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Gioco alla prova bilanci: 2023 anno del cambiamento in tante Regioni

09 dicembre 2023 - 10:47

Il 2023 ha visto la modifica delle leggi in materia di contrasto al gioco patologico in diverse regioni, in quasi tutti i casi garantendo anche la tutela delle attività del settore. Ma a che punto è la loro attuazione?

Foto di Ross Findon su Unsplash

Foto di Ross Findon su Unsplash

L'anno in via di conclusione è stato indubbiamente importante in termini di regolamentazione del gioco pubblico.
Non soltanto per le prospettive di riordino nazionale contenute nella legge Delega per la riforma fiscale, ma anche a livello regionale, con la modifica di alcune delle normative vigenti proprio in attesa che si concretizzi questo scenario. Ne abbiamo parlato sul numero di dicembre della rivista Gioco News, e vi proponiamo l'inchiesta anche online.

LA CALABRIA - Il 2023 si è aperto con la formale applicazione, dal 1° gennaio, della "Modifica all'articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘Ndrangheta e per la promozione della legalità, dell'economia responsabile e della trasparenza)", che in Calabria ha bloccato l'entrata in vigore del distanziometro retroattivo per le attività di gioco già autorizzate, mantenendolo solo per le concessioni rilasciate dopo il 3 maggio 2018, e sancito lo stop al funzionamento degli apparecchi comma 6 dalle ore 24 alle ore 9 e (grazie a un emendamento presentato in Aula) dalle 12.30 alle 14.30, le fasce orarie in cui i giovani frequentano di più le sale.

LA SICILIA - Sempre a gennaio è arrivato l'ok del Consiglio dei ministri alla legge della Regione siciliana n° 18 del 30 luglio 2021, recante “Modifiche all’articolo 6 della legge regionale 21 ottobre 2020, n. 24”, cioè a quella che nel luglio 2021 ha eliminato il distanziometro per le attività già in essere al momento della sua entrata in vigore, poi impugnata dal Governo in quanto in contrasto con la Costituzione per le norme in essa contenute in materia di pubblica sicurezza. 
Norme poi modificate dall'Assemblea regionale siciliana, proprio per superare le censure di illegittimità, rendendo quindi superflua l'impugnativa del Consiglio dei ministri, stabilendo che "costituisce nuova installazione il subingresso nella licenza di altro soggetto, ai sensi della normativa statale vigente'"e quindi che chi ricorre al subingresso è soggetto al distanziometro (300 metri per i comuni inferiori ai 50mila abitanti, 500 metri per i comuni oltre 50mila) che era stato eliminato per le attività già in essere al momento dell'entrata in vigore della legge sul gioco del 2020. 

IL LAZIO - Il Consiglio dei ministri contestualmente ha dato il via libera anche alla legge della Regione Lazio n° 19 del 23 novembre 2022, recante “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2022. Disposizioni varie”, introducendo la modifica alla legge regionale 5 agosto 2013, n° 5 “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico - Gap” e successive modifiche ritoccando le "regole tecniche" degli apparecchi di gioco, con una serie di prescrizioni volte “a interrompere l’eventuale l’immersione compulsiva nel gioco” attraverso orologi, sistemi di diffusione sonora e cartelli informativi da installare nelle sale. 
Una modifica che ha suscitato non poche perplessità fra gli operatori. Soprattutto per la riduzione della frequenza delle singole giocate a non più di una ogni trenta secondi, ritenuta inapplicabile, così come la separazione degli spazi nelle sale dove l’unica attività svolta consiste nell’offerta di gioco lecito. Problematiche evidenziate anche dall'associazione As.tro nel corso di un incontro tenutosi lo scorso giugno con il governatore Francesco Rocca, poco tempo dopo l'elezione del nuovo consiglio regionale.
Da allora, per lo meno sui canali mediatici ufficiali, sulla questione è calato il silenzio.
Com'è andata a finire?

A fornire aggiornamenti a riguardo è Gabriele Perrone, responsabile Sapar per la regione Lazio. “Ci sono alcune criticità ancora presenti nella legge regionale, come il distanziamento fra gli apparecchi, una norma che non ha senso sotto nessun punto di vista. Poi andrebbe rivista anche l'impostazione oraria: se per i locali dedicati può dirsi allineata alle loro esigenze ciò non vale per le attività generaliste. Prevedere l'accensione e lo spegnimento degli apparecchi  in vari momenti della giornata mette a rischio la tenuta degli esercizi commerciali e non ha alcun impatto positivo su eventuali devianze, anzi,  va ad inibire il gioco proprio negli orari in cui la componente 'sociale' è più forte.
Per quanto riguarda le regole tecniche, la Regione è consapevole che sono tali, e che quindi la normativa è andata oltre le proprie competenze. Quindi è un  nodo da sciogliere: fra la fine del 2023 e gli inizi del 2024 insieme con tutte le associazioni rappresentative del comparto riprenderemo la concertazione con l'organismo regionale per far sì che certe misure vengano eliminate quanto prima, per concentrare l'attenzione su argomenti più utili per la reale tutela dei giocatori come la formazione e la specializzazione degli operatori.
Bisogna ragionare in un'ottica di prevenzione, ormai tutti lo hanno ben chiaro, quindi siamo fiduciosi che la regione possa lavorare in tal senso.”

IL FRIULI VENEZIA GIULIA - Il 2023 ha significato novità anche nel Friuli Venezia Giulia, dove la legge 3 marzo 2023, n° 10, intitolata "Misure per la semplificazione e la crescita economica”, ha modificato alla legge 14 febbraio 2014 n° 1 e in particolare le ipotesi di subingresso nelle attività di gioco, estendendo anche alle attività di scommesse la possibilità di subentrare e stipulare un nuovo contratto con il concessionario. A condizione che il nuovo contratto sia stipulato dall’esercente subentrante con lo stesso concessionario; non vengano mutate le precedenti condizioni contrattuali, compresa la durata; vengano mantenuti gli stessi apparecchi del precedente esercente; gli apparecchi vengano mantenuti ubicati nello stesso esercizio in cui erano precedentemente installati. 

LE MARCHE - Altra regione finita sotto i riflettori è sicuramente quella delle Marche che alla fine di luglio ha raggiunto un traguardo fondamentale: l'eliminazione della retroattività della legge n° 3 del 2017, comprensiva di un distanziometro che senza la modifica approvata sarebbe entrato in vigore anche per le attività già autorizzate nel 2017 a partire dal 31 luglio 2023, grazie al sì del consiglio regionale alla proposta di legge n° 186/23, ad iniziativa della Giunta, raggiunto grazie al dialogo del settore con molti rappresentanti delle istituzioni (e di schieramenti diversi). 
La battaglia degli operatori del territorio però non si è esaurita con quel voto, ma ora prosegue per la promozione di collaborazioni con le associazioni attive nella prevenzione del fenomeno, l'attuazione di un codice etico di autodisciplina condiviso tra le parti coinvolte, e la messa in campo di limiti orari uguali in tutta la regione.
Iniziative che si scontrano, in alcuni casi, con la resistenza opposta da alcuni Comuni, come spiega Paolo Gioacchini, imprenditore del settore e membro del Comitato di presidenza dell'associazione As.tro – responsabile per le Marche: “Le amministrazioni comunali dovrebbero avere il coraggio mostrato dalla Regione, ma in molti casi fanno fatica a prendere coscienza dei nuovi interventi in materia di gioco (molti dei quali finalizzati alla prevenzione della ludopatia), che consente il funzionamento degli apparecchi per 18 ore al giorno, perché il testo prevede un'interruzione massima di 6 ore. Abbiamo chiesto alla Regione di avvisare i Comuni e di invitarli ad adeguarsi se nel frattempo hanno varato regolamenti in materia -che ad oggi non risulterebbero in linea con la legge regionale - ma non siamo stati accontentati. Come operatori faremo in modo di fargli arrivare questa comunicazione.
Finora però nessuno fra i Comuni più grandi ha cambiato i propri limiti orari: si tratta di un problema politico che in teoria dovrebbe essere risolto seguendo la gerarchia delle fonti, considerando quindi che la legge regionale è una norma di rango primario.
In parallelo, il Partito democratico delle Marche ha mandato una nota d'indirizzo ai consiglieri comunali dem per la presentazione di istanze, nelle rispettive città, atte a chiedere la modifica non dei regolamenti comunali ma della legge regionale. Fatto che è accaduto ad esempio ad Ancona, dove però la proposta è stata bocciata in commissione, nella quale sono stato audito come rappresentante associativo”.  

IL PIEMONTE - Parlando di “battaglie” non può che tornare alla mente il Piemonte. Con la legge n° 3 del 9 marzo 2023 – vale a dire la“Legge annuale di riordino dell'ordinamento regionale. Anno 2022” - la Regione infatti è intervenuta anche in materia di gioco pubblico, disciplinando i corsi di formazione finalizzati alla prevenzione della dipendenza da gioco patologico, vietando ai minori di 18 anni l'utilizzo di apparecchi senza vincita in denaro “ad esclusione degli apparecchi di cui alla medesima lettera c bis) che non distribuiscono tagliandi e di cui lettera c ter) del medesimo comma che riproducono esclusivamente audio o video o che sono privi di interazione con il giocatore” e istituendo, presso l'Osservatorio epidemiologico delle dipendenze patologiche, la sezione tematica sul Gap, con funzione consultiva e di monitoraggio che si riunisce almeno due volte all'anno.
Ritocchi alla legge  regionale 19/2021 che non sono state ritenuti sufficienti da alcuni Comuni e da associazioni del Terzo settore, capeggiate da Libera Piemonte, firmatarie di due proposte di legge di iniziativa popolare dal testo gemello, bocciate definitivamente dal consiglio regionale alla fine di settembre, dopo un lungo stop alla loro trattazione e i niet di commissioni competenti e Consiglio delle autonomie locali.  
Nonostante questo, associazioni e Comuni non si arrendono, e a novembre sono stati protagonisti di un sit-in  sotto la sede della Regione Piemonte, per ribadire la sua contrarietà alla decisione della maggioranza del Consiglio e annunciare la decisione di coinvolgere gli Enti locali per diffondere ordinanze sindacali che limitino l'orario di accensione degli apparecchi, dando nuova linfa alla “questione territoriale” che affligge il settore praticamente da un decennio, in tutta Italia.
Non si è fatta attendere la risposta della Regione, che ha ricordato le iniziative promosse per contrastare la ludopatia, innanzitutto con la campagna “Perdere tutto non è un bel gioco” che proseguirà per tutto il 2024. 

LA TOSCANA - Restando in tema di gioco, ma facendo riferimento a quello senza vincita in denaro, non si può non menzionare la Toscana, il cui consiglio regionale a luglio ha  approvato una proposta di legge presentata da alcuni consiglieri del Partito democratico - prima firmataria Anna Paris – che  modifica la legge regionale in materia vigente (la n° 57/2013), per disciplinare il divieto di utilizzo da parte dei minori di apparecchi e congegni meccanici ed elettromeccanici, attivabili con moneta, con gettone ovvero con altri strumenti elettronici di pagamento, che distribuiscono tagliandi direttamente e immediatamente dopo la conclusione della partita (ticket redemption).
Prevedendo inoltre sanzioni fino a un massimo di 500 euro in caso di inosservanza del divieto, entrato formalmente in vigore il 10 agosto, e la redazione di un regolamento che detti le norme di attuazione. Ancora in via di definizione.

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