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Emilia Romagna, Gordini (Civici): 'Regione sia autonoma nel disciplinare il gioco'

29 aprile 2025 - 15:43

Si parla di riordino nazionale del gioco fisico all'Assemblea regionale dell'Emilia Romagna, con un question time proposto dal consigliere Gordini (Civici). Distanziometro sotto la lente.

Scritto da Redazione
Giovanni Gordini (Civici con de Pascale)  © Assemblea Emilia Romagna - Sito ufficiale

Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) © Assemblea Emilia Romagna - Sito ufficiale

“Tutelare l’autonomia normativa della Regione sul gioco d’azzardo salvaguardando gli strumenti comunali di prevenzione e contenimento del fenomeno”. E non toccare il distanziometro vigente.

È il consigliere regionale Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) a sollecitare la Giunta dell'Emilia Romagna in tal senso riferendosi alla proposta di riordino nazionale del settore, oggetto di confronto fra il ministero dell'Economia e delle finanze e le Regioni in questi mesi.

Nello specifico, Gordini ha presentato un'interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula, discussa nella seduta di oggi, 29 aprile, sottolineando che se tale previsione venisse adottata, “si estenderebbero in modo significativo gli orari di apertura delle sale gioco, riducendo notevolmente le fasce orarie di chiusura obbligatoria e generando così un’estensione, quasi continuativa, del tempo di fruizione dei giochi”. Di più: per il civico la riforma “entrerebbe in contrasto con le regolamentazioni orarie più restrittive, già in vigore in numerosi comuni dell’Emilia-Romagna, stabilite nell’ambito delle proprie competenze”.

Ricordando come il gioco d’azzardo patologico “è una forma di dipendenza riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità, con gravi ripercussioni psicologiche, sociali ed economiche, assimilabili alle dipendenze da sostanze”, Gordini ricorda la rete di servizi per le dipendenze patologiche costruito dall’Emilia-Romagna, “con équipe multidisciplinari che includono medici, psicologi, educatori, assistenti sociali e infermieri con accesso gratuito e diretto, anche per minori e cittadini stranieri” che nel 2023 ha preso in carico 1253 persone, di cui oltre la metà nuovi utenti.

“L’eventuale ampliamento della libertà di esercizio del gioco d’azzardo lecito previsto nella proposta di riforma nazionale - paventa ancora il consigliere genererebbe quindi un probabile incremento degli introiti fiscali per lo Stato, ma comporterebbe anche un significativo aggravio per i bilanci regionali, specialmente per quelle Regioni, come la nostra, che hanno investito nella costruzione di una rete strutturata di prevenzione e cura per tale fenomeno”.

Da qui l’atto ispettivo presentato in cui si sollecita l’esecutivo regionale a scongiurare “una riforma ispirata a logiche di introiti a breve termine con un incremento significativo dei casi da disturbo da gioco d’azzardo e conseguente aggravio dei costi per i servizi regionali dedicati alla cura delle dipendenze”.

In fase di risposta l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, chiarisce che “il tema è di grande rilevanza sociale e sanitaria. Attualmente la legislazione si basa su un criterio di distanza da luoghi sensibili mentre l'iniziativa del Governo sembra propendere per la cancellazione di questo requisito in favore di una maggiore certificazione e preparazione degli esercenti. Questo approccio è stato più volte contestato e anche la Corte costituzionale si è espressa nello scorso gennaio in favore di misure che privilegino la distanza dai luoghi sensibili. Ad oggi siamo in attesa delle indicazioni finali da parte del ministero dell’Economia e delle finanze ma in ogni caso la Regione Emilia-Romagna ribadirà in ogni sede la preferenza per politiche che prevedano distanze minime da luoghi particolarmente critici”.

Giovanni Gordini si è quindi dichiarato soddisfatto delle risposte ottenute e ha rimarcato come “è evidente la contrapposizione di metodo in atto: da una parte la distanza fisica, dall’altra c’è una scelta basata sulla preparazione motivata da ragioni di gettito fiscale senza riguardo per i danni che si possono creare”.

 

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