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Legge gioco Calabria, botta e risposta fra Regione e Federconsumatori sull'attuazione

26 ottobre 2023 - 10:50

Dialogo a colpi di note stampa fra Pasqualina Straface (Consiglio Calabria) e Mimma Iannello (Federconsumatori) sull'attuazione della legge regionale sul gioco e l'approvazione di una normativa quadro nazionale.

Scritto da Redazione
© Pasqualina Straface  - Pagina Facebook ufficiale

© Pasqualina Straface - Pagina Facebook ufficiale

Non mi sembra corretto affermare che la Regione Calabria non faccia nulla pur condividendo la preoccupazione e il grido d’allarme che viene lanciato per intensificare ogni utile azione al contrasto al gioco d’azzardo patologico. La Regione Calabria – Dipartimento Salute, su mio specifico impulso ha predisposto molteplici attività ed un Piano di azione regionale sulle dipendenze 2023-2025, in fase di approvazione da parte della struttura commissariale, che prevede ulteriori azioni, progetti e risorse economiche – inutilizzate da ben dieci anni - per potenziare ulteriormente gli interventi di contrasto, prevenzione, cura e riabilitazione di ogni forma di dipendenza patologica da sostanze d’abuso legali e illegali, nonché comportamentali come il gioco d’azzardo patologico”.

A rimarcarlo in una nota è Pasqualina Straface (FI), presidente della commissione del consiglio regionale della Calabria con delega alla Sanità e delegata dal presidente Roberto Occhiuto alle politiche di contrasto alle dipendenze patologiche, in risposta a Mimma Iannello di Federconsumatori Calabria, che ha accusato la Regione di aver depotenziato la legge varata nel 2018 per la promozione della legalità e il contrasto al gioco patologico.

 

“In relazione alle dichiarazioni del presidente di Federconsumatori Calabria circa la 'disattenzione' della Regione sul fenomeno preoccupante della ludopatia e del proliferare del gioco d’azzardo patologico nella popolazione, anche di quella giovanile intendo precisare che la Regione Calabria, attraverso i fondi che il ministero della Salute trasferisce alle regioni per il contrasto al gioco d’azzardo patologico, ha in essere su tutto il territorio regionale progetti di prevenzione nelle scuole e servizi socio-sanitari dedicati alle persone con problemi di ludopatia”, sottolinea Straface.

 

La Regione Calabria – Dipartimento Tutela della Salute, ha in fase di realizzazione la terza annualità consecutiva del piano di azione regionale sul gioco d’azzardo patologico, realizzato dalle cinque Aziende sanitarie calabresi ed articolato in interventi di prevenzione nelle scuole medie e nelle scuole superiori, diagnosi, cura, trattamenti terapeutico-riabilitativi per le persone affette da ludopatia, formazione per gli operatori sanitari e quelli delle forze dell’ordine, campagne informative per un totale di 5000 studenti coinvolti e 300 fra docenti e famiglie.

Da tre anni inoltre sono attivi servizi socio-sanitari per la diagnosi, cura e trattamenti terapeutico-riabilitativi gestiti dai Servizi per le dipendenze delle Asp e dalle comunità terapeutiche presenti in tutto il territorio regionale, in particolare con 16 SerD e 17 comunità terapeutiche, che erogano servizi socio-sanitari riabilitativi diurni e residenziali ai giocatori d’azzardo e alle loro famiglie attraverso èquipe multidisciplinari composte da psicologi, medici-psichiatri, assistenti sociali, educatori professionali, legali, prendendo in carico tutto il nucleo familiare e fornendo prestazioni terapeutico-riabilitative individualizzate, attività con gruppi di auto aiuto di giocatori d’azzardo e gruppi di auto-aiuto per i familiari.

Sono state inoltre avviate in tutte le province campagne informative rivolte alla generalità della popolazione sui danni correlati al gioco d’azzardo patologico oltre a percorsi di formazione sul fenomeno della ludopatia in favore degli operatori sanitari impegnati nel campo della prevenzione e dei trattamenti terapeutico-riabilitativi e per gli operatori delle forze dell’ordine”.

 

Arriva quindi la replica di Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria Aps.

“Abbiamo consapevolezza che il contrasto al gioco d’azzardo e alla ludopatia, è una sfida complessa che richiede il protagonismo e la coerenza dell'agire di ogni soggetto in campo e ad ogni livello.

Stante l’elenco delle attività poste in essere dalla Regione ricordate dalla presidente Straface e stante i numeri presentati dalla Federconsumatori, sorge però un legittimo interrogativo: le azioni messe in campo in Calabria, che comunque rientrano nelle attività derivanti dal trasferimento di risorse dedicate, sono ritenute sufficienti per limitare la portata della raccolta del gioco ed i suoi effetti?

È su questo vorremmo misurarci. Le attività nelle scuole, con gli operatori sanitari o con le forze dell’ordine sono lodevoli ma si configurano nelle prerogative delle funzioni ordinarie istituzionali di ciascuno soggetto preposto.

Fermo restando che è da apprezzare ogni azione messa in campo e ad ogni livello, non si tratta qui di fare pagelle o alzare steccati ma di comprendere quanto queste azioni si stiano rivelando sufficienti e quanto occorra, evidentemente, potenziare per renderle ancora più efficaci e cogenti rispetto alla dimensione del fenomeno.

Ricordiamo a noi stessi, che la cura della ludopatia rientra nei Livelli essenziali di assistenza ed in quanto tale rientra fra le prestazioni che il servizio sanitario deve garantire attraverso i SerD territoriali per la presa in carico delle dipendenze. Tuttavia, nonostante la resistenza delle realtà sanitarie più di trincea, sappiamo che gli indicatori nazionali collocano la Calabria sotto soglia nella garanzia dei Lea, compresi quelli della medicina territoriale in cui ricadono le dipendenze tutte, inclusa la ludopatia.

Ebbene, sarebbe utile conoscere ad esempio, quanto ed in quale aree i SerD risentano oggi delle maggiori criticità che investe la sanità regionale e come ci si attrezza di strumenti e personale per superarle e garantire al meglio l’accoglienza, la valutazione multidisciplinare, le consulenze specialistiche, la collaborazione delle istituzioni scolastiche, i piani terapeutici e riabilitativi nelle comunità, l’integrazione con i servizi sociali.

Relativamente alla programmazione dei Piani annuali (Gal) sulla ludopatia, ci risulta che hanno dovuto agire le sollecitazioni della rappresentanza delle comunità per impedire il mancato utilizzo di preziose risorse risalenti alle annualità 2017, 2018 e 2019. Ben venga dunque il recupero dei ritardi nella programmazione.

C’è un’ultima questione che s’intende portare all’attenzione: è l’interpretazione autentica dello spirito della L.R. 9/2018. Gli atti consiliari regionali, ci ricordano che la stessa presidente Straface, lo scorso anno, sia stata fra i firmatari della proposta di modifica (PL 107/2022) dell’art. 16 della L.R. 9/2018 che disciplina il gioco d’azzardo nelle parti riguardanti le fasce orarie e le distanze entro cui consentito l’esercizio di attività gioco.

Ebbene, nonostante le audizioni, le conferenze stampa, gli appelli della rete regionale 'Mettiamoci in gioco' di cui fa parte anche Federconsumatori, le parole di richiamo di Monsignor Francesco Savino e di tanti altri soggetti che operano nel sociale, quella proposta di legge è passata in Consiglio (LR 53/2022) e nei suoi scarni articoli ha liberalizzato i nuovi orari di apertura degli esercizi di gioco aperti al pubblico portando la chiusura nelle nuove fasce orarie: dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 24.00 alle 9.00 (il precedente vincolo era non oltre 8 ore di apertura giornaliera, chiusura entro le 22.00, accensione non oltre le 20.00 degli apparecchi installati presso le rivendite di generi di monopolio e la facoltà di diversi vincoli su base comunale).

Di fatto, si sono allentate le fasce orarie di gioco portando a 15 ore il tempo di apertura giornaliera e ponendo il vincolo delle distanze con i luoghi vulnerabili per i soli esercizi nati dopo il 3 maggio 2018.

Ciò premesso, quando Federconsumatori afferma che sulla legge non intravede oggi l’adeguata attenzione è per richiamare alla coerenza l’agire regionale: non si può spendersi nel fare prevenzione e formazione contro la ludopatia e poi allentare le maglie verso chi 'vende' quel gioco che grava poi sul Servizio sanitario regionale, sulle famiglie e le comunità.

Dunque, se genuina come immaginiamo, la volontà di contrastare il gioco d’azzardo, si mettano paletti regionali alla diffusione del gioco e si sostenga in Parlamento lo sforzo di giungere all’approvazione di una legge quadro che disciplini l’intero settore alla luce dei profondi mutamenti intervenuti nelle dinamiche e nella filiera del gioco d'azzardo."

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