con riferimento a questi ultimi si segnala peraltro il fatto che il numero di rinvii a provvedimenti attuativi registra spesso un sensibile aumento nella fase di conversione rispetto al testo originario, con il risultato che è proprio il passaggio parlamentare ad amplificare una tendenza verso lo spostamento delle scelte normative nell’alveo dell’Esecutivo".
"Per offrire una rappresentazione delle dimensioni del fenomeno", si legge ancora nel dossier, "dell’attuazione delle leggi si fa presente che nella XVIII Legislatura sono state nel complesso approvate 315 leggi (di cui 104 leggi di conversione di decreti-legge) e sono stati emanati 146 decreti-legge, 164 decreti legislativi e 17 regolamenti di delegificazione. In base al monitoraggio, è emerso che le suddette leggi prevedono 2.271 provvedimenti attuativi di rango non legislativo (al netto dei decreti del Ministro dell’economia di natura meramente contabile); senza prendere in considerazione le leggi di autorizzazione alla ratifica, le leggi di istituzione di Commissioni parlamentari di inchiesta, i decreti-legge in corso di conversione a cavallo tra la XVIII e la XIX Legislatura, si tratta di 33 decreti del Presidente della Repubblica, 1.363 decreti ministeriali, 347 DPCM e 528 atti di altra natura. In particolare, i decreti-legge convertiti hanno previsto 1.463 adempimenti: 18 decreti del Presidente della Repubblica, 853 decreti ministeriali, 214 DPCM e 378 atti di altra natura. Le altre leggi ordinarie hanno previsto 808 adempimenti: 15 decreti del Presidente della Repubblica, 510 decreti ministeriali, 133 DPCM e 150 atti di altra natura."