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Tutto pronto per il nuovo governo: giuramento e poi focus su riaperture

12 febbraio 2021 - 09:43

Oggi l’incontro tra il presidente incaricato e il Capo dello Stato per sciogliere la riserva: prossima settimana giuramento e prime decisioni su emergenza.

Scritto da Ac
Tutto pronto per il nuovo governo: giuramento e poi focus su riaperture

 

Oggi è il giorno della verità per il nascente “governo Draghi”, con il premier incaricato che dopo aver preso atto dell'ultimo “si” ottenuto nella serata di ieri dal Movimento 5 Stelle, al termine della votazione sulla piattaforma Rousseau, salirà al Quirinale nel pomeriggio dove ad aspettarlo è il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, Per ufficializzare la nascita del governo dei due presidenti: una formula che non ha precedenti nella storia repubblicana. Diverso, quindi, sia dal più volte citato esecutivo di Carlo Azeglio Ciampi, ma anche dissimile ai gabinetti tecnici precedenti di Lamberto Dini e Mario Monti. Per una vera e propria  svolta politica e democratica del nostro paese, che Draghi aveva subito lasciato intendere fin dal primo momento: respingendo ogni suggerimento sulla composizione della maggioranza, evitando di parlare della squadra di governo, e spiegando ai partiti che stava per iniziare “un’altra epoca”. Proprio come richiesto dal presidente Mattarella e come auspicato da gran parte del paese, che non desidera altro che una svolta rispetto alle precedenti politiche e, in particolare, rispetto alla gestione dell'emergenza come avvenuta finora.

A chiederlo e auspicarlo sono soprattutto gli operatori del gioco pubblico: tra i più colpiti dalla pandemia e dalle restrizioni governative, avendo ormai superato i 200 giorni di interruzione delle attività, come accaduto per pochi altri settori. Ma peggio ancora, senza che sia mai stata eseguita alcuna valutazione sulla sostenibilità o sulla sicurezza dei locali, ma solo e soltanto applicando una chiusura incondizionata. E senza alcun tipo di risposta neppure sulle date – almeno ipotetiche – di riapertura. Un atteggiamento politico ritenuto ostile dagli addetti ai lavori, al punto da spingere in piazza i lavoratori dell'intero comparto, come mai accaduto prima. Non soltanto le “donne del gioco”, che continuano da settimane la loro protesta a Montecitorio, dopo aver guadagnato gli onori della cronaca nazionale, oltre a quella di settore: adesso a rompere gli indugi e a manifestare (pacificamente) il proprio dissenso e la propria condizione di assoluta difficoltà è l'intera filiera, che non può più resistere a ulteriori interruzione dei lavori. Con il blocco di questi mesi che ha già provocato fin troppe vittime tra le aziende ed è destinato a crearne altre nei prossimi mesi: senza contare l'impatto dal punto di vista occupazionale che si manifesterà ai massimi livelli all'indomani della scadenza della moratoria sui licenziamenti introdotta dall'esecutivo uscente.

Una condizione divenuta ormai altamente critica che il governo sarà chiamato ad affrontare già all'indomani della sua costituzione, con il caso che ha voluto che il giorno in cui l'intera filiera scendere in piazza (a Roma e a Milano, contemporaneamente), cioè giovedì 18 febbraio, sarà anche quello della fiducia in Parlamento per il nuovo esecutivo.

LE TAPPE DEL NUOVO GOVERNO – Sì, perché lo scioglimento della riserva al Quirinale è atteso tra oggi – venerdì 12 e domenica 14 febbraio. In ogni caso entro lunedì 15 il governo dovrebbe essere varato. Sia che il giuramento si svolga sabato, sia che slitti a lunedì, la fiducia delle Camere non potrà che arrivare a metà della prossima settimana, tra mercoledì e giovedì. Nel frattempo Draghi metterà a punto il programma del suo esecutivo, quel programma sul quale chiederà la fiducia alle Camere. Molti aspetti della sua agenda programmatica sono venuti allo scoperto dalla voce degli interlocutori politici che ha ricevuto durante le consultazioni: mai dalla sua bocca (o da quella dei sui collaboratori), né sai social network, che non utilizza. Per una “sobrietà istituzionale” che segna già il passo rispetto alle precedenti compagini di governo, diffondendo una certa sicurezza anche tra i cittadini, in parte ormai esasperati dalla continua giostra mediatica, quando non completamente assuefatti.

Tra i contenuti su cui sembra puntare Draghi, tuttavia, oltre all’ambiente (al punto da istituire, a quanto pare, un Ministero per la transizione ecologica), e alla velocizzazione della campagna vaccinale, anche la valorizzazione della scuola e la coesione sociale. Ma bisognerà attendere il suo discorso in Parlamento per avere il primo vero manifesto del “pensiero Draghi” nella nuova veste di guida del governo italiano. Per il resto, proprio in queste ore, Draghi sta mettendo a punto la fisionomia del nuovo esecutivo. Non solo è necessario scegliere se portare in consiglio dei ministri un mix di tecnici e politici od optare solo per tecnici e tecnici d’area. Occorre anche decidere quali e quanti ministeri includere (attesi una ventina e sembra quasi certa la presenza di un 50 percento di donne). Potrebbero poi esserci accorpamenti o smembramenti rispetto all’assetto del governo uscente. 

Per un'altra differenza rispetto al passato che sta nella ferma volontà del premier incaricato di presentarsi con il suo programma solo quando entrerà in Parlamento. Oltre al fatto di scegliersi la squadra senza mediazioni dei partiti. Per questo i partiti della maggioranza, che sono al buio, vorrebbero almeno sapere quale metodo sta applicando Draghi per formare il suo gabinetto. Nel timore di ritrovarsi marginalizzati con dicasteri di secondo piano, e con le scelte del premier incaricato che potrebbero rompere gli schemi attuali delle forze politiche, rendendole più deboli. Oggi, comunque, si capirà quali scelte ha operato insieme al capo dello Stato e domani sarà il giorno del giuramento e martedì il battesimo in Parlamento per la fiducia, che inizierà al Senato, dopo che la giornata di ieri gli è servita per definire il programma e per chiamare alcuni politici candidati al ruolo di ministro.

PRIMA SCADENZA: LUNEDÌ PER SPOSTAMENTO TRA REGIONI - Subito dopo il giuramento il governo dovrà subito decidere - con un nuovo decreto - se prorogare il divieto di spostamento tra le Regioni in scadenza proprio lunedì 15 febbraio o se far cadere il blocco. Se però il governo non si fosse ancora insediato, potrebbe intervenire anche un decreto ponte di proroga del divieto da parte del governo uscente che è in carica per gli affari correnti. È questa la prima vera urgenza. Dalla quale tuttavia possono dipendere anche tutte le altre decisioni sull'emergenza sanitaria visto che ulteriori restrizioni, soprattutto se più rigide, renderebbero difficile l'ipotesi di ammorbidire la linea sulle riaperture, come continuano a chiedere e auspicare anche gli addetti ai lavori del gioco pubblico. Anche se, nel frattempo, dalla prossima settimana ripartiranno anche gli impianti sciistici, dopo i musei, e ciò rende ancor più anacronistico, oggi più che mai, lo stop totale dei giochi.

 

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