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Esports, Pagano (Qlash): 'I videogame aprono il dialogo tra genitori e figli'

22 ottobre 2019 - 10:27

L'amministratore delegato di Qlash, Luca Pagano, analizza gli effetti sociali dell'utilizzo di videogame e della pratica degli sport elettronici.

Scritto da Ca

Terni"Per me è stato facile iniziare a seguire gli esports. Ho sempre avuto contatto con il gaming ed è stato facile gettarmi nei videogames".

Parla così Luca Pagano, amministratore delegato Qlash al convegno nazionale dal titolo “Esports, un universo dietro al videogioco”, organizzato dalla casa editrice Gn Media, sul più importante fenomeno economico e sociale degli ultimi decenni: gli sport elettronici, che si preparano a diventare disciplina olimpionica, rendendo necessaria una regolamentazione e un corretto approccio pedagogico e culturale.

"Tre anni fa - continua Pagano - siamo stati ad un evento all’estero in cui decine di giocatori e di genitori stavano guardando le finali di Starcraft 2. Gli esports sono un risultato della tradizione culturale dei giovani di oggi. Non sono un prodotto. Parlo ai giovani presenti ma avrei voluto presenti anche i genitori che andrebbero un po’ più educati.
 
Gli esports potrebbero aiutare i genitori a comunicare meglio nel territorio in cui vivono i giovani. I videogames sono perfetti per questo dialogo insieme ai più giovani.
 
In Qlash abbiamo circa 70 gamers. I genitori credevano che fosse una setta o che avremmo potuto fare del figlio il nuovo Cr7. Ma la verità è che noi abbiamo più influenza sui giovani dei genitori.
 
Si possono instaurare anche altri aspetti. A livello educativo gli esports stanno formando nuove forme di professionalità e, allo stesso tempo, giocare ad alti livelli significa imparare a prendere decisioni critiche ogni 5-10 minuti. Questo crea un mindset per il suo futuro sia lavorativo che nella real life.
 
In Usa i giocatori sono favoriti a livello lavorativo perché si pensa che si abbiano maggiori skills rispetto ad altri".

 

 

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