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Seccia (Roma): 'No a proroga legge gioco, favorire riconversione attività'

14 giugno 2021 - 08:01

Il Consiglio del Lazio torna a confrontarsi sulla proroga della legge sul gioco, da Roma la consigliera Seccia chiede incentivi e/o ristori per i gestori e aiuti per riconvertire attività.

Scritto da Fm
Seccia (Roma): 'No a proroga legge gioco, favorire riconversione attività'

Al consiglio regionale del Lazio anche questa settimana va avanti il confronto sulla proroga della normativa sul gioco introdotta nel 2020, inserita nel Collegato di bilancio di prossima discussione in Aula: dopo l'intervento dell'assessore alle Politiche sociali Alessandra Troncarelli, chiamata a relazionare sulle misure previste, tra le quali figura lo slittamento del termine di adeguamento delle attività a settembre 2022, si torna a parlare del tema in commissione Bilancio.

Martedì 15 giugno, in modalità telematica, sono infatti previste una serie di audizioni delle organizzazioni datoriali, sindacali e delle associazioni interessate dalle disposizioni contenute nel prossimo Collegato di bilancio. Fra loro dovrebbero esserci anche i rappresentanti di concessionari, gestori e lavoratori del gioco, uno per categoria.

Nel frattempo, però, fanno capolino alcune prese di posizione contrarie alla modifica della legge vigente, introdotta anch'essa con un Collegato di bilancio, comprensiva del ben noto “distanziometro retroattivo” di 500 metri, che, se applicato, da settembre renderebbe possibile l'apertura di attività di gioco o l'installazione di apparecchi solo sullo 0,7 percento del territorio, portando alla perdita del posto di lavoro  per 6mila persone su 16mila.
 
Ad esprimere perplessità sulla proroga della legge, da Roma, è ad esempio la consigliera Sara Seccia, (Movimento cinque stelle), vice presidente dell'Assemblea capitolina e referente comunale sul tema del Gap, firmataria di una mozione in proposito.
“Siamo fermamente contrari alla decisione della Giunta della Regione Lazio di prorogare al 2022 l'entrata in vigore del distanziometro di 500 metri tra sale da gioco e luoghi sensibili e lo abbiamo espresso chiaramente in Aula Giulio Cesare con il voto favorevole alla mozione che ho presentato.
Il distanziometro (e la sua applicazione) è uno strumento necessario all'interno della normativa regionale. Seppure la sua retroattività rimane, secondo me, un problema (sia per i gestori, sia per l'applicazione della legge stessa), il distanziometro è stato inserito e va applicato”, puntualizza Seccia.
 
“Ho voluto citare nell'atto anche i gestori di sale ed apparecchi. La Regione Lazio provveda all'applicazione completa della L.R. n. 5/2013, ma occorre anche che si valutino seriamente degli incentivi e/o ristori affinché i gestori siano messi in condizione di rispettare la normativa regionale o, comunque, di avere la possibilità di scegliere come gestire la propria attività grazie a fondi erogati in loro favore, se non altro per gli investimenti economici che hanno sostenuto (ristori seri, non mancette).
In fondo, se la legge ha consentito l'apertura di determinate attività, con tutte le conseguenze sociali del caso, la colpa non può essere attribuita a coloro che con quelle attività adesso ci vivono.
A livello nazionale il gioco d’azzardo è stato sottovalutato e non può più costituire una leva fiscale come avvenuto sino ad ora. I Comuni sono soli nell’affrontare questa piaga e lo fanno, tra l’altro, con competenze molto marginali potendo disciplinare solo gli apparecchi da gioco (slot) e non il grande 'mostro' del gioco online, il Gratta e Vinci, Bingo e lotterie.
Non intendiamo affossare un settore, né i loro operatori: per questo chiediamo da tempo che si intervenga, ad alti livelli, su tutti i giochi, non solo le slot, e che i gestori di sale e apparecchi non siano le sole vittime di un'azione amministrativa che, seppur reputiamo giusta, non può focalizzarsi soltanto su di loro.
Occorre intervenire - da una parte - per tutelare la salute pubblica, dall'altra per salvaguardare posti di lavoro, attraverso ristori regionali/nazionali e processi 'dolci' di riconversione delle attività che non rendano vani gli investimenti già effettuati”, conclude la consigliera.

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