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Governo Conte 2: trattative su sottosegretari, attesa delega ai giochi

07 settembre 2019 - 08:17

All'indomani della costituzione del nuovo governo partono le trattative per i 45 sottosegretari: con il comparto del gioco pubblico che attende la delega ai giochi.

Scritto da Ac
Governo Conte 2:  trattative su sottosegretari, attesa delega ai giochi

Dopo aver completato tutte le caselle della nuova sqadra di governo con l'assegnazione dei 21 ministeri e la destinazione dell'ex premier Paolo Gentiloni a Bruxelles, dove ricoprirà il ruoso di Commissario europeo, il premier Giuseppe Conte (e, insieme a lui, i rappresentanti di Pd e 5 Stelle) è al lavoro sulla definizione dei sottosegretari, che verranno nominati subito dopo il voto di fiducia alle camere che avverrà a inizio della prossima settimana. Anche se la complessità dell'operazione - tra scontenti da accontentare, correnti rimaste a secco e delusi da motivare - rischia di far slittare la partita alla seconda metà di settembre. Nel frattempo iniziano a circolare i primi nomi dei possibili papabili. In totale saranno 45 sottosegretari (tanti i posti disponibili in base ai limiti posti dalla legge Bassanini) di cui 24 dovrebbero andare ai 5 Stelle, 18 al Pd e tre a Liberi e Uguali.

ANTONIO MISIANI IN CORSA AL MEF – Tra i nomini più probabili per un ruolo di spicco c'è quello di Antonio Misiani, senatore del Partito Democrativo e responsabile Economia della segreteria di Nicola Zingaretti, per il quale si parla della nomina di viceministro al Ministero dell'Economia. Sarebbe uno dei pochi rappresentanti della nuova maggioranza a passare dal Senato al governo, a causa dei numeri risicatissimi per il nuovo Esecutivo a Palazzo Madama (ad oggi, a votare il Conte 2 con certezza sarebbero soltanto 167 senatori). Un altro passaggio al governo potrebbe essere quello di Lia Quartapelle: giovane deputata dem con esperta di politica internazionale che potrebbe puntare la carica di vice alla Farnesina. Anche la renziana Anna Ascani, vicepresidente dem, per la quale ci si attendeva un posto da ministro, potrebbe arrivare la nomina di sottosegretario all'Istruzione. Tra i nomi che circolano in queste ore tuttavia c'è anche quello dell'altra vicepresidente Pd, Debora Serracchiani. Possibile anche l'ingresso al governo di Emanuele Fiano. Con qualche ipotesi anche tra alcuni ex-parlamentari come Silvia Velo e Mauro Cociancich.
Sembra invece certa la nomina di Gian Paolo Manzella, attualmente assessore con Zingaretti alla Regione Lazio, come viceministro allo Sviluppo Economico. Mentre potrebbe aprirsi un varco per l'area socialista con il senatore Riccardo Nencini, e per la formazione di Demos-Democrazia Solidale (di cui fa parte Pietro Bartolo, ex-medico di Lampedusa, eurodeputato eletto nella lista unitaria del Pd) che potrebbe ottenere un incarico, con la deputata Michela Rostan che ne è portavoce alla Camera.
 
IL NODO DELLE DELEGHE - Per quanto riguarda le deleghe, per il momento il Pd sembra volere quella all'Editoria, con Walter Verini in pole. Ancora non sono definite tutte le caselle al Ministero dell'economia, dove i sottosegretari tuttavia dovrebbero essere tre, dai quali dovrebbe uscire anche l'attesa delega ai giochi, più un vice ministro. Per quanto riguarda gli incarichi, il segretario dem Nicola Zingaretti ha individuato, come criteri generali, quello della “territorialità” e della “capacità dei candidati di fare squadra”. Non dovranno cioè essere “divisivi”, oltre al fatto che ogni regione deve poter essere rappresentata al governo. Al momento su 9 ministri, due sono lombardi (Guerini alla Difesa e Bonetti alla Famiglia), due emiliano-romagnoli (De Micheli alle Infrastrutture e Franceschini ai beni culturali), due pugliesi (Boccia agli Affari Regionali e Bellanova, Agricoltura), un romano (Gualtieri, Economia e Finanze) un siciliano (Giuseppe Provenzano al Sud) e un napoletano (Enzo Amendola, Affari europei). Tante, quindi, sono le regioni rimaste senza rappresentanza e che avranno quindi molta più facilità di poter esprimere un sottosegretario o un viceministro. Per questo sono state coinvolte anche le segreterie regionali, per individuare profili di persone che possono anche non essere in Parlamento. La Toscana, ad esempio, potrebbe esprimere due sottosegretari, gli ex deputati Silvia Velo e Federico Gelli, due competenze specifiche, la prima già citata andrebbe alle Infrastrutture (dove è già stata come sottosegretario) e Gelli, che è un medico, alla Sanità. Anche il Lazio, che pure ha il ministro forse più importante, sta valutando due profili da mandare al governo: Lorenza Bonaccorsi e Gian Paolo Manzella, assessore regionale allo Sviluppo economico, fautore di alcune scelte politiche che si sono rivelate preziose e punto di riferimento di importanti realtà economiche nella regione. 
Altri nomi possibili tra le file dei dem, anche quello di Gianni Cuperlo, dell’ex governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, o dell’ex ministro Cesare Damiano e, ancora, dell’ex senatore Stefano Esposito: competenti e non divisivi e provenienti dal Piemonte che non è rappresentato al governo. 
Mentre la partita di Leu si gioca con tre carte: due sono quelle di Rossella Muroni e Vasco Errani, in corsa rispettivamente per Ambiente e Affari regionali, probabilmente come vice ministri. Per quanto riguarda invece il Movimento 5 Stelle, dovrebbero essere confermati Laura Castelli al Mef e Ferraresi alla Giustizia. Stefano Buffagni dovrebbe essere “promosso” al Mise in supporto al collega ora ministro Patuanelli. Mentre il capogruppo alla Camera Francesco D’Uva – che doveva diventare ministro – potrebbe arrivare il ruolo di vice ai Beni culturali. In lizza per la promozione a un ruolo di governo sono anche Marta Grande, Giuseppe Brescia, Carla Ruocco, Luca Carabetta, Giorgio Trizzino, Vincenzo Presutto e Gianluca Castaldi.

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