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Gioco: la necessità del riordino, l'Europa si mobilita

27 ottobre 2021 - 11:06

Per il gioco pubblico spirano sempre più forti i venti del riordino, non solo in Italia, ma anche in tanti Paesi europei (di nome e di fatto), dalla Spagna al Regno Unito.

Scritto da Fm
Gioco: la necessità del riordino, l'Europa si mobilita

L'ultimo spunto arriva dalla Commissione europea: “Gli Stati membri sono gli unici responsabili della regolamentazione dei servizi di gioco”.

Questa la risposta data alla petizione di un cittadino spagnolo che chiedeva un intervento per contrastare i problemi di gioco patologico dei giovani, corredata dall'invito a rivolgere “le sue preoccupazioni all'autorità nazionale per il gioco”.

Ancora una volta quindi emerge la necessità di fare ordine nel settore, un po' in tutto il Vecchio continente, dopo i primi 10 anni di legiferazione più o meno a macchia di leopardo.

Non solo in Italia, alle prese con l'arrivo dell'ennesima proroga tecnica delle concessioni, e con l'apertura di un nuovo fronte di dialogo per il riordino nazionale del settore.

Due temi cari anche al neo sottosegretario all'Economia e alle finanze, Federico Freni, che in occasione della sua prima uscita pubblica dopo l'attribuzione formale della delega ai giochi, ha auspicato l'elaborazione di “una regolamentazione stabile ed omogenea, affidabile” per il comparto da parte del Parlamento, e garantito l'arrivo di “ proroghe funzionali al riordino”, con uno strumento in fase di valutazione da adottare entro il 31 dicembre.
 
Un'esigenza di chiarezza fatta propria anche da tanti altri Stati. Come l'Olanda, dove dal 1° ottobre si è aperto ufficialmente il nuovo mercato legale del gioco online ed è entrato in funzione il registro centrale di esclusione dei giochi pure per  le sale giochi e i casinò terrestri, e anche dal Regno Unito, formalmente e politicamente “uscito” dall'Europa, ma geograficamente ancora riconducibile ad essa, e alle prese con l'aggiornamento del  Gambling Act del 2005, con cui è stato introdotto uno dei quadri normativi più permissivi del mondo. 
I punti principali della revisione del Gambling Act sono la protezione dei giocatori, in particolare nello spazio online, la pubblicità - con la possibile introduzione di uno stop agli annunci sui tabelloni a bordo campo e degli spot televisivi durante le partite, del divieto delle sponsorizzazioni sulle maglie dei calciatori da parte dei bookmaker, del divieto dei programmi Vip e di una stretta sul sistema di "white label", usato dalle società di scommesse estere, principalmente da Paesi asiatici come la Cina e la Thailandia, per ottenere accordi di sponsorizzazione -, l'esame dei poteri e delle risorse della Gambling Commission (in particolare per vedere se ha poteri sufficienti per affrontare le sfide dell’illegalità), i reclami e ricorsi dei consumatori, il gioco terrestre, i limiti di età e verifica, i controlli sulle risorse finanziarie dei giocatori.
In parallelo, il Governo del Regno Unito ha anche chiesto alla Gambling Commission e all'industria del gioco prove sull'attuale scala dell'illegalità nel Paese e del rischio percepito di un significativo mercato nero emergente.
Appare improbabile che qualsiasi cambiamento venga implementato prima del 2023, dando tempo alle leghe e alle squadre di fare gli aggiustamenti necessari e trovare accordi di sponsorizzazione alternativi.
 
Restando in tema di pubblicità, facciamo un salto in Francia: qui  l'Anj - Autorité nationale des jeux, l'autorità nazionale del settore, a settembre ha lanciato un'ampia consultazione pubblica sulle pratiche pubblicitarie degli operatori di gioco, alla luce degli abusi registrati durante i campionati europei di calcio e per valutare la messa in discussione il modello normativo in vigore da 10 anni. 
Come detto da Isabelle Falque-Pierrotin, presidente dell'Anj, “Spetterà poi al regolatore formulare raccomandazioni equilibrate ed efficaci, basate su un patto sociale condiviso da tutti”.
I diversi contributi ottenuti durante questa consultazione e la sintesi che ne farà l'Anj consentiranno di costruire diagnosi comuni, quindi di formalizzare linee guida relative alla pubblicità del gioco e, se necessario, di proporre da qui alla fine dell'anno nuove misure alle autorità pubbliche atte a far rispettare il principio di gioco ricreativo che è alla base del modello francese, in particolare tra il pubblico giovane e popolazioni vulnerabili.
 
La Spagna lo ha già fatto, con  un divieto quasi completo della pubblicità del gioco con vincita in denaro, in atto dalla fine di agosto. Nello specifico, i messaggi pubblicitari collegati al settore, in primis alle scommesse ma non solo, saranno consentiti solo su web, social network e posta elettronica se esiste un consenso espresso.
I marchi degli operatori non potranno comparire nelle divise sportive né nei nomi di stadi, squadre o competizioni, l'Adv sarà vietato in radio e Tv fuori dalla striscia compresa fra l'una e le cinque del mattino, non si potrà mai usare l'immagine di personaggi famosi e saranno vietati “i bonus di cattura”.
Il prossimo passo sarà un Regio decreto sul gioco sicuro che è in una fase molto avanzata di preparazione. La bozza propone, tra l'altro, di vietare l'uso delle carte di credito ai giocatori "intensivi" e a coloro che hanno comportamenti "a rischio" e prevede che i giocatori delle piattaforme di scommesse e di altri giochi debbano stabilire l'importo massimo da scommettere e fissare un limite massimo di tempo di gioco.
 
L'ultima nazione “europea” a muoversi per un rinnovo delle normative in atto è l'Irlanda. Il Governo ha infatti proposto di istituire un'autorità di regolamentazione e un registro nazionale di autoesclusione per il gioco per migliorare le norme per l'online del Paese e a proteggere meglio i giocatori.
In particolare, la settimana scorsa il ministro di Stato irlandese per la riforma del diritto, la giustizia giovanile e l'immigrazione, James Browne Td, ha pubblicato il General scheme of the gambling regulation Bill, che mira ad agire anche sulla pubblicità del comparto.
Le proposte saranno ora presentate per la redazione all'Ufficio del Consiglio parlamentare del Paese e saranno anche deferite alla commissione Giustizia dell'Oireachtas per il controllo pre-legislativo, con il processo legislativo di accompagnamento che dovrebbe richiedere almeno 12 mesi per giungere a compimento.
Un obiettivo accolto con favore dalla European gaming and betting association, che però si dice preoccupata per i recenti resoconti dei media secondo cui il governo irlandese potrebbe introdurre un divieto generale sulle scommesse gratuite. Tale misura potrebbe, ad esempio, spingere i giocatori che utilizzano regolarmente scommesse gratuite, o bonus, a cercarli nei numerosi siti web del mercato nero, che operano al di fuori dell'ambito di applicazione della regolamentazione irlandese sul gioco.
“Questo è un traguardo importante e fornisce alle aziende, compresi i nostri stessi membri, una certa certezza sulla direzione di marcia della legislazione”, sottolinea il segretario generale Maarten Haijer. “L'Egba non vede l'ora di impegnarsi con il ministro Browne e il suo team per condividere le nostre esperienze da altre giurisdizioni europee. Con l'Irlanda uno dei due Paesi rimanenti in Europa che non ha una regolamentazione dedicata al gioco d'azzardo online, questa è un'importante opportunità per plasmare un mercato del gioco online irlandese che sia ben regolamentato, soddisfi le esigenze e le aspettative dei consumatori e stabilisca un livello elevato di tutela del consumatore”.
 

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