Squadra che vince non si cambia.
Questo adagio popolare ben si attaglia al nuovo corso della Regione Piemonte, che per i prossimi cinque anni sarà guidata ancora da Alberto Cirio (Forza italia) e vedrà in Giunta vari volti noti, presenti anche in quella precedente, tutti con le stesse deleghe. Come Elena Chiorino, Marco Gabusi, Matteo Marnati e Andrea Tronzano.
Il protagonista della nostra intervista è proprio quest'ultimo, più volte presente nelle pagine della nostra testata, soprattutto nel periodo della genesi e del travagliato iter della normativa regionale vigente in materia di contrasto al gioco patologico, e confermato come assessore al Bilancio, finanze e programmazione economica e finanziaria; Sviluppo delle attività produttive: industria, artigianato, Pmi e imprese cooperative; Internazionalizzazione e attrazione investimenti.
Quali sono i progetti avviati nel primo mandato di cui è più orgoglioso e che avranno ricadute - o proseguiranno anche negli anni a venire e quali sono, per sommi capi, i punti centrali del secondo?
“La continuità nell’incarico di assessore della Giunta Cirio più o meno sulle stesse deleghe del mandato 2019/24 mi porta ad avere un raggio d’azione sul lungo periodo e a vedere come le politiche impostate nel corso del cinque anni precedenti potranno avere attuazione nei prossimi anni.
Ci sono però alcuni punti su cui abbiamo ottenuto dei buoni risultati, da assessore al Bilancio, lo scorso mese di luglio, abbiamo conseguito la quinta parifica del bilancio regionale da parte delle Corte dei conti confermando il percorso virtuoso che abbiamo iniziato cinque anni fa. Rispetto al 2019 abbiamo ridotto il peso dei debiti sulle nuove generazioni e sui piemontesi di 3 miliardi garantendo investimenti importanti e soprattutto senza aumentare le tasse, un impegno preciso che ci eravamo presi e che stiamo rispettando. Continueremo a lavorare in questa direzione proprio diminuendo il peso del debito dei piemontesi anche nei prossimi cinque anni.
Finire l’incompiuta del Palazzo della Regione è stato un momento di grande soddisfazione perché voleva dire completare un’opera che da troppo tempo non vedeva la fine. Abbiamo chiuso diverse sedi periferiche, riqualificato un area a ridosso del Lingotto e trasferito tutti i dipendenti della Regione in un unico luogo con un risparmio sostanzioso di soldi pubblici.
Poi permettetemi una soddisfazione personale, nel 2018 con la mia petizione sulla salvaguardia del Regina Margherita abbiamo raccolto 140mila firme e nel corso della legislatura abbiamo predisposto la delibera che ha garantito alla struttura la sua specificità pediatrica.
Per quanto riguarda il futuro vogliamo continuare il dialogo e il confronto con chi lavora sul territorio, imprenditori, lavoratori e associazioni. In queste prime settimane del nuovo mandato abbiamo già incontrato le associazioni di categoria industriali, artigianali, della cooperazione e del sapere. Abbiamo tracciato una linea strategica ed identificato alcuni obiettivi. Per gli artigiani, ad esempio, rifinanzieremo il fondo unico, rivedremo l’eccellenza artigiana con l’attivazione del percorso Ue per i marchi legati alle produzioni artigianali, ricostituiremo l’osservatorio, rimoduleremo il progetto bottega scuola e rafforzeremo i Confidi. Poi metteremo tutta l’attenzione possibile per rafforzare il mix produttivo piemontese che esporta per 9,5 miliardi e nel 2023 è cresciuto del 4,7 percento. La specializzazione produttiva dei nostri distretti ha consentito di crescere di più della media dei distretti italiani. La stragrande maggioranza degli imprenditori piemontesi ha una visione, un'etica del lavoro e un rispetto della dignità della persona impareggiabile.
Siamo la sesta regione europea per capacità di attrazione. Aziende importanti come Aixtron o Silicon Box investono sul nostro territorio non a caso. Dobbiamo però migliorare ulteriormente ed è per questo che potenzieremo il 'team attrazione': dobbiamo dare maggiore velocità nelle risposte e nella risoluzione di tutto ciò di cui l'impresa ha bisogno per investire nella nostra regione. Attrarre imprese significa rafforzare un territorio che è già molto forte.
Come Amministrazione crediamo molto nella diversificazione dei vari settori produttivi non solo automotive ma anche semiconduttori e aerospazio. Abbiamo dato il via alla città dell’aerospazio e nel prossimo autunno inizieremo la ricostruzione dell’edificio di corso Marche che ospiterà i laboratori del Politecnico. È il primo concreto tassello a cui ne seguiranno altri. Fondamentale sarà però il lavoro vero, la concreta collaborazione tra le grandi imprese e la nostra filiera delle micro, piccole e medie. Abbiamo sempre detto che la grande impresa crea le traiettorie e quella piccola e media la accompagna; ecco, stiamo arrivando a questo: la nostra filiera piemontese sarà protagonista e aumenterà significativamente il suo supporto manifatturiero verso le grandi. Tutto ciò aiuterà anche la transizione da un settore ad un altro.”
Ritiene possibile un ritocco della legge regionale sul gioco nell'ambito della nuova consiliatura o pensa che la normativa vigente sia pienamente efficace e quindi “intoccabile”?
“La Regione Piemonte quando ha approvato la nuova legge voleva sostanzialmente implementare la lotta alla ludopatia potenziando i mezzi a disposizione delle istituzioni concentrandosi su due pilastri complementari: quello educativo, con una fitta rete di iniziative didattiche, formative, pubblicitarie sia nelle scuole che sui posti di lavoro e quello del monitoraggio, dotandosi di strumenti per analizzare e quantificare costantemente l’impatto del gioco sulla salute pubblica. Abbiamo approvato una legge moderna e necessaria potenziando i mezzi a disposizione delle istituzioni e tutelando il lavoro del comparto legale.
I dati (pubblicati anche dal giornale 'Domani' lo scorso maggio) testimoniano un fatto che la densità di slot machine nella nostra regione sia molto più bassa che in tutto il resto d’Italia quindi, il problema non è legato a questo aspetto, ma ad una cultura del gioco, anche quella sommersa dell’online, su cui varrebbe la pena di porre maggiore attenzione. L’online è la vera piovra per chi gioca e per chi è potenzialmente a rischio ludopatia.
La Regione fa tantissime cose in ambito di prevenzione e contrasto al Gioco d'azzardo patologico e possiamo suddividerle in due macro aree: 1) le attività previste dai Lea - Livelli essenziali di assistenza, che sono le attività che ogni Asl deve garantire a tutti i cittadini. Su questo aspetto le attività sono di tipo ambulatoriale all'interno dei SerD - Servizi per le dipendenze presenti in ogni Asl e una struttura terapeutica residenziale presente presso il territorio dell'Asl To3.
2) Fondo statale annuale dedicato al potenziamento delle attività di prevenzione, cura e reinserimento sociale dei soggetti con dipendenza da gioco.
A livello informativo abbiamo attivato il sito 'Non è un bel gioco' dove si possono trovare informazioni utili e progetti sui vari territori che puntano all’informazione e al contrasto della ludopatia
Abbiamo avviato poi un’importante progetto regionale che si chiama 'GeoGap' realizzato con il settore Sistema Informativo territoriale e ambientale. Tale piattaforma quest'anno dovrebbe entrare fattivamente in funzione. È uno strumento importante sia per chi gestisce attività commerciali e ha interesse a sapere se l'ubicazione del proprio esercizio rispetta la normativa regionale sulle distanze dai cosiddetti 'luoghi sensibili' sia per la Polizia locale, che sa dove sono ubicate le attività commerciali che hanno apparecchi per il gioco.”
Lei è favorevole al riordino nazionale del gioco fisico con il varo di un distanziometro e di limiti orari uguali per tutti, e alla compartecipazione delle Regioni agli utili erariali derivanti dal gioco?
“È un tema in discussione e credo che una normativa semplificata e valida per tutto il territorio possa essere utile; oggigiorno, però, più che sulle distanze fisiche, bisogna puntare maggiormente sulla prevenzione e il contrasto alla ludopatia da un punto di vista culturale, come abbiamo realizzato qui in Piemonte con la Legge 19/21.
È molto importante la compartecipazione regionale al gettito erariale dei proventi derivanti dal gioco e sarebbe utile che queste risorse fossero dedicate proprio alla prevenzione e al contrasto alla ludopatia.”