Calvi (Glms): 'Sport e scommesse, più regole e consapevolezza e non divieti'
Il presidente di Global lottery monitoring system, Ludovico Calvi, illustra l'importanza dello studio condotto sulle sponsorizzazioni sportive e lancia l'allarme ai legislatori.
Sponsorizzazioni transfrontaliere per aggirare divieti, eludere norme e favorire il gioco illegale. Il tutto, alla luce del sole: sfruttando le scarse conoscenze di legislatori, società e istituzioni sportive. E' questo lo scenario denunciato da Glms (Global lottery monitoring system), presentato nei giorni scorsi a livello internazionale e spiegato nei dettagli, a GiocoNews.it, dal presidente dell'organismo, Ludovico Calvi. Il quale si sofferma sull'importanza di un impianto regolamentare solido e strutturato, in ogni paese, ma soprattutto, non proibizionista. Parlando anche del decreto Dignità che ha sancito il divieto di pubblicità in Italia e che deve essere modificato, per il bene del paese e non solo dello sport.
Perché è importante questo lavoro realizzato da Glms e quali sono i punti di maggiore attenzione da evidenziare?
"Lo studio illustra chiaramente come ci siano operatori di gioco che hanno licenza valida in alcuni paesi per offrire servizi di gioco e betting che sponsorizzano squadre e organizzazioni sportive con l'obiettivo di commercializzare il loro prodotti non in quelle giurisdizioni nelle quali hanno conseguito la loro licenza, ma in altri mercati in cui le scommesse sportive non sono regolamentate oppure esplicitamente proibite, soprattutto in modalità online. Il primo motivo per cui abbiamo realizzato questo lavoro di indagine è quindi quello di far emergere e portare alla luce questo aspetto, assai rilevante per l'intero ecosistema dello sport.
La seconda ragione è che il mondo dello sport e i club che siglano questo tipo di contratti di sponsorship con operatori di scommesse possono - direttamente o indirettamente – aiutare, sia pure involontariamente, lo sviluppo del mercato illegale in alcune parti del mondo in cui le scommesse sportive sono proibite. Quindi, proprio perché c'è un’ assenza di monitoraggio di quel mercato - considerato 'nero' a tutti gli effetti, rispetto al quale Glms è impegnata in prima linea per farlo emergere e regolamentare - finché questo non avviene, il mancato controllo offre il fianco a opportunità di manipolazione di risultati sportivi che in questo modo diventano sempre più un fenomeno di portata globale. Infatti, per diversificare i rischi, i truffatori organizzano le combine distribuendo le dinamiche del processo di matchfixing su diversi paesi per evitare di essere scoperti. Per esempio, la scommessa viene piazzata in Asia, quindi in mercati non tracciati e osservati che non possono quindi essere intercettati; l'evento, oggetto di combine, viene disputato magari in Europa e il passaggio di denaro transita per Europa dell'est. Questa frammentazione rende difficilissima l'attività di indagine e quindi la possibilità di intercettare tutte le dinamiche dove questi eventi accadono.
Per questo è fondamentale che il mondo dello sport e le organizzazioni sportive siano consapevoli di queste dinamiche ed a quali rischi si espongono, anche inconsapevolmente, finendo per alimentare questi sistemi illegali. Nello studio abbiamo quindi osservato quanto è avvenuto negli ultimi 8-9 mesi e dimostrato che c'è una scarsa conoscenza di questi fenomeni in gran parte dei paesi.
Il terzo aspetto fondamentale di questa indagine è che Glms raccomanda a tutte le autorità sportive e di regolamentazione dei giochi e dello sport (come la Lega, la Fifa, la Uefa, etc.) di attuare regole più rigide che disciplinino queste dinamiche di sponsorship introducendo anche operazioni di due diligence che permettano di approfondire e valutare l'affidabilità dei soggetti con cui si vanno a sottoscrivere accordi pubblicitari per validarli. Così come esistono dinamiche legate alla definizione e conoscenza di chi sono gli azionisti di riferimento di una determinata organizzazione sportiva o di un club, attraverso il cosiddetto “Kyo”, "know your owner" (conosci il tuo proprietario), cosa che per esempio viene fatto dalla Federazione olandese, che ha attuato questo processo, ritengo che ci debbano essere anche delle pratiche di tipo “Kys”, cioè "know your sponsor" (conosci il tuo sponsor). Molti concessionari sono perfettamente legittimati a fare ciò che fanno e ne hanno tutto il diritto: quindi Glms non è contraria alle sponsorizzazioni in sé. Anzi, siamo certi che queste iniziative siano una voce di ricavo importante e fondamentale per la promozione dello sport, come accade in tantissimi mercati regolamentati.
Quello che mettiamo sotto la lente, con questo studio e che dimostriamo, è che ci sono delle dinamiche che escono fuori dagli schemi convenzionali e che permettono a certi operatori di scommesse spregiudicati o che operano illegalmente di sfruttare le falle del sistema per fare promozione e operare in mercati non regolamentati o dove vige il divieto. Uno scenario ben diverso da quello di un mercato regolamentato, fatto di operatori legali e autorizzati i quali hanno il diritto e il dovere di promuovere la loro legittima attività all’interno del mercato di riferimento.
Per questo, come Glms, vogliamo lavorare – e lavoriamo - con i regolatori in tantissimi paesi per disciplinare in maniera sostenibile il mercato del gioco sotto tutti gli aspetti: fiscale, commerciale e tecnico-operativo. L’alternativa non esiste in quanto si rischierebbe di far proliferare il mercato illegale, con tutti i rischi del caso per i consumatori, per l'intero mondo dello sport e delle imprese concessionarie di gioco”.
Parlando di sponsorizzazioni almeno in Italia, diventa inevitabile parlare del decreto Dignità e del divieto totale di pubblicità dei giochi che ha interrotto le sponsorizzazioni, tra varie polemiche. Qual è la vostra posizione al riguardo?
Glms ha intenzione di pubblicare ulteriori studi di questo tipo e se si su quali altri temi intendete focalizzare l'attenzione e le attività?
Parallelamente stiamo cercando di comprendere le dinamiche legate al lavoro di analisi per lo studio sul mercato illegale e per capire se Glms, attraverso la presenza capillare sul territorio, garantita dai suoi associati, può svolgere un ruolo attivo per la tutela dei consumatori, attraverso un’indagine mirata a definire e ridurre gli impatti sociali per comprovare ai governi che la responsabilità sociale e la tutela dei cittadini passano anche per attraverso la regolamentazione del mercato dei giochi. Ritengo che lo Stato abbia anche questa responsabilità morale e se non interviene, rischia di diventare corresponsabile di fenomeni di illegalità diffusa. Per questo la nostra mission e il nostro ruolo è quello di sostenere i legislatori a regolamentare i mercati ma a condizioni sostenibili, perché è fondamentale che un mercato si possa dotare di tutti gli strumenti indispensabili e disposizioni efficaci, sotto il profilo regolatorio, fiscale, operativo e commerciale per poter tutelare gli interessi di tutte le parti. Glms si oppone a qualsiasi forma di proibizionismo e stiamo vedendo quello che è successo negli Stati uniti negli ultimi 2 anni. Tenendo conto che il cosiddetto 'Paspa' dichiarava proprio di voler tutelare l’integrità del mondo dello sport attraverso un approccio proibizionista, ma il risultato è stato quello di favorire, al contrario, la creazione di un mercato nero dalle dimensione incredibili, al punto che a maggio del 2018 il governo ha dovuto fare marcia indietro, regolamentando le scommesse sportive, con un progressivo processo di emersione che va a beneficio di tutti e in primis dei consumatori, ma anche dello sport e della comunità in generale”.