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Harold Halibut, il gioco 'fatto a mano' che ha richiesto 10 anni di lavoro

22 aprile 2024 - 12:10

Già disponibile negli store online l'avventura narrativa basata su modellini realizzati interamente a mano e in seguito scannerizzati e digitalizzati. Un progetto nato nel 2012 e finanziato in parte con una campagna kickstarter.

Scritto da Dd
Foto tratta dalla scheda del gioco di Playstation Store

Foto tratta dalla scheda del gioco di Playstation Store

Abbinare due concetti lontani come "lavoro manuale" e "videogame" sembra una cosa impossibile, eppure ci riesce benissimo Harold Halibut, il gioco realizzato dallo studio tedesco Slow Bros nell'altro degli ultimi 10 anni e oltre.

L'idea, infatti, nasce nel 2012. Negli anni c'è stato anche un tentativo di finanziamento tramite una campagna kickstarter, che tuttavia ha portato a raccogliere solo un terzo del budget necessario. Quindi è arrivato il publisher Curve Digital, e pian piano il progetto ha preso vita.

Il gioco, uscito questo mese per tutte le piattaforme, è un'avventura narrativa dalla grafica veramente unica, basata su modellini realizzati interamente a mano e in seguito scannerizzati e digitalizzati.

La vicenda si svolge in un futuro non definito, a 250 anni da quando, cercando di sfuggire allo spettro dell’apocalisse nucleare che si stagliava all’orizzonte della Guerra Fredda, una parte della popolazione mondiale è partita a bordo di un’astronave-città, iniziando così un lungo pellegrinaggio tra le stelle in cerca di un nuovo pianeta. Pianete che viene individuato, ma che si rivela avere un'atmosfera tossica, tanto che la nuova umanità deve insediarsi nelle profondità dell'oceano, fondando attorno all'astronave sommersa la città di Fedora I. Una città nella quale il rimando alle Città invisibili di Calvino è tutt’altro che casuale.

Accompagna il gioco un’impostazione visiva in 2.5D, che richiama un immaginario anni ’70, mentre il gioco si sviluppa in gran parte nell'interazione con i Flumylym, una specie di pesci antropomorfi che abita l’oceano del nuovo pianeta.

Un gioco curioso, sicuramente fuori dagli schemi, almeno da quelli del mercato videoludico attuale. Anche se nel suo abbinare abilità manuali e digitalizzazione non arriva per primo.

Giusto infatti ricordare che, circa dieci anni fa, arrivava sul mercato Lumino City, un videogame di carta, anche questo fatto a mano, basato su un incrocio tra un diorama e un lavoro digitale, risultato di un lavoro durato tre anni. Si trattava, in tal caso, di un puzzle adventure game sviluppato da State of Play, che ha costruito tutto l'ambiente di gioco a mano, usando carta, cartone, luci e motori miniaturizzati. Il tutto ambientato in una città (il modellino della quale era alto 3 metri) tagliata al laser e costruita artigianalmente.

Esempi concreti che, anche nel videogioco, nessuna tecnica, e nessuna realizzazione, è veramente impossibile.

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