skin

Nuovo Dpcm, le rassicurazioni di Conte: nessuna chiusura di bar o coprifuoco

05 ottobre 2020 - 15:55

La scelta dell’esecutivo dopo la (lunga) trattativa con le Regioni: nessuna chiusura anticipata dei locali. Sollievo per il gioco, ma la Campania va da sè.

Scritto da Ac
Nuovo Dpcm, le rassicurazioni di Conte: nessuna chiusura di bar o coprifuoco

Il secondo lockdown non s'ha da fare. Ma neppure la chiusura anticipata dei locali pubblico. A dirlo è il premier in persona, Giuseppe Conte, dopo giorni di trattativa con le Regioni, annunciando che “non c’è nessuna intenzione da parte del governo di chiudere ristoranti, bar e locali né di anticiparne l’orario di chiusura introducendo di fatto un coprifuoco”. Una precisazione, giunta al termine di una serie di contatti con i governatori regionali degli ultimi giorni, duranti i quali alcuni rappresentanti locali – come il presidente della Liguria, Giovanni Toti – hanno espresso la loro contrarietà a procedere a una chiusura, anche soltanto parziale, che andrebbe a penalizzare il settore.

Tutto questo quando l'intero paese si stava ormai preparando per quello che, ad oggi, continua ad apparire lo scenario peggiore: cioè quello di un'ulteriore restrizione alle attività economiche che rischierebbe di compromettere in via definitiva una serie di attività. Una possibilità – come anticipato – guardata con particolare timore anche dagli addetti ai lavori del gioco pubblico, che oltre ad essere parzialmente colpiti, per quanto riguarda il gioco “fisico”, da un'eventuale restrizione nei bar, dove si trovano diversi prodotti di intrattenimento, rischiano di essere colpiti da limitazioni nel caso in cui le regole di contenimento dovessero essere ampliate anche alle sale da gioco. 

LO STRAPPO DELLA CAMPANIA - Fermo restando, tuttavia, che le singole regioni potranno continuare ad agire in parziale autonomia, senza un freno da parte del governo centrale. Come sta già facendo il governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha appena imposto la chiusura alle 23 per ristoranti, pizzerie ed altri esercizi della ristorazione (pub, vinerie, kebab e similari) per i quali "è fatto obbligo di prevedere l’ultimo ingresso dei clienti nonché degli avventori per asporto alle ore 23". L'orario di chiusura imposto a bar e gelaterie per venerdì e sabato è dalla mezzanotte alle 6. Tanto da far scattare sull'attenti anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris il quale evidenzia il rischio di “consegnare a breve molti esercizi commerciali alla mafia" continuando con queste restrizioni. 
Del resto, nelle ultime settimane, la Campania ha registrato un significativo aumento dei contagi risultando spesso la prima regione per numero di nuovi casi. Un tasso che non aveva mai raggiunto prima, neanche durante il periodo di lockdown. Per questo il governatore ha prorogato l’obbligo di indossare la mascherina anche nei luoghi all’aperto e durante l’intero arco della giornata “a prescindere dalla distanza interpersonale”, fatte salve le previsioni di specifici protocolli di settore come per le attività di ristorazione, bar e sport all’aperto.
Mentre il sindaco di Napoli ritiene che “Chiudere ristoranti e locali alle 23 non ha nulla a che vedere con la movida” che ha “altri tipi di locali, di luoghi e di contesti”.
 
I RISCHI (GIA' PREVISTI) NEL FUTURO - Nonostante sia evidente la volontà di smorzare le preoccupazioni, emerge altrettanto chiaramente la criticità della situazione. O, almeno, ciò è quanto si può constatare andando a spulciare le carte. Visto che nella bozza della NaDaf (Nota di aggiornamento al Def) che stasera sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri, nel paragrafo relativo al'emergenza Covid-19 si legge che nel caso di un possibile “scenario avverso” della pandemia in Italia "qualora la ripresa dei contagi dovesse aggravarsi 'sensibilmente' negli ultimi mesi del 2020, con conseguente sofferenza del sistema ospedaliero - il governo sarebbe costretto a reintrodurre chiusure selettive di alcuni settori e misure di distanziamento sociale". Un'evenienza che nessuno si augura. Soprattutto nel comparto giochi, già gravemente compromesso dal primo lockdown e ancora alle prese con una delicata ripartenza e un difficile ritorno alla normalità.

Articoli correlati