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Elezioni Sardegna 2024, Soru: 'Gioco, rafforzare legge regionale'

12 febbraio 2024 - 10:00

Il 25 febbraio in Sardegna sono in agenda le elezioni regionali. Fra i candidati alla poltrona di governatore c'è Renato Soru, già presidente dal 2004 al 2008, che illustra il suo programma anche in materia di gioco e ippica.

Scritto da Fm
Nella foto: Renato Soru © Pagina Facebook ufficiale - fotografo Gianluca Vassallo

Nella foto: Renato Soru © Pagina Facebook ufficiale - fotografo Gianluca Vassallo

Sul filo di lana, poco prima della scadenza di termini per la presentazione dei simboli elettorali, alla fine è arrivato l'accordo fra i partiti di maggioranza sulla scelta del candidato governatore del centrodestra alle elezioni regionali della Sardegna in calendario il 25 febbraio.

Dopo giorni di divisioni i contendenti hanno deciso di convergere su Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari ed espressione di Fratelli d'Italia, mettendo quindi fine alle diatribe e alla candidatura del governatore uscente Christian Solinas (Lega), che per molti mesi ha rappresentato la “prima scelta”.

Fino a quando Fratelli d'Italia, come accaduto in varie parti d'Italia, ha deciso di far valere il proprio peso politico attuale, a ribadire che anche le candidature “locali” devono essere lo specchio, o quantomeno tenere conto, degli equilibri presenti nel Parlamento nazionale.

Per lo stesso motivo ha deciso di uscire dalla contesa anche Alessandra Zedda, dirigente di Forza Italia, ex assessora al Lavoro ed ex vice presidente di Solinas nella legislatura inaugurata nel 2010, fino a metà gennaio disposta a correre anche da indipendente per la carica di governatore con la lista civica Anima di Sardegna.

Sul versante opposto invece è in lizza Alessandra Todde, deputata per il Movimento 5 Stelle, già sottosegretaria di Stato al ministero dello Sviluppo economico nel Governo Conte II e vice ministra dello Sviluppo economico nel Governo Draghi.

Fra gli avversari, vista l'assenza di accordi da “campo largo”, c'è Renato Soru, già presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2008 e ora in corsa con la lista Coalizione sarda, sostenuto da Progetto Sardegna (lista del presidente), Liberu (partito indipendentista), Rifondazione comunista, +Europa/Azione/Upc, Vota Sardigna (formazione che riunisce Irs+ProgReS+Sardegna chiama Sardegna).

È proprio lui, Renato Soru, a rispondere alle domande poste da Gioco News – anche agli altri candidati, che però non hanno dato la loro disponibilità a riguardo – in tema di programma, innanzitutto, ma anche di ippica e di gioco pubblico.

 

Il suo slogan è "Una rivoluzione gentile". Come e con quali strumenti intende attuarla?
“Una rivoluzione gentile perché la Sardegna ha bisogno di un cambiamento profondo, di ritrovare coraggio, passione, entusiasmo. Abbiamo messo in moto un coinvolgimento collettivo, dove tutti e tutte possano assumersi e responsabilità. La Sardegna ha bisogno di un progetto chiaro e lo stiamo raccontando da mesi in lungo e in largo per l’isola. Ad oggi siamo arrivati a più di cinquanta incontri territoriali e tematici, ascoltando le esigenze e le opportunità delle comunità e del variegato mondo del lavoro, della scuola, del terzo settore: dibattiti tutti disponibili in streaming. Vogliamo far nascere una forza sarda che abbia come orizzonte diventare maggioranza in Sardegna e mettere insieme tutte le forze di ispirazione sarda, sardista, autonomista e indipendentista che hanno a cuore il futuro della Sardegna. L’abbiamo chiamata Coalizione sarda perché è ora di cambiare e di mettere al centro la Sardegna, non gli interessi nazionali, ma solo i bisogni e gli interessi dei sardi.”


Lei è stato presidente della Regione Sardegna dal 2004 al 2009. Quali sono i risultati del suo mandato di allora di cui va ancora fiero e come è cambiata la Sardegna nel frattempo?
“La legge Salvacoste, sicuramente. Perché ci ha consentito di preservare i nostri litorali dall’assalto degli speculatori edilizi. Col Piano paesaggistico regionale abbiamo gettato le basi per un modello di crescita turistica sostenibile e compatibile con la qualità ambientale della Sardegna. Insomma, durante la legislatura 2004-2009 abbiamo approvato tante leggi, perché la buona politica si fa legiferando. Sono stato anche il primo a parlare di quote rosa, nel 2008, quando neanche si parlava di parità di genere, ho avuto la prima giunta paritaria tra uomini e donne in Italia.
Nel 2006 abbiamo approvato una legge sul cinema che ha fatto nascere il settore in Sardegna: oggi lavorano quasi 500 persone tra tecnici e maestranze, in questi ultimi anni impegnati anche nelle grandi produzioni internazionali che hanno scelto di girare nell'isola.”


A novembre 2023 il consiglio regionale ha approvato all'unanimità la proposta di legge sul "Riordino del comparto ippico ed equestre della Sardegna" colmando il "vuoto operativo" nel comparto dovuto alla soppressione, nel 2005, dell'Istituto di incremento ippico. Secondo lei quanto è importante l'ippica come volano economico e turistico per la regione?
“Il cavallo fa parte dell’identità della Sardegna, è una grande ricchezza per alcuni territori in particolare. Nel concreto, il comparto ippico ed equestre non dovrebbe essere più legato all’assessorato all’Agricoltura, ma dovrebbe essere considerato sotto aspetti diversi, ad esempio prendiamo in considerazione i Trasporti. Un problema concreto che affligge gli allevatori per partecipare a corse e gran premi in giro per la Penisola e l’Europa è l’incertezza di imbarcare i cavalli, sia in partenza sia al rientro, per motivi di sicurezza. La criticità è che non esiste la continuità territoriale per i cavalli. Consideriamo poi il turismo: la Regione dovrebbe finanziare questi eventi per contribuire a creare indotto. Non ritengo necessario costituire un nuovo Ente regionale, penso sia il momento di semplificare la miriade di organismi che esistono.”


Parliamo di gioco pubblico: nel gennaio 2019 è stata approvata una legge regionale (la n. 2/2019) che fra l'altro vieta di aprire nuove sale e di installare apparecchi in locali a meno di 500 metri distanza da luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi e luoghi di culto. In caso di elezione, lei cosa vorrebbe fare per contrastare il gioco patologico?
“Si tratta di un tema molto delicato e che va assolutamente trattato anche per le sue ricadute sociali. Tra giochi e macchinette, la Sardegna brucia 1,4 miliardi di euro e la ludopatia è un problema sempre più crescente, diffuso soprattutto tra i giovani sardi. Quindi sicuramente bisogna rafforzare l’azione della legge regionale, ma occorre compiere allo stesso tempo una 'persuasione' di tipo culturale con le attività che hanno spazi dedicati alle slot machine. Devono essere necessariamente coinvolte, bisogna aprire un dialogo e trovare soluzioni che non penalizzino gli esercenti. Ad esempio, una misura che si è rivelata efficace è quella con la quale si vieta l'apertura in determinate fasce orarie (quelle di entrata e uscita da scuola). Inoltre, ovviamente in sinergia con il mondo della scuola, va promossa una campagna di comunicazione e prevenzione tesa a contrastare anche il gioco online.”

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