skin

Calcio e scommesse illegali: Tonali patteggia e Corona è indagato per diffamazione

24 ottobre 2023 - 11:15

Nuovi sviluppi sul caso scommesse illegali fra i calciatori, Tonali va verso il patteggiamento mentre l'ex agente fotografico Corona è indagato per diffamazione a mezzo stampa. Malagò (Coni) difende l'operato della Figc.

Scritto da Redazione
calciocalzinipxhere.jpg

Si compone il quadro delle sanzioni a carico di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo, i calciatori italiani che hanno confessato di aver giocato su siti illegali, al centro delle rivelazioni dell'ex agente fotografico Fabrizio Corona.

Dopo quello siglato da Fagioli con la Procura federale - che vede una squalifica di 12 mesi, di cui 5 commutati in prescrizioni alternative, e un'ammenda di 12.500 euro, per la violazione dell’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva che vieta la possibilità di effettuare scommesse su eventi calcistici organizzati da Figc, Uefa e Fifa - ora tocca a Sandro Tonali tentare un accordo.

I legali del giocatore del Newcastle sono infatti al lavoro per arrivare ad un patteggiamento con la Procura federale, prima della partita del team inglese in Champions league, in calendario domani, 25 ottobre.

Tonali, che ha confessato di aver scommesso anche sul Milan, sua ex squadra, ma solo quando non era in campo, dovrebbe rimediare una pena più alta: un anno di squalifica dai campi più sei mesi di pene accessorie.

Oltre all'accordo fra gli avvocati e il procuratore federale Giuseppe Chiné, si attende anche l'ok del presidente della Figc, Gabriele Gravina, e della Procura generale dello sport per dare il crisma dell'ufficialità alla squalifica con il patteggiamento pre-deferimento, ed evitare quindi che il giocatore scenda in campo mercoledì.

E Zaniolo? Anche lui nelle prossime ore dovrebbe chiarire la propria posizione, dopo aver ribadito in più occasioni di non aver scommesso sul calcio, ma di essersi limitato a giocare online su piattaforme illegali al casinò, a poker e blackjack.

Gli strascichi della vicenda però non finiscono qui.

Si moltiplicano infatti le voci dei calciatori chiamati in causa da Fabrizio Corona nel caso scommesse illegali.

Stephan El Shaarawy, attaccante della Roma, ha negato ogni addebito attraverso i suoi legali : “El Shaarawy è sempre stato estraneo, non c’è mai stato nulla. La Procura non ci ha mai contattato. El Shaarawy ha già mostrato la sua posizione e le sue sensazioni rispetto a quanto accaduto. Un calciatore deve rispondere solo di ciò che fa sul campo; quello che fa fuori può interessare alla stampa, ma non può essere oggetto di diffamazioni o di una macchina del fango, come accaduto in questi ultimi giorni su diverse emittenti televisive, e non solo. Era sereno, stava bene, e con il gol lo ha assolutamente dimostrato”.

Sulla stessa linea gli avvocati di Nicolò Barella, che hanno notificato una diffida agli organi di informazione a tutela dell'immagine e dell'onorabilità del centrocampista dell'Inter e della sua famiglia dopo la pubblicazione di notizie circa un suo presunto coinvolgimento nella vicenda. “Poiché tali notizie sono assolutamente false e lesive dell'onorabilità e della reputazione del nostro assistito - scrivono i legali nella diffida - diffidiamo dal reiterare la pubblicazione di notizie analoghe, che possano anche solo indirettamente collegare Nicolò Barella con il mondo delle scommesse".

E Corona? Lui è stato iscritto dalla Procura di Milano nel registro degli indagati per diffamazione a mezzo stampa in relazione alle querele sporte nei giorni scorsi dai calciatori Stephan El Shaarawy e Nicolò Casale, che erano stati chiamati in causa dell'ex paparazzo insieme con il difensore della Juventus, Federico Gatti.

Corona rischia l'incriminazione anche per calunnia e rivelazione di segreto.

Insomma, potrebbe incorrere in nuovi guai giudiziari dopo quelli in cui è incorso negli ultimi 15 anni, e dopo aver riacquisito la libertà ufficialmente il 23 settembre 2023.

Fuori dalle procure e dai tribunali è interessante anche saggiare il sentiment che attraversa il mondo del calcio, a cominciare dai suoi maggiori rappresentanti.

Ad esempio l'agente sportivo Giovanni Branchini, intervenuto al programma "La politica nel pallone", in onda su Rai Gr Parlamento, ribadisce la necessità di distinguere fra la manipolazione delle partite – il calcioscommesse vero e proprio, come lo scandalo Totonero scoppiato nel 1980 – e i recenti casi di cronaca. “I ragazzi vanno aiutati, magari facendoli guadagnare in maniera progressiva quando sono più maturi. Io non credo che la risposta sia identificare tutti come ludopatici perchè si fa un torto al buonsenso delle persone. La realtà è che sono ragazzi con grandi disponibilità economica e di tempo e se ne stanno con i loro tablet".

A parlare di anomalie è anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, evidenziando come, a suo parere, “la giustizia sportiva sia intervenuta con grandissima urgenza e determinazione. E l'argomento, almeno per quanto riguarda il primo caso, poi vedremo l'evoluzione degli altri, è stato subito affrontato. Per quanto riguarda la giustizia ordinaria non è mio compito fare alcun commento. Il calcio in Italia ha qualche milione di tesserati - ha precisato Malagò - dai professionisti ai dilettanti. Sinceramente, che ci possano essere delle mele marce è una cosa tristissima e gravissima, ovviamente, però non credo ci possa essere una diretta responsabilità, come ho sentito parlare, della famiglia, della scuola, della cultura o meglio della non-cultura, di un certo tipo di giornalismo, degli accompagnatori, dei dirigenti sportivi, delle società o addirittura della federazione".

 

Altri articoli su

Articoli correlati