Tavola rotonda molto interessante quella organizzata da Wh Partners con tema al centro della stessa il nuovo AI Act dell’Unione Europea che rappresenta il primo tentativo a livello globale di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale in modo sistemico, con un approccio basato sul rischio. Con la moderazione di Patrick Massa, Managing Associate dello studio legale in questione hanno partecipato Ian Deguara, Commissario per la Protezione dei Dati di Malta, Flores Gavril, Chief Strategy & Policy Officer della Malta Digital Innovation Authority ed Enrico Bradamante, Chairman di Gaming Executives Network e Chief Growth Officer di Relax Gaming.
Il nuovo regolamento coinvolge direttamente sviluppatori, fornitori, distributori e utilizzatori di sistemi AI, includendo quindi in pieno anche gli operatori del gioco d’azzardo, che già oggi impiegano soluzioni AI in molteplici ambiti: marketing, assunzioni, sicurezza, prevenzione del gioco problematico e interazione con i clienti.
Partiamo da Enrico Bradamante di Relax Gaming. Secondo il manager l’AI è già ampiamente utilizzata nel gioco online in vari ambiti partendo dal marketing predittivo e personalizzato ma anche per la produzione di contenuti digitali, non solo per i giochi ma anche per altri elementi utili. ma l’AI è utile anche per monitorare i comportamenti problematici e per il reclutamento dei lavoratori.
Ovviamente gli operatori dovranno valutare accuratamente i rischi legati all’utilizzo dei sistemi usati in base alla classificazioen che ne farà poi l’Ur. Questo include anche l’obbligo di comprendere su quali dati è stato addestrato l’algoritmo sempre nel rispetto della normativa.
Per Bradamante, l’adozione di strumenti AI non va delocalizzata a qualche manager ma deve porre al centro il rispetto della normativa e il suo utilizzo deve essere una priorità strategica dell’azienda, non solo una questione tecnica.
Per questo vanno fatte analisi preventive dei sistemi, specie quelli più esposti, e poi adottare i sistemi che non hanno profili di rischi. Non bastano certificazioni ma serve un impegno che porti al rispetto del Gdpr in maniera parallela e indipendente.
Entrambe le autorità maltesi coinvolte hanno sottolineato il valore dei sandbox regolamentari, ambienti protetti dove testare sistemi AI innovativi senza rischi immediati di sanzioni. La Mdia ne ha già uno attivo in attesa delle regole Ue.
A illustrare il regolamento Flores Gavril della stessa Mdia. Si basa su alcuni principi chiave tra cui il rispetto dei diritti fondamentali, il benessere sociale e la sicurezza tecnica e affidabilità dei sistemi. In questo la sua authority accrediterà enti indipendenti per la verifica della conformità dei sistemi AI e monitorerà i prodotti AI distribuiti nel mercato maltese, con la facoltà di effettuare test a campione e comminare sanzioni fino al 7% del fatturato globale o 35 milioni di euro.
Ma che fine farà il Gdpr con l’AI Act? Secondo Ian Deguara, Commissario per la Protezione dei Dati di Malta, il nuovo regolamento sarà complementare al nuovo testo. I sistemi AI che trattano dati personali dovranno rispettare entrambi i regolamenti.
Ad esempio all’articolo 22 il Gdpr limita le decisioni automatizzate e l’AI Act impone obblighi di supervisione umana come previsto dall’articolo 14. Due facce della stessa medaglia.