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Elezioni 2024: non solo Europee, il 25 febbraio (in Sardegna) ci sono le Regionali

09 gennaio 2024 - 12:13

Il 2024 sarà l'anno delle elezioni. Prima delle Europee, in agenda per il 9 giugno, inizierà la serie di appuntamenti con il voto nelle regioni, a partire dalla Sardegna, i cui esiti saranno importanti anche il settore del gioco.

Scritto da Fm
© Element5 Digital / Unsplash

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L'anno appena iniziato sarà denso di appuntamenti elettorali per gli italiani, con ripercussioni possibili anche per il mondo del gioco, visto quanto la politica incida sul settore e sul suo corso.

Non si saranno solo le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in programma dal 6 al 9 giugno, e sicuramente un “test” importante anche per i partiti di Governo, dopo che la premier Giorgia Meloni ha aperto alla sua possibile candidatura e il vice premier Matteo Salvini invece si è chiamato fuori.

Il 2024 infatti sarà innanzitutto l'anno delle elezioni amministrative.

Si voterà per eleggere il sindaco e il consiglio comunale in oltre 3.700 comuni, tra cui 27 capoluoghi di provincia e sei capoluoghi di regione, nonché per scegliere il governatore e il consiglio regionale di Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria. 

Cominciamo da queste ultime, visto che il primo voto è in agenda per domenica 25 febbraio, in Sardegna. Entro il 15 gennaio devono essere presentati i contrassegni delle liste in Corte d'Appello a Cagliari, il 21 e 22 gennaio le liste nelle cancellerie dei Tribunali dove sono costituiti gli Uffici centrali circoscrizionali ed entro il 25 gennaio i candidati alla carica di governatore, ma c'è ancora incertezza sulle candidature.

Al momento, è certo il nome di Renato Soru, già presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2008 e ora in lizza con la lista  Coalizione sarda, che ha incontrato Alessandra Todde, candidata presidente dal Movimento cinque stelle e Partito democratico e nelle scorse ore si è detto disponibile a mettere in campo “un progetto comune e a convergere sul nome di una candidatura di mediazione diversa dalle due attualmente in campo. Purtroppo, analoga disponibilità non è stata manifestata da Alessandra Todde, per la quale il suo rimane l'unico nome possibile per la presidenza della Regione. Mentre andiamo avanti con sempre maggiore impegno e fiducia, continuo a ritenere che nessuno sia indispensabile. Per questo rimane la mia disponibilità a mettermi al servizio di una proposta politica unitaria, che individui una nuova candidatura capace di rappresentare la sintesi di un programma di profondo cambiamento della Sardegna”.

Inoltre, sembra essere pronta a candidarsi Alessandra Zedda, consigliera regionale di Forza Italia ed ex assessora del Lavoro e vice presidente della Giunta di Christian Solinas, con l'intenzione di correre “da indipendente”.

Proprio mentre il centrodestra sembra diviso sul successore del governatore uscente, con la Lega in pressing sulla ricandidatura di Solinas e Fratelli d'Italia che forte della sua maggioranza in Parlamento mostra di preferire Paolo Truzzu, attuale sindaco di Cagliari, che a margine di una conferenza stampa in Comune ha detto di essere al lavoro “in quella direzione”, manifestando la “precisa volontà di lavorare con tutti gli alleati con cui sono state vinte le Regionali nel 2019, quindi anche con Lega e Partito sardo d'azione. L’augurio che presto anche due partiti importanti per la nostra coalizione possano essere con noi in squadra”.

 

In attesa che i politici sardi sciogliano dubbi e riserve, spostiamo l'attenzione sull'Abruzzo, dove la data prevista per le elezioni amministrative è il 10 marzo. Il Partito democratico ha già avviato una serie di tour sul territorio a sostegno di Luciano D’Amico, candidato per il Patto per l'Abruzzo, ex rettore dell'Università di Teramo e professore ordinario di Economia aziendale. Con il sostegno di un vero e proprio “campo largo”, che comprende Partito democratico, Movimento cinque stelle, Sinistra e Verdi, Italia viva e Azione.

Sul fronte opposto è prevista la candidatura uscente del governatore uscente Marco Marsilio, esponente di Fratelli d'Italia, ma non si escludono colpi di scena.

 

Le Regionali in Basilicata dovrebbero svolgersi nella primavera 2024 ma non c'è ancora la data ufficiale.

In campo per la carica di governatore ci sono Angelo Chiorazzo, indicato da Basilicata Casa Comune come candidato, ad oggi appoggiato dal Partito democratico e forse, se si troverà un accordo, anche dal Movimento cinque stelle. I due partiti infatti si sono incontrati, e come affermato dal coordinatore regionale M5S, Arnaldo Lomuti,  “L'unità del tavolo di coalizione è stato condiviso essere la premessa irrinunciabile per qualunque percorso. Nessuna imposizione e nessun veto, in questo momento è fondamentale restituire centralità al progetto", riporta l'Ansa.  "Per questo – aggiunge - si sentano tutti protagonisti al tavolo di coalizione per venerdì prossimo, certi del fatto che nessuno vorrà rinunciare all'opportunità di strappare la Regione Basilicata dalle mani del peggiore centrodestra. Si riparta da qui: dal rispetto dei valori comuni, dalla condivisione di un programma e di un metodo effettivamente e democraticamente rappresentativi della coalizione".

Il centrodestra appare anche in questo caso diviso, mettendo in bilico la ricandidatura del presidente uscente Vito Bardi (Forza Italia). Sembrano quindi essere in ascesa le quotazioni del coordinatore regionale della Lega, ex senatore e sindaco di Tolve (Pz), Pasquale Pepe.

 

La “volontà di condivisione” anima il confronto fra  Partito democratico e Movimento 5 Stelle anche in Piemonte, dove le elezioni con tutta probabilità si terranno a giugno in concomitanza con le Europee, che ancora stanno definendo chi sarà lo sfidante del governatore uscente Alberto Cirio (Forza Italia).

 

Per l'Umbria si parla di elezioni nel mese di ottobre, ma è già stabilita – salvo sorprese ovviamente – la candidatura della governatrice uscente Donatella Tesei (Lega), che vedrà fra i suoi sfidanti  Riccardo Corridore, attuale vice-sindaco di Terni, con Alternativa popolare, creatura politica di Stefano Bandecchi.

Non si sa se nella terra di san Francesco si concretizzerà il campo largo al Partito democratico e Movimento cinque stelle stanno lavorando in altre regioni. Le trattative a dire il vero erano state avviate lo scorso autunno e poi interrotte con una nota sibillina dei pentastellati, firmata daThomas de Luca,Elisabetta Piccolotti e Gianfranco Mascia. “Il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno deciso di sospendere ogni trattativa per le prossime elezioni regionali e provinciali con il Partito democratico fino a che non sarà fatta assoluta chiarezza su ipotetici accordi con il partito di Stefano Bandecchi. Il Partito democratico umbro ci deve dire se intende costruire una proposta politica credibile e inclusiva, per consegnare ai cittadini umbri la possibilità di una scelta diversa rispetto al secondo mandato della Tesei, oppure vuole giocare ad improbabili geometrie politiche con il centro-ultradestra di Stefano Bandecchi".

 

Attendiamo anche noi la risposta.

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