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Senato, Scaroni (Milan) in commissione Cultura: 'Da scommesse nessun beneficio al calcio'

22 maggio 2024 - 11:37

Auditi in commissione Cultura al Senato sulla riforma del calcio italiano, i rappresentanti di Milan, Juve e Lazio invitano la politica a 'risolvere il problema scommesse' e sottolineano gli effetti negativi del divieto di sponsorizzazione da parte degli operatori di gioco.

Scritto da Dd
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"Dobbiamo risolvere il problema scommesse, non ha senso che tutto il mondo scommetta sul calcio e noi non ne abbiamo nessun beneficio."

A dirlo il presidente dell'Ac Milan, Paolo Scaroni, nel corso della sua audizione davanti la commissione Cultura del Senato, nell'ambito degli approfondimenti sul tema delle Prospettive di riforma del calcio italiano, tenutasi oggi 22 maggio.

Scaroni, audito assieme ad altri rappresentanti del calcio italiano come il managing director della Fc Juventus, Francesco Calvo, al presidente del Ssc Napoli, Aurelio De Laurentiis, e al presidente del Verona, Maurizio Setti, è stato l'unico a parlare di tematiche inerenti il gioco, invitando la politica a prendere il considerazione una modifica del sistema di ripartizione degli utili detivanti dalle scommesse sul calcio.

"Questo è un argomento di cui potete occuparvi voi", dice Scaroni ai senatori presenti, "perché è stato il Parlamento italiano che ci ha impedito nel passato di partecipare a questi ricavi, e questo Parlamento ora può cambiare quella norma assolutamente dissennata. Per cambiare queste cose serve l'intervento della politica."

Anche il rappresentante della Juventus, parlando dei vari problemi che affliggono il sistema calcio in Italia, ha ricordato come il settore sia cresciuto enormemente fino al 2020. Ora tuttavia, continua Calvo, "immaginare una crescita economica del calcio italiano è estremamente difficile. L’eliminazione del decreto crescita e l’eliminazione delle sponsorizzazioni da parte delle aziende di betting hanno penalizzato il settore."

Nel complesso sono state tirate in ballo tutte le problematiche del settore calcistico italiano, da un sistema professionistico che comprende, oggi, troppe società, al problema delle troppe gare da svolgere nel corso dell'anno, cui si aggiungono le partite delle Nazionali. Ma anche il tema stadi, le limitazioni imposte nell'utilizzo degli spazi sportivi, la sproporzione con i team esteri, il potere troppo ampio dei procuratori e il tema della rappresentanza del calcio, ora sbilanciato a sfavore dei team principali, quelli della Serie A, tra i quali a portare veramente ricchezza sono neanche dieci società in tutto.

Tra gli auditi in commissione Cultura al Senato anche il procuratore della Federazione italiana giuoco calcio, Giuseppe Chinè, che ha illustrato il quadro attuale della giustizia sportiva spiegandone le possibilità di azione e le molte limitazioni.

Per il senatore Claudio Lotito (Forza Italia), presidente della Lazio, non è più rinviabile il varo di norme organiche per riformare tutto quello che gravita attorno al mondo del calcio, includendo anche la reintroduzione delle sponsorizzazioni da parte degli operatori di gioco. “È assurdo che per demagogia il Governo precedente abbia tolto le sponsorizzazioni sulle scommesse. Poi accendiamo la tv e possiamo accedere a tutti i campionati internazionali dove non vige questo divieto”.

Sul tema delle scommesse legate al calcio era intervenuto, nella giornata di ieri, 21 maggio, anche il presidente dell’Associazione italiana calciatori, Umberto Calcagno, nel corso di un’audizione sempre sul tema della riforma del calcio italiano organizzata dalla commissione Bilancio del Senato. Calcagno ha evidenziato come il sistema calcio italiano, con le giocate sul calcio, abbia generato "più di tre miliardi di euro di gettito fiscale negli ultimi anni. Credo che anche giuridicamente", ha aggiunto, "sia giusto che ci sia un ritorno per lo sfruttamento che viene fatto della nostra organizzazione, delle nostre competizioni e anche dei singoli, perché sempre più spesso le giocate riguardano i singoli calciatori e calciatrici."

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