Pagano (Pd): ‘Concentrare offerta di gioco in punti specializzati’
Il deputato del Pd Ubaldo Pagano propone di concentrare l'offerta di gioco in punti specializzati.
Scritto da Ac
Roma - "Credo che il primo passo da fare per affrontare il tema del gioco pubblico sia quello di superare l’approccio ipocrita riservato dallo Stato a questo settore perché se adesso si sente discutere sull'eventualità o meno di ridurre il numero di punti vendita chiedendosi se è giusto farlo oppure no, tutto questo si potrebbe affrontare in modo più sereno ed efficace una volta che abbiamo superato questo approccio ipocrita sdoganando definitivamente questo settore". Questa l'opinione di Ubaldo Pagano, deputato del Pd, espressa nell'incontro “Dalla Commissione di inchiesta sul gioco ai provvedimenti locali: quali prospettive per il settore del gioco pubblico nella XIX Legislatura”, che si tiene negli uffici romani di Reti e nel quale si affrontano le principali risultanze della Relazione della comissione d'inchiesta sul gioco e, soprattutto, le prospettive future del settore del gioco in Italia alla vigilia dell'avvio della nuova legislatura.
"Detto questo - prosegue Pagano - guardando in maniera laica al settore, credo che il fatto di ridurre il numero dei punti vendita favorendo la concentrazione in ambienti più specializzati possa consentire un maggiore presidio e un più efficace controllo, sotto tutti di vista, anche dal punto di vista della dipendenza da gioco. Magari anche facendo entrare delle figure specializzate in questi locali visto che gli operatori devono sì partecipare alla costruzione di un sistema di gioco responsabile ma non possono fare da soli tutto ciò che serve per arginare le dipendenze, visto che il gioco patologico è un disturbo serio e che richiede trattamenti specializzati e quindi da parte delle strutture sanitarie e specializzate".
Secondo Pagano, peraltro, "bisogna occuparsi anche di questa specializzazione, ovvero della formazione del personale medico e sanitario sul tema della ludopatia perché quello che accade oggi e non può più accadere è che non ci sono figure adeguate nei Sert e nelle Asl per gestire questo tipo di patologia che però esiste e va affrontata”.