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Def: sì del Consiglio dei ministri, gli scenari per il gioco

09 aprile 2024 - 13:14

Il Consiglio dei ministri di oggi, 9 aprile, approva il Documento di economia e finanza fornendo un 'quadro tendenziale'. Nella seconda parte del 2024 molti saranno i nodi da sciogliere, e il gioco sarà probabilmente chiamato a 'fare la sua parte'.

Scritto da Fm
© Thomas Martinsen / Unsplash

© Thomas Martinsen / Unsplash

Nella seduta di oggi,  9 aprile, dal Consiglio dei ministri è arrivato il sì al Documento di economia e finanza, il principale strumento di programmazione economica del Governo, che negli anni scorsi ha riguardato da vicino anche il comparto del gioco.

 

Come anticipato dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, tale Def ha una conformazione "più leggera, diversa rispetto al passato" ma sarà necessario, proprio per il peso del debito pubblico dell'Italia, insistere sul controllo della spesa pubblica attraverso nuovi strumenti di monitoraggio e di misurazione dell'efficacia delle politiche pubbliche finanziate. Bisognerà anche superare, tra l'altro, gli attuali sistemi dei crediti d'imposta e trovare altri strumenti "più controllabili come i contributi".

 

Il Documento di economia e finanza, l'ultimo prima della revisione delle regole di governance economica Ue, quindi si limita ai dati di bilancio tendenziali triennali (senza fornire il quadro programmatico), e non preannuncia alcuna manovra correttiva, stando a quanto anticipato sempre da Giorgetti, che assicura: “Se c'è qualcosa da correggere la correggeremo ma sostanzialmente siamo in linea".

Il Pil del 2024 è stato fissato al +1 percento, mentre nella Nadef  era al +1,2 percento. Il debito è al 137,8 percento quest’anno, per poi aumentare al 138,9 percento  nel 2025 e al 139,8 percento nel 2026. Nel quadro programmatico indicato nella Nadef in autunno, il debito calava progressivamente dal 140,1 percento del 2024 al 139,9 percento del 2025, fino al 139,6 percento del 2026.

Dopo le elezioni europee in programma ai primi di giugno, e quindi dopo la formazione della nuova Commissione europea, e anche con dei numeri più definiti sull'impatto del Superbonus sui conti pubblici -  le cui stime attuali, secondo l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l'energia, vedono un saldo finale oltre i 210 miliardi – non sarà più possibile rinviare la presentazione di un quadro economico di programma e quindi la necessità di fare e presentare i conti. Anche in vista di alcuni nodi da sciogliere per il 2025, come il rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale e dell'Irpef a tre aliquote, per un costo complessivo intorno ai 15 miliardi di euro.

“Necessità” per le quali per il Governo si fa sempre più evidente l'urgenza di trovare nuovi fondi, con il gioco probabilmente destinato, come già in passato, a fare la sua parte. In primis sulla scorta del riordino dell'online, che prevede l'indizione della nuova gara entro la fine dell'anno, con il costo di ogni singola concessione fissato a 7 milioni di euro - consentendo il rilascio di 50 concessioni, con versamenti all’erario pari a 350 milioni euro nel 2025 -, ma anche i bandi per il Lotto (per una base d'asta che parte da 1 miliardo di euro) e i gratta e vinci.

 

Senza dimenticare che in queste settimane è in piedi anche il confronto fra il ministero dell'Economia e delle finanze e le rappresentanze di Regioni ed Enti locali sul riordino del gioco fisico, che nell'ultimo incontro, tenutosi il 2 aprile, ha registrato posizioni molto distanti fra i due soggetti. Soprattutto in tema di definizione dei “luoghi sensibili” - con il Mef che preferirebbe escludere dalla lista asili nido e università, chiese e cimiteri – e del distanziometro, che per il ministero dovrebbe essere di 250 metri, invece dei 500 proposti dalle Regioni.

Ma va considerato anche il tema dei limiti orari, per i quali i tecnici di via XX Settembre propongono l'individuazione di un unico orario su tutto il territorio nazionale.

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