Gioco e pubblicità: Iap 'Regole attuali rigorose e ben perimetrate'
Per l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria la pubblicità può fungere da discrimine tra gioco lecito ed attività illegale.
"La nostra opinione in linea generale è che se un’attività commerciale è considerata lecita, ne dovrebbe essere consentita la relativa pubblicità. Questo principio generale va però accordato con la 'pericolosità', anche solo teorica, di una determinata attività.
Pensiamo, ad esempio, ai farmaci, alle bevande alcoliche, alle automobili, ai prodotti che possono recare danno all’ambiente, e naturalmente anche ai giochi con vincita di denaro. Questi settori richiedono delle regole della pubblicità rigorose e ben perimetrate volte ad evitare eventuali sconfinamenti che possono avere ripercussioni negative per l’individuo e per la società". Ne è convinto Vincenzo Guggino, segretario generale dello Iap - Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, commentando le disposizioni contenute nel decreto Dignità, che vietano la pubblicità di gioco.
"La nostra esperienza di oltre 50 anni è che se la comunicazione commerciale viene parametrata su validi e condivisi standard di correttezza ne trae vantaggio l’informazione del pubblico. Nel caso del gioco ciò, peraltro, può fungere da discrimine tra gioco lecito ed attività illegale: chi opera nell’illegalità ovviamente non fa pubblicità.
La legislazione in materia pubblicitaria sul gioco attualmente è molto copiosa. Il nostro Istituto, ad esempio, ha varato regole più restrittive per la pubblicità dei giochi - Art. 28 ter - e 'Linee di indirizzo per la comunicazione commerciale dei giochi con vincita in denaro' al fine di rafforzare ulteriormente la disciplina esistente in tema di pubblicità dei giochi con vincita in denaro. Certamente un maggior coordinamento tra soggetti chiamati a valutarla sarebbe auspicabile: su questo tema intervengono Agenzia delle dogane e dei monopoli, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e Iap", ricorda Guggino.