Cgue: 'Scommesse, vecchio monopolio Germania incompatibile con libertà servizi'
La Corte di Giustizia Europea si pronuncia sul vecchio monopolio delle scommesse in Germania e libera prestazione dei servizi.
"Qualora l’obbligo di detenere un’autorizzazione per l’organizzazione o l’intermediazione di scommesse sportive si inscriva nell’ambito di un regime di monopolio pubblico che i giudici nazionali hanno giudicato contrario al diritto dell’Unione, il principio di libera prestazione dei servizi si oppone a che le autorità di uno Stato membro puniscano l’intermediazione, senza autorizzazione, di scommesse sportive effettuata da un operatore privato per conto di un altro operatore privato, il quale sia sprovvisto di un’autorizzazione per l’organizzazione di scommesse sportive in questo Stato membro ma sia titolare di una licenza in un altro Stato membro". E' il principio espresso dalla Corte di Giustizia europea in una sentenza in materia di scommesse e intermediazione per conto di operatori esteri che riguarda la Germania.
LA VICENDA - Dinanzi all’Amtsgericht Sonthofen (Pretura circondariale di Sonthofen, Germania), il pubblico ministero tedesco contesta alla ricorrente di aver svolto, senza la necessaria autorizzazione
amministrativa, attività d’intermediazione di scommesse sportive mediante una macchina per
scommesse installata in un bar situato in Baviera. La società austriaca per la quale taliscommesse
sono state raccolte era titolare soltanto in Austria, e non in Germania, di una licenza per
l’organizzazione di scommesse sportive.
NORME DEL 2012 - Le imputazioni a carico dell'esercente riguardano anzitutto il primo semestre dell’anno 2012, periodo durante il quale l’organizzazione e l’intermediazione di scommesse sportive erano riservate, in Germania, ad un monopolio pubblico in base alle norme del Trattato tra i Länder del 2008 sui giochi d’azzardo. Tali norme vietavano l’organizzazione e l’intermediazione di scommesse sportive senza autorizzazione ed escludevano il rilascio di tali autorizzazioni ad operatori privati. A seguito delle sentenze della Corte di giustizia nelle cause Stoß e nonché Carmen Media Group 2, tutti i giudici tedeschi chiamati a stabilire se tale monopolio fosse conforme al diritto dell’Unione sono arrivati alla conclusione, secondo l’Amtsgericht Sonthofen, che la risposta doveva essere negativa. Tuttavia, tali giudici sono divisi quanto alle conseguenze che occorre trarre dall’illegittimità del monopolio. Alcuni di essi si chiedono, in particolare, se occorra applicare agli operatori privati una procedura di autorizzazione fittizia, esaminando, caso per caso, se costoro soddisfino le condizioni applicabili agli operatori pubblici. Secondo l’Amtsgericht Sonthofen, nessun operatore privato ha ottenuto un’autorizzazione al termine di una procedura autorizzativa siffatta. Le imputazioni a carico dell'esercente riguardano anche il secondo semestre dell’anno 2012, periodo durante il quale l’organizzazione e l’intermediazione di scommesse sportive erano ormai disciplinate dal Trattato modificativo del 2012 sui giochi d’azzardo. Tale trattato contiene una clausola di sperimentazione secondo cui degli operatori privati possono ottenere, per un periodo di sette anni dall’entrata in vigore di tale trattato, una concessione per l’organizzazione di scommesse sportive. Una volta accordata la concessione, gli intermediari dell’organizzatore possono ottenere un’autorizzazione per raccogliere le scommesse per conto di quest’ultimo. L’obbligo di dotarsi di una concessione si applica agli organizzatori pubblici già in attività e ai loro intermediari soltanto dopo il decorso di un anno dal rilascio della prima concessione. Tuttavia, all’epoca dei fatti (e fino alla data dell’udienza dinanzi alla Corte, ossia il 10 giugno 2015), nessuna delle 20 concessioni disponibili era stata attribuita, sicché nessun operatore privato era autorizzato ad organizzare o a raccogliere scommesse sportive in Germania. L’Amtsgericht Sonthofen ne conclude dunque che il vecchio monopolio pubblico, giudicato contrario al diritto dell’Unione dai giudici tedeschi, ha di fatto continuato ad esistere. In tale contesto, l’Amtsgericht interroga la Corte in merito alle conseguenze che le autorità amministrative e giudiziarie devono trarre, da un lato, dall’incompatibilità del vecchio monopolio pubblico con il diritto dell’Unione durante il periodo di elaborazione della riforma e, dall’altro, dalla continuità nei fatti di tale monopolio a seguito della riforma del 2012. Per quanto riguarda il periodo disciplinato dalle norme del Trattato tra i Länder del 2008 sui giochi d’azzardo, la Corte risponde, mediante la sua sentenza, che, qualora l’obbligo di detenere un’autorizzazione per l’organizzazione o l’intermediazione di scommesse sportive si inscriva nell’ambito di un regime di monopolio pubblico che i giudici nazionali hanno giudicato contrario al diritto dell’Unione, il principio di libera prestazione dei servizi si oppone a che le autorità di uno Stato membro puniscano l’intermediazione, senza autorizzazione, di scommesse sportive effettuata da un operatore privato per conto di un altro operatore privato, il quale sia sprovvisto di un’autorizzazione per l’organizzazione di scommesse sportive in questo Stato membro ma sia titolare di una licenza in un altro Stato membro.