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Jarre: “Bene gioco patologico nei Lea, carattere educativo delle altre norme”

06 ottobre 2012 - 04:44

Tre ostacoli: sono quelli che Paolo Jarre, direttore del dipartimento Patologia delle dipendenze dell’Asl To 3 di Collegno (To), vede frapporsi alla concreta attuazione delle disposizioni in materia di gioco contenute nel decreto Sanità attualmente in fase di conversione in legge. Decreto sanità, sì in Commissione a fondo da giochi per finanziare ludopatia nei Lea

Scritto da Anna Maria Rengo

Esponendoli in ordine crescente di grandezza, il primo è rappresentato da “un ritardo, diffuso a macchia di leopardo, nel patrimonio di conoscenze e di esperienze nel trattamento del gioco d'azzardo; accanto ad alcune decine di Servizi italiani che hanno sviluppato una buona esperienza e messo a punto efficaci modelli di intervento ce ne sono alcune centinaia che ancora non si sono ‘sporcati le mani’ con il problema in questione; un po' per pigrizia intellettuale, in parte per ridotte risorse e sicuramente anche per la mancata definizione dell'intervento nell'ambito dei Lea”.

Al secondo posto Jarre metterebbe “la scarsa chiarezza (su questo anche il dettato per ora ondivago del Decreto non aiuta) circa i servizi del Ssn investiti dell'intervento; all'attuale inquadramento scientifico e classificatorio del Gap dovrebbe automaticamente discendere il fatto che i servizi coinvolti siano quelli delle Dipendenze patologiche o Patologia delle dipendenze; il nuovo DSM V in uscita nel maggio 2013 classifica il Gap nello stesso capitolo dei disturbi da uso di sostanze psicoattive che proprio per questo è ridefinito ‘Addiction and related disorders’ (mentre sinora era definito ‘Substance use disorder’ e il Gap era considerato un Disturbo del controllo degli impulsi). Sarebbe del tutto anacronistico (oltre che contrario all'interesse dei pazienti) includere l'intervento sul Gap tra quelli attribuiti ai Servizi di Salute Mentale”.

Al primo posto “sta di gran lunga il problema delle risorse”, un problema che anche in commissione Affari sociali della Camera sembrano essersi posto, tant’è che è stato approvato l’emendamento che prevede la creazione di un fondo che attinge dai giochi, per finanziare l’inserimento della ludopatia nei Lea. “I Servizi pubblici del Ssn sono tutti in fase di forte contrazione; pensare di attribuire nuovi compiti istituzionali senza prevedere un'adeguata copertura economica sarebbe del tutto velleitario. Ribadisco la proposta che porto avanti da anni, cioè creare un fondo a valere sulle somme ‘vinte’ o meglio restituite dello 0,3%, una sorta di assicurazione obbligatoria del giocatore; ciò non inficierebbe le entrate dello Stato, non toccherebbe i guadagni di concessionari e esercenti ma darebbe un segnale educativo importante, oltre a permettere una raccolta sul piano nazionale di qualcosa come 270 milioni di euro all'anno, più che sufficienti ad impiantare una buona rete nazionale di Servizi specialistici”.

Jarre esprime un giudizio “moderatamente positivo” sul decreto: “L'aspetto di gran lunga più importante è l'inclusione del Gap tra le patologie previste dai Lea. Le altre disposizioni hanno comunque solo una valenza simbolica di carattere educativo; riduzioni più o meno grandi nella possibilità di pubblicizzare i prodotti, distanze più o meno consistenti tra i dispositivi di gioco e i luoghi ‘sensibili’ non hanno un effetto concreto però cominciano ad indicare che anche nel nostro paese la stagione dell'espansione illimitata dell'azzardo legale ha se non i giorni ‘gli anni contati’.

Senz'altro se accanto all'inclusione nei LEA ci fosse anche la creazione di un Fondo nazionale d'intervento come detto prima il giudizio diverrebbe nettamente positivo”.

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