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Guerini (Anci): "ai Sindaci un potere di regolamentazione specifico su gioco"

24 aprile 2012 - 14:52

“Il fenomeno delle ludopatie sta producendo ricadute sociali che non vengono ancora riconosciute, ma che hanno effetti disgreganti sia sulle comunità che sulle famiglie, in termini di debiti di gioco, impoverimento delle persone, vulnerabilità di fasce sociali deboli, nonché maggiore esposizione al rischio dell’usura. Pertanto il primo passo da compiere è l’approvazione di una legge quadro che rafforzi le funzioni e le competenze dei Comuni superando l'ambito della sicurezza e dell'ordine pubblico, allo scopo di tutelare in modo più efficace i soggetti più vulnerabili, perchè in giovane età o perchè bisognosi di cure di tipo sanitario o socio–assistenziale, ma anche di prevenire le forme di gioco cosiddetto compulsivo”.

Scritto da Sara

Lo ha sottolineato Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi e delegato Anci al Welfare, nel corso dell’audizione odierna dell’Associazione dei Comuni presso la Commissione affari sociali della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d'azzardo. Nel suo intervento il delegato Anci ha richiamato l’attenzione sul tema del potere di regolazione dei Sindaci sugli orari di funzionamento degli apparecchi di gioco, tornato di attualità dopo la sentenza del Tar che ha dichiarato illegittima l’ordinanza con cui il Comune di Verbania aveva limitato l’orario di funzionamento delle slot machine.
“Su questa tipologia specifica di interventi – ha infatti rilevato il Sindaco di Lodi - va ricordato che accanto alla libertà d’impresa meritano di essere tutelati anche i diritti dei soggetti più deboli”. Per questo Guerini ha auspicato che "venga attribuito ai Sindaci un potere di regolamentazione specifico, che li metta al riparo dai ricorsi dei privati alla giustizia amministrativa’’. Cosa peraltro in linea con la recente sentenza della Corte Costituzionale n.300 del 2011 che ha espressamente riconosciuto una sfera d’azione autonoma per gli interventi che, al di là della sicurezza e dell’ordine pubblico, possano anche evitare effetti pregiudizievoli per il contesto urbano, la viabilità e la quiete pubblica, nonché tutelare i luoghi sensibili, come ad esempio le scuole.
Nel documento presentato in audizione, l’Anci ha anche sollecitato ‘’il potenziamento dei poteri sanzionatori in capo ai Comuni stessi con l’attribuzione, in tutto o in parte, dei proventi delle sanzioni amministrative’’; così come un ‘’rafforzamento delle procedure necessarie per l’attribuzione delle concessioni da parte dell’amministrazione dei monopoli e l’individuazione di sanzioni più rigorose per il divieto di gioco per i minori’’.
Infine l’Associazione, oltre ad una più puntuale tracciabilità degli ingenti flussi di denaro che girano nel sistema, chiede che il gioco patologico e compulsivo venga inserito tra le condizioni di dipendenza e quindi nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), come avviene già in Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Stati Uniti. Un passaggio questo che garantirebbe ai giocatori patologici il diritto alla cura gratuita e il diritto al mantenimento del posto di lavoro durante la cura. 

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